Battaglin ha messo tutti k. o.

Battaglin ha messo tutti k. o. Dalla salita della Bocchetta al traguardo la fuga vittoriosa Battaglin ha messo tutti k. o. Nel Giro dell'Appennino il corridore della Jollyceramica precede Paolini, Santambrogio e Bergamo di 2'36" - Il vincitore ha polverizzato il record della scalata detenuto da Motta - Il dramma di Panizza costretto al ritiro per troppo caldo (Dal nostro inviato speciale) Pontedecimo, 4 agosto. Uno strepitoso « a solo » di Battaglin dalla Bocchetta lino al traguardo di Pontedecimo ha confermato la tradizione, che vuole un vero campione alla ribalta ogni anno nel Giro dell'Appennino. L'assenza di Glmondi, Moser, Bitossi, Baronchelli ed altri elementi di primo piano, nonché le polemiche sul mancato accordo tra gli inseguitori, non tolgono nulla del suo valore all'impresa del corridore veneto: anche se non è il caso di disturbare l'ombra di Coppi per un paragone di dubbia consistenza, si può tranquillamente dire che il Battaglin di oggi avrebbe battuto chiunque. A cinque chilometri dalla vetta della Bocchetta, Gianni — è un buon segno quando si comincia a chiamare per nome un corridore — è andato via di prepotenza, polverizzando II record della scalata stabilito nel 1970 da Motta In 24'42" e portandolo a 24'34". cioè otto secondi in meno. Si è visto subito che Battaglin era in giornata di grazia e che avrebbe avuto partita vinta. Dietro di lui, non sì può dire certamente che il campione d'Italia Paolini, Conti, Bergamo e gli altri inseguitori andassero plano. Tuttavia, il veneto ha scollinato dalla Bocchetta con 55 secondi di vantaggio e si è buttato temerariamente giù per la discesa, al limite del rischio, guadagnando inesorabilmente terreno; quando la strada più ampia e la pendenza più dolce avrebbero consentito agli inseguitori di organizzare meglio la controllensiva, Battaglin era ormai a più di due minuti e del resto non erano in molti a battersi con l'impegno del tricolore Paolini, di Conti e del sorprendente Laghi. Per la maggior parte degli inseguitori, infatti, Il non vedere tra loro un temibile concorrente per la maglia azzurra come il piccolo Panizza era già un grosso successo, tale da ripagare pienamente le loro limitate aspirazioni. Il dramma di Panizza, che contava sul Giro dell'Appennino per imporre la sua candidatura al et. Defillppis, ha avuto il suo epilogo proprio sulle prime rampe della Bocchetta: il corridore della Brooklyn ha accusato il brusco passaggio dal clima fresco del Belgio al caldo atroce della Liguria, ha forse bevuto troppo trovandosi con 10 stomaco bloccato proprio nella fase cruciale della corsa. Il suo direttore sportivo, Cribiori, ha preferito quindi fermarlo, evitandogli l'umiliazione di una pesante sconfitta, a cui ' Panizzino », professionista serio, sarebbe andato inevitabilmente incontro pur di non arrendersi. Il et. Defilippis, come diremo meglio in seguito, ha tuttavia detto che, sia per II corridore della Brooklyn che per gli altri, c'è ancora la prova d'appello del Giro dell'Umbria di mercoledì prossimo. Tornando all'epilogo della corsa odierna, mentre Battaglin proseguiva trionfalmente fino all'arrivo — 45 chilometri di fuga solitaria —, alle sue spalle Tino Conti tentava di sorprendere i compagni d'inseguimento scattando a un chilometro dal Passo dei Giovi pressappoco nello stesso punto in cui l'anno scorso Zilioli si era involato per andare a vincere l'edizione 1973 del Giro dell'Appennino. 11 tentativo del bravo corridore della Zonca si è esaurito a Bignanego, a meno di 5 chilometri dall'arrivo, e l'aggiudicazione dei posti d'onore alle spalle di Battaglin è stata affidata ad una convulsa volata fra 12 corridori, nella quale il campione d'Italia Paolini, a 2'36" dal vincitore, ha prevalso di un soffio su Santambrogio e Marcello Bergamo. La storia del Giro dell'Appennino è, come sempre, racchiusa nell'Ineguagliabile otto volante finale, dalla Bocchetta all'arrivo. Prima del rifornimento dì Sampierdarena, Infatti, la corsa era stata movimentata soltanto da fughe di modesti comprimari, senza significato pratico, o da rabbiosi allunghi di chi, come l'ex campione del mondo Marino Basso, sapeva già che si sarebbe ritirato ai piedi delle salite e intendeva sfruttare al massimo questa possibilità di un proficuo allenamento In gara. L'interesse della giornata si è spostato quindi al dopocorsa, in sala stampa, dove II et. Defillppis ha