Vittoria italiana e proteste romene di Maurizio Caravella

Vittoria italiana e proteste romene Coppa Davis; 3 a 2 per gli azzurri con tante polemiche Vittoria italiana e proteste romene Tiriac non voleva giocare, un certificato lo definiva vittima di una colica renale - La visita medica lo ha smentito - Finalmente in campo Ion soffre, rimette e perde in 58' contro Barazzutti - Poi Nastase domina Panatta e i romeni annunciano un esposto alla Federazione Internazionale Ora l'Italia contro il Sudafrica nella finale interzone (entro settembre) (Dal nostro inviato speciale) Mestre, 4 agosto. Ha vinto l'Italia: Barazzutti ha conquistato il punto decisivo contro il fantasma di Tiriac in 58 minuti, lasciando all'ex « orso dei Carpazi » tre soli games. Doveva essere una giornata memorabile per II tennis azzurro e in parte 10 è stata, perché vincere la finale europea contro la Romania è un exploit in cui pochi credevano, fino a qualche giorno fa. Eppure è un successo che lascia un po' di amaro in bocca, perché Panatta è stato messo k.o. da Nastase ed anche perché I romeni hanno tentato fino all'ultimo di guastarci il trionfo con polemiche, discussioni, accuse di antìsportività. Lo stesso Barazzutti, subito dopo il match — ma si può chiamarlo match? — contro Tiriac, ha detto: • Ho vinto e va bene, ma ho giocato da solo, contro nessuno. Non ho neanche avuto bisogno di lottare, di stringere I denti. Che gusto c'è? ». I romeni sapevano che Tiriac, dopo le tre ore e mezzo di ieri sotto la canicola, era in condizioni disastrose: mandarlo in campo contro Barazzutti significava la sconfitta sicura, bisognava escogitare qualcosa, cercare una scappatoia per far giocare Ovicl. Barazzutti forse avrebba vinto lo stesso, perché la riserva romena è un discreto palleggiatore da fondo campo, ha buone gambe ed una discreta grinta, ma non è certo un asso. Ma si poteva sempre sperare in una glornatano di Barazzutti. Contro un Tiriac distrutto dalla fatica, invece, anche un Barazzutti al cinquanta per cento non avrebbe avuto problemi, gli sarebbe bastato tenere 11 romeno in campo il più possibile, il resto lo avrebbe fatto il sole. Ne erano convinti tutti, anche il capitano Caralulis. L'unica soluzione era quella di far finta che Tiriac stesse male. Tiriac era talmente sicuro di non scendere in campo, oggi, che stanotte all'una e mezzo era ancora In giro e stamane alle nove si è prenotato personalmente II volo di ritorno a Boston. Ormai alla Coppa Davis non pensava più: si arrangiassero pure Ovici e Nastase, lui aveva ben altre cose a cui pensare. L'idea di dover tornare su quella specie di fornace che è il campo centrale del Tennis Club Mestre non lo sfiorava neppure. I campi al coperto di Boston, l'aria condizionata: Tiriac non vedeva l'ora di partire, dopo il doppio di Ieri si sentiva ancora più vecchio e più stanco. Gli ordini erano di dire a tutti che nella nottata aveva avuto una colica renale e per lui questa soluzione andava a pennello. Ore 10,30 — Il giudice arbitro Hardwick viene avvisato dai romeni che Tiriac non è In condizioni di scendere in campo, c'è un certificato medico a firma del dottor Stefanian. Non basta, è ovvio, anche perché il signor Hardwick si aspettava una mossa de! genere, vuol agire col massimo scrupolo. Due medici di Mestre, Paolo Toschi e Maurizio Semenzaio, vengono invitati a visitare accuratamente Tiriac, che fa finta di avere qualche doloretto ma non li convince. E allora si decide di fare un esame del liquido organico del romeno e tutto risulta normale. Ore 12,45 — Manca un quarto d'ora all'inizio del match e Tiriac è in albergo, sta cominciando a mangiare e dice: « lo di qui non mi muovo, se mi vogliono devono portarmi al campo dì peso ». I dirigenti del Tennis Club Mestre