La città riprende a lavorare

La città riprende a lavorare Rientro senza ingorghi al termine delle "ferie austere,, La città riprende a lavorare Riaprono oggi Fiat, Riv, Pininfarina, Bertone, Lancia, Westinghouse, Nebiolo e Facis - Domani Ceat e Oreal, mercoledì Michelin e Pirelli - Una giornata afosa ha accolto chi ritornava - I treni dal Sud (quindici straordinari) con ritardi da 30 minuti a 4 ore - Gli unici intasamenti alla stazione provocati da auto in sosta Tutti a casa. La prima grande ondata di torinesi è rientrata dalle ferie stremata dal caldo e dal salasso economico subito. Ad attenderli, una città soffocata dalla calura (ieri il termometro segnava 31 gradi) e i problemi lasciati partendo: il caro vita, l'incertez¬ za del lavoro, i servizi sociali insufficienti. Al mare o in montagna ne sono ancora rimasti pochi, quelli per cui la crisi economica è solo un nuovo divertente argomento per fare battute. Già da sabato lunghe colonne si sono formate su statali e autostrade: auto cariche di bagagli e suppellettili di ogni genere con bambini urlanti e stravolti che spuntano dai finestrini, guidatori affranti dalla calura e dalla tensione della guida, portabagagli carichi di damigiane d'olio, cesti di frutta e alimentari d'ogni genere. Visti i prezzi sempre più alti della città, infatti, molti hanno approfittato del viaggio «al paese» per fare provviste: è pur sempre qualche soldo risparmiato. Le aree di servizio sono state prese d'assalto da centinaia | di automobilisti che cercava¬ no un po' di refrigerio in una bibita fresca. Per «fare benzina» erano necessarie code di mezz'ora. Per la maggioranza dei cittadini che vivono del proprio lavoro, queste sono state le ferie più corte degli ultimi anni. Il costo sèmpre più alto del soggiorno nelle località di villeggiatura e il sempre minor potere d'acquisto dei salari ha costretto molti ad accorciare il periodo delle vacanze. Gli unici a non essersene accorti pare siano i commercianti: per molti il perio do di chiusura è stato lo stesso degli anni scorsi. Numero si cartelli appesi alle serrande chiuse, infatti, indicano come data di riapertura il 25 agosto, con tanti saluti al «negozio come servizio sociale». Ai caselli e ai distributori si sono verificati episodi tragicamente comici: intere famiglie stipate dentro auto, magari anche di grossa cilindrata, ma con targhe antidiluviane, facevano la colletta per comperare qualche litro di benzina o pagare il biglietto della tangenziale. Erano stati fatti i conti «alla lira»; tanto per mangiare, tanto per l'autostrada, tanto per la benzina, e poi qualche imprevisto ha mandato tutto all'aria e ci si è trovati al casello di uscita senza i soldi per pagare. Si calcola che in questi due giorni siano arrivati in città circa 300 mila torinesi, che, sommati ai 600 mila che la città non l'hanno neppure mai lasciata, fanno 900 mila: meno di un quarto della popolazione (per lo più famiglie dì chi è già tornato al lavoro) si può quindi permettere di continuare le vacanze. Le località turistiche si stanno svuotando. Già le cose non sono andate bene come negli anni scorsi: si valuta che quest'anno i torinesi in ferie abbiano speso circa 90 miliardi per divertirsi, l'altr'anno erano stati 150. Un duro colpo per l'industria turistica che, oltre al difficile momento generale, incomincia a pagare gli errori compiuti negli anni scorsi. Oggi hanno già ripreso il lavoro i dipendenti di Fiat, Riv-Skf, Pininfarina, Bertone, Lancia, Westinghouse, Nebiolo e Facis. Martedì toccherà alla Ceat e all'Oreal, mercoledì a Michelin e Pirelli. Per la Fiat, comunque, non si tratta come negli altri anni di una ripresa in massa: domani riprenderanno il lavoro solo i dipendenti (ma sono la stragrande maggioranza) che sono andati in ferie nel periodo 29 luglio-18 agosto. Comunque, questo primo anno di ferie scaglionate provoca logicamente anche uno scaglionamento nei ritorni. Altri lavoratori non lavoreranno dal 19 agosto all'8 settembre e dal 9 al 29 settembre. Anche le ferrovie hanno rischiato di essere sopraffatte dalla folla del rientro. Sei dei sette convogli straordinari con 13-14 carrozze ciascuno, giunti sabato dal Sud, avevano ritardi di 30-60 minuti. Uno è arrivato quattro ore dopo il previsto. Ieri i treni straordinari sono stati quindici. A Porta Nuova si sono riversate sulle banchine migliaia di persone. Per evitare, intasamenti è stato vietato il transito ai mezzi privati nei piazzali di via Nizza e via Sacchi. Tram e taxi hanno potuto smaltire rapidamente il grande affollamento. Il problema si è però spostato nelle vie adiacenti ingorgate dalle auto lasciate in sosta da chi era andato a prendere parenti od amici alla stazione. Tre immagini del ritorno dalle vacanze - Porta Nuova: la ressa all'arrivo del treno e l'assalto ai taxi - Autostrada di Savona: in coda sotto la pioggia La città riprende