latto il punto della situazione a tre giorni dal tirar delle somme sulla formazione della squadra azzurra per I campionati del mondo: « La corsa mi è piaciuta — ha detto il commissario tecnico —, ho visto un grande Battaglin, forte come non lo è mai stato In passato. Sulla Bochetta è andato via In modo superlativo, di prepotenza, con un'autorità da autentico campione. Ho visto anche un imperioso scatto di Conti sui Giovi, un costante e proficuo lavoro di Poggiali come gregario. In pratica, della squadra che ho in mente, quasi tutti sono giunti all'arrivo in buona posizione e anzi qualcuno a cui non pensavo più si è fatto avanti, riproponendo la sua candidatura. Ho dei problemi, ma sono, semmai, problemi di abbondanza, che mi costringeranno forse a scontentare tre o quattro aspiranti anziché uno solo >. — Che cosa pensa della delusione di Panizza? ■ Certo, mi aspettavo molto di più. Ma mi è stato riferito di un serio malessere, che costituisce certamente una valida attenuante. Per lui come per gli altri c'è, tuttavia, ancora la controprova del Giro dell'Umbria, su un percorso sufficientemente severo per costituire l'ultima prova della verità. Ho una quindicina di nomi In mente per comporre la squadra, ne devo scartare quattro, aggiungendone due o tre a quelli che più o meno conoscete già tutti. Mercoledì sera, dopo il Giro dell'Umbria, scioglieremo definitivamente ogni dubbio ». / nomi che « conosciamo già tutti » sono quelli di Glmondi, Basso, Bitossi, Battaglin, Moser, Paolini, Poggiali, Conti e Santambrogio. Ne mancano due, da scegliere tra Bergamo, Fabbri, Riccomi, PoUdori, Cavalcanti, Laghi e il • rimandato » Panizza. Gianni Pignata Ordine di arrivo: 1. Battaglin (Jolly Ceramica), km 252 in 6 ore 34'26", media 38,637; 2. Paolini (Scic) a 2'36"; 3. Santambrogio (Bianchi Campagnolo); 4. Marcello Bergamo; 5. Riccomi; 6. Conti; 7. Fuchs; 8. Fabbri; 9. Poggiali; 10. Laghi; 11. Pettersson; 12. Maggioni; 13. Cavalcanti, tutti col tempo di Paolini; 14. Polidori, a 3'36"; con un gruppo comprendente anche Borgognoni, Houbrechts, Bellini, Gavazzi e Simonetti; 25. Di Caterina, a 9'45"; 31. e ultimo Branchi, a 19'55". Partenti 81, arrivati 31. Battaglin al traguardo Battaglin ha messo tutti k. o. Dalla salita della Bocchetta al traguardo la fuga vittoriosa Battaglin ha messo tutti k. o. Nel Giro dell'Appennino il corridore della Jollyceramica precede Paolini, Santambrogio e Bergamo di 2'36" - Il vincitore ha polverizzato il record della scalata detenuto da Motta - Il dramma di Panizza costretto al ritiro per troppo caldo (Dal nostro inviato speciale) Pontedecimo, 4 agosto. Uno strepitoso « a solo » di Battaglin dalla Bocchetta lino al traguardo di Pontedecimo ha confermato la tradizione, che vuole un vero campione alla ribalta ogni anno nel Giro dell'Appennino. L'assenza di Glmondi, Moser, Bitossi, Baronchelli ed altri elementi di primo piano, nonché le polemiche sul mancato accordo tra gli inseguitori, non tolgono nulla del suo valore all'impresa del corridore veneto: anche se non è il caso di disturbare l'ombra di Coppi per un paragone di dubbia consistenza, si può tranquillamente dire che il Battaglin di oggi avrebbe battuto chiunque. A cinque chilometri dalla vetta della Bocchetta, Gianni — è un buon segno quando si comincia a chiamare per nome un corridore — è andato via di prepotenza, polverizzando II record della scalata stabilito nel 1970 da Motta In 24'42" e portandolo a 24'34". cioè otto secondi in meno. Si è visto subito che Battaglin era in giornata di grazia e che avrebbe avuto partita vinta. Dietro di lui, non sì può dire certamente che il campione d'Italia Paolini, Conti, Bergamo e gli altri inseguitori andassero plano. Tuttavia, il veneto ha scollinato dalla Bocchetta con 55 secondi di vantaggio e si è buttato temerariamente giù per la discesa, al limite del rischio, guadagnando inesorabilmente terreno; quando la strada più ampia e la pendenza più dolce avrebbero consentito agli inseguitori di organizzare meglio la controllensiva, Battaglin era ormai a più di due minuti e del resto non erano in molti a battersi con l'impegno del tricolore Paolini, di Conti e del sorprendente Laghi. Per la maggior parte degli inseguitori, infatti, Il non vedere tra loro un temibile concorrente per la maglia azzurra come il piccolo Panizza era già un grosso successo, tale da ripagare pienamente le loro limitate aspirazioni. Il dramma di