temono che, in caso di forfait di Tiriac, la gente voglia indietro i soldi (un biglietto costa 5000 lire e la Federazione ha voluto 20 milioni per accettare la candidatura di Mestre) e sono preoccupati. Il giudice arbitro chiede a Cardini se accetta la sostituzione con Ovici, ma la risposta — prevedibile — è un netto rifiuto. E allora Hardwick annuncia ufficialmente che se Tiriac non si presenterà sul campo entro le 14, la vittoria sarà data a Barazzutti per rinuncia. Ore 13,30 — Tiriac ha mangiato e bevuto abbondantemente: pare si sia concesso degli spaghetti ed anche una buona bottiglia di vino. Arriva al ristn-ante il capitano Caralulis, i due discutono animatamente. Tiriac non vuol muoversi, vuol soltanto andare a farsi un pisolino. Ma poi Caralulis, chissà come, riesce a convincerlo, lo carica in macchina e lo trascina al campo. Ore 14,05 — Tiriac arriva negli spogliatoi, mentre fuori la gente rumoreggia. Ha l'aria di un condannato a morte, non risponde a nessuno, chiama il prof. Toschi, uno del due medici italiani che 10 avevano visitato, e gli dice: « lo gioco, perché secondo voi sto bene. Però lei deve assumersi ogni responsabilità. Se in campo starò male, la colpa sarà soltanto sua ». C'è un battibecco, Intanto 11 tempo passa e Gardlni decide di premunirsi facendo preparare una riserva scritta sulla regolarità dell'incontro. « Le 14 sono passate — dice — ormai il tempo massimo è scaduto. Se Barazzutti vince, la riserva scritta non sarà presentata. In caso contrario, farò valere le mie ragioni, ho già avvisato il signor Hardwick. Non dobbiamo farci prendere in giro dai romeni ». Il capitano Caralulis accusa Invece gli azzurri di scarsa sportività, ma Gardlni non molla. Ore 14,20 — Tiriac finalmente si presenta sul campo ed è subito un coro di fischi. GII gridano « buffone » e anche « vattene a casa » (lui In effetti se ne andrebbe volentieri, ma non può, deve giocare per forza, anche se ha ancora il cibo sullo stomaco). E la partita comincia: Tiriac vince il proprio servizio, Barazzutti lo imita. Nel terzo game Tiriac lascia all'improvviso racchetta e palle e si avvia verso il proprio capitano. Ha già deciso di abbandonare? No, si asciuga il viso, madido di sudore. Tiriac ora sta male davvero. La colica renale non c'entra, perù il romeno non ha digerito, Il vino e gli spaghetti cominciano a fare effetto. Ion al cambio di campo rimette. Si rende conto che lottare è inutile, e allora colpisce con rabbia tutte le palle, per restare In campo il meno possibile, perché per lui è vero calvario. Sul 5-1 Barazzutti sembra preso da una strana paura di vincere, sbaglia palle incredibili e Tiriac, senza far nulla d'eccezionale, vince due « games ». Ma significa soltanto allungare l'incontro, e Tiriac non ne ha nessuna voglia. Il primo set finisce 6-3, gli altri due non hanno assolutamente storia. Man mano che il tempo passa Tiriac si muove sempre di meno: se la palla gli arriva a meno di un metro di distanza, il romeno la colpisce, altrimenti lascia perdere, rassegnato. Ad un certo punto Tiriac finisce anche a terra, si rialza un po' a fatica, qualcuno pensa che decida di ritirarsi. E invece continua fino In fondo, soffrendo molto, e la gente che prima lo fischiava adesso lo applaude. Qualche fischio è indirizzato invece a Barazzutti, che contro un avversario che fatica a tenersi in piedi non riesce assolutamente a trovare la concentrazione. Per Tiriac II calvario dura poco meno di un'ora, forse una delle ore più lunghe della sua vita. Nel secondo e nel terzo set non conquista neppure un game, nonostante gli errori di Barazzutti. Un Tirine così non l'avevamo mai visto. Forse non l'aveva mai visto nessuno. E' il terzo punto per l'Italia, quello decisivo, ma il pubblico applaude poco, non