a lavorare Rientro senza ingorghi al termine delle "ferie austere,, La città riprende a lavorare Riaprono oggi Fiat, Riv, Pininfarina, Bertone, Lancia, Westinghouse, Nebiolo e Facis - Domani Ceat e Oreal, mercoledì Michelin e Pirelli - Una giornata afosa ha accolto chi ritornava - I treni dal Sud (quindici straordinari) con ritardi da 30 minuti a 4 ore - Gli unici intasamenti alla stazione provocati da auto in sosta Tutti a casa. La prima grande ondata di torinesi è rientrata dalle ferie stremata dal caldo e dal salasso economico subito. Ad attenderli, una città soffocata dalla calura (ieri il termometro segnava 31 gradi) e i problemi lasciati partendo: il caro vita, l'incertez¬ za del lavoro, i servizi sociali insufficienti. Al mare o in montagna ne sono ancora rimasti pochi, quelli per cui la crisi economica è solo un nuovo divertente argomento per fare battute. Già da sabato lunghe colonne si sono formate su statali e autostrade: auto cariche di bagagli e suppellettili di ogni genere con bambini urlanti e stravolti che spuntano dai finestrini, guidatori affranti dalla calura e dalla tensione della guida, portabagagli carichi di damigiane d'olio, cesti di frutta e alimentari d'ogni genere. Visti i prezzi sempre più alti della città, infatti, molti hanno approfittato del viaggio «al paese» per fare provviste: è pur sempre qualche soldo risparmiato. Le aree di servizio sono state prese d'assalto da centinaia | di automobilisti che cercava¬ no un po' di refrigerio in una bibita fresca. Per «fare benzina» erano necessarie code di mezz'ora. Per la maggioranza dei cittadini che vivono del proprio lavoro, queste sono state le ferie più corte degli ultimi anni. Il costo sèmpre più alto del soggiorno nelle località di villeggiatura e il sempre minor potere d'acquisto dei salari ha costretto molti ad accorciare il periodo delle vacanze. Gli unici a non essersene accorti pare siano i commercianti: per molti il perio do di chiusura è stato lo stesso degli anni scorsi. Numero si cartelli appesi alle serrande chiuse, infatti, indicano come data di riapertura il 25 agosto, con tanti saluti al «negozio come servizio sociale». Ai caselli e ai distributori si sono verificati episodi tragicamente comici: intere famiglie stipate dentro auto, magari anche di grossa cilindrata, ma con targhe antidiluviane, facevano la colletta per comperare qualche litro di benzina o pagare il biglietto della tangenziale. Erano stati fatti i conti «alla lira»; tanto per mangiare, tanto per l'autostrada, tanto per la benzina, e poi qualche imprevisto ha mandato tutto all'aria e ci si è trovati al casello di uscita senza i soldi per pagare. Si calcola che in questi due giorni siano arrivati in città circa 300 mila torinesi, che, sommati ai 600 mila che la città non l'hanno neppure mai lasciata, fanno 900 mila: meno di un quarto della popolazione (per lo più famiglie dì chi è già tornato al lavoro) si può quindi permettere di continuare le vacanze. Le località turistiche si stanno svuotando. Già le cose non sono andate bene come negli anni scorsi: si valuta che quest'anno i torinesi in ferie abbiano speso circa 90 miliardi per divertirsi, l'altr'anno erano stati 150. Un duro colpo per l'industria turistica che, oltre al difficile momento generale, incomincia a pagare gli errori compiuti negli anni scorsi. Oggi hanno già ripreso il lavoro i dipendenti di Fiat, Riv-Skf, Pininfarina, Bertone, Lancia, Westinghouse, Nebiolo e Facis. Martedì toccherà alla Ceat e all'Oreal, mercoledì a Michelin e Pirelli. Per la Fiat, comunque, non si tratta come negli altri anni di una ripresa in massa: domani riprenderanno il lavoro solo i dipendenti (ma sono la stragrande maggioranza) che sono andati in ferie nel periodo 29 luglio-18 agosto. Comunque, questo primo anno di ferie scaglionate provoca logicamente anche uno scaglionamento nei ritorni. Altri lavoratori non lavoreranno dal 19 agosto all'8 settembre e dal 9 al 29 settembre. Anche le ferrovie hanno rischiato di essere sopraffatte dalla folla del rientro. Sei dei sette convogli straordinari con 13-14 carrozze ciascuno, giunti sabato dal Sud, avevano ritardi di 30-60 minuti. Uno è arrivato quattro ore dopo il previsto. Ieri i treni straordinari sono stati quindici. A Porta Nuova si sono riversate sulle banchine migliaia di persone. Per evitare, intasamenti è stato vietato il transito ai mezzi privati nei piazzali di via Nizza e via Sacchi. Tram e taxi hanno potuto smaltire rapidamente il grande affollamento. Il problema si è però spostato nelle vie adiacenti ingorgate dalle auto lasciate in sosta da chi era andato a prendere parenti od amici alla stazione. Tre immagini del ritorno dalle vacanze - Porta Nuova: la ressa all'arrivo del treno e l'assalto ai taxi - Autostrada di Savona: in coda sotto la pioggia

Persone citate: Nebiolo, Pininfarina

Luoghi citati: Savona