Panizza, che contava sul Giro dell'Appennino per imporre la sua candidatura al et. Defillppis, ha avuto il suo epilogo proprio sulle prime rampe della Bocchetta: il corridore della Brooklyn ha accusato il brusco passaggio dal clima fresco del Belgio al caldo atroce della Liguria, ha forse bevuto troppo trovandosi con 10 stomaco bloccato proprio nella fase cruciale della corsa. Il suo direttore sportivo, Cribiori, ha preferito quindi fermarlo, evitandogli l'umiliazione di una pesante sconfitta, a cui ' Panizzino », professionista serio, sarebbe andato inevitabilmente incontro pur di non arrendersi. Il et. Defilippis, come diremo meglio in seguito, ha tuttavia detto che, sia per II corridore della Brooklyn che per gli altri, c'è ancora la prova d'appello del Giro dell'Umbria di mercoledì prossimo. Tornando all'epilogo della corsa odierna, mentre Battaglin proseguiva trionfalmente fino all'arrivo — 45 chilometri di fuga solitaria —, alle sue spalle Tino Conti tentava di sorprendere i compagni d'inseguimento scattando a un chilometro dal Passo dei Giovi pressappoco nello stesso punto in cui l'anno scorso Zilioli si era involato per andare a vincere l'edizione 1973 del Giro dell'Appennino. 11 tentativo del bravo corridore della Zonca si è esaurito a Bignanego, a meno di 5 chilometri dall'arrivo, e l'aggiudicazione dei posti d'onore alle spalle di Battaglin è stata affidata ad una convulsa volata fra 12 corridori, nella quale il campione d'Italia Paolini, a 2'36" dal vincitore, ha prevalso di un soffio su Santambrogio e Marcello Bergamo. La storia del Giro dell'Appennino è, come sempre, racchiusa nell'Ineguagliabile otto volante finale, dalla Bocchetta all'arrivo. Prima del rifornimento dì Sampierdarena, Infatti, la corsa era stata movimentata soltanto da fughe di modesti comprimari, senza significato pratico, o da rabbiosi allunghi di chi, come l'ex campione del mondo Marino Basso, sapeva già che si sarebbe ritirato ai piedi delle salite e intendeva sfruttare al massimo questa possibilità di un proficuo allenamento In gara. L'interesse della giornata si è spostato quindi al dopocorsa, in sala stampa, dove II et. Defillppis ha latto il punto della situazione a tre giorni dal tirar delle somme sulla formazione della squadra azzurra per I campionati del mondo: « La corsa mi è piaciuta — ha detto il commissario tecnico —, ho visto un grande Battaglin, forte come non lo è mai stato In passato. Sulla Bochetta è andato via In modo superlativo, di prepotenza, con un'autorità da autentico campione. Ho visto anche un imperioso scatto di Conti sui Giovi, un costante e proficuo lavoro di Poggiali come gregario. In pratica, della squadra che ho in mente, quasi tutti sono giunti all'arrivo in buona posizione e anzi qualcuno a cui non pensavo più si è fatto avanti, riproponendo la sua candidatura. Ho dei problemi, ma sono, semmai, problemi di abbondanza, che mi costringeranno forse a scontentare tre o quattro aspiranti anziché uno solo >. — Che cosa pensa della delusione di Panizza? ■ Certo, mi aspettavo molto di più. Ma mi è stato riferito di un serio malessere, che costituisce certamente una valida attenuante. Per lui come per gli altri c'è, tuttavia, ancora la controprova del Giro dell'Umbria, su un percorso sufficientemente severo per costituire l'ultima prova della verità. Ho una quindicina di nomi In mente per comporre la squadra, ne devo scartare quattro, aggiungendone due o tre a quelli che più o meno conoscete già tutti. Mercoledì sera, dopo il Giro dell'Umbria, scioglieremo definitivamente ogni dubbio ». / nomi che « conosciamo già tutti » sono quelli di Glmondi, Basso, Bitossi, Battaglin, Moser, Paolini, Poggiali, Conti e Santambrogio. Ne mancano due, da scegliere tra Bergamo, Fabbri, Riccomi, PoUdori, Cavalcanti, Laghi e il • rimandato » Panizza. Gianni Pignata Ordine di arrivo: 1. Battaglin (Jolly Ceramica), km 252 in 6 ore 34'26", media 38,637; 2. Paolini (Scic) a 2'36"; 3. Santambrogio (Bianchi Campagnolo); 4. Marcello Bergamo; 5. Riccomi; 6. Conti; 7. Fuchs; 8. Fabbri; 9. Poggiali; 10. Laghi; 11. Pettersson; 12. Maggioni; 13. Cavalcanti, tutti col tempo di Paolini; 14. Polidori, a 3'36"; con un gruppo comprendente anche Borgognoni, Houbrechts, Bellini, Gavazzi e Simonetti; 25. Di Caterina, a 9'45"; 31. e ultimo Branchi, a 19'55". Partenti 81, arrivati 31. Battaglin al traguardo

Luoghi citati: Belgio, Bergamo, Liguria, Umbria