si è divertito. La gente spera di rifarsi con Panatta-Nastase, un match che non vale più nulla per la Davis, ma che da un punto di vista psicologico vale parecchio: Panatta nel doppio ha dimostrato di essere in gran forma, una sua vittoria sul numero uno romeno forse metterebbe a tacere ogni po¬ lemica. Non è un'esibizione, è un match vero, lo si capisce subito. Ma si capisce anche che Panatta non può farcela. A Nastase riesce tutto, anche i colpi più difficili: Panatta lotta, ma è costretto a subire. Forse non trova neanche la concentrazione per Impegnarsi al massimo, visto che ormai il risultato è acquisito. Nastase invece sembra un leone: sa che se batterà Panatta la colpa della sconfitta ricadrà tutta su Tiriac, e forse è proprio questo che Mie vuole. Quindici games consecutivi per Nastase, Panatta è in ginocchio: eppure non gioca male, semplicemente è il grande llle ad « inventare » una partita stupenda. Poi Adriano ha una reazione d'orgoglio, dal 3-0 per Nastase al terzo set si arriva al cinque pari. E' un fuoco di paglia, il romeno chiude al dodicesimo gioco e gli applausi sono tutti per lui, mentre Adriano scrolla le spalle, come se non gliene importasse nulla. Ma non è vero. Finisce tra le polemiche, perché I dirigenti romeni annunciano che faranno un esposto alla federazione internazionale, dicono che costringere a giocare Tiriac è stata una grossa ingiustizia. E' una decisione che non servirà a nulla, il risultato è 3-2 per l'Italia e non potrà certo cambiare. Ma i romeni non vogliono darsi per vinti e qualcuno del « clan » Italiano li accusa di non saper perdere. E adesso, il Sudafrica. La Federazione italiana chiederà che si giochi in Europa, ma con poche speranze che la richiesta venga accettata. Se II match verrà fatto a Johannesburg, com'è probabile, I campi saranno in cemento e quindi entrerà Zugarelli come secondo singolarista. Ma è presto per pensarci. Dal '61, dai tempi di Pietrangeli e Sirola, non si arrivava ad una finale interzone di Coppa Davis. Godiamoci questo trionfo: abbiamo battuto I romeni sul campo, meritatamente, senza cadere nei loro sciocchi tranelli. Maurizio Caravella Barazzutti b. Tiriac 6-3, 6-0, 6-0; Nastase b. Panatta 6-0, 6-0, 7-5. Mestre. Il romeno Ion Tiriac, protagonista di Italia-Romania: non voleva scendere in campo nell'ultima giornata poi ha ceduto a Barazzutti il punto decisivo Corrado Barazzutti Vittoria italiana e proteste romene Coppa Davis; 3 a 2 per gli azzurri con tante polemiche Vittoria italiana e proteste romene Tiriac non voleva giocare, un certificato lo definiva vittima di una colica renale - La visita medica lo ha smentito - Finalmente in campo Ion soffre, rimette e perde in 58' contro Barazzutti - Poi Nastase domina Panatta e i romeni annunciano un esposto alla Federazione Internazionale Ora l'Italia contro il Sudafrica nella finale interzone (entro settembre) (Dal nostro inviato speciale) Mestre, 4 agosto. Ha vinto l'Italia: Barazzutti ha conquistato il punto decisivo contro il fantasma di Tiriac in 58 minuti, lasciando all'ex « orso dei Carpazi » tre soli games. Doveva essere una giornata memorabile per II tennis azzurro e in parte 10 è stata, perché vincere la finale europea contro la Romania è un exploit in cui pochi credevano, fino a qualche giorno fa. Eppure è un successo che lascia un po' di amaro in bocca, perché Panatta è stato messo k.o. da Nastase ed anche perché I romeni hanno tentato fino all'ultimo di guastarci il trionfo con polemiche, discussioni, accuse di antìsportività. Lo stesso Barazzutti, subito dopo il match — ma si può chiamarlo match? — contro Tiriac, ha detto: • Ho vinto e va bene, ma ho giocato da solo, contro nessuno. Non ho neanche avuto bisogno di lottare, di stringere I denti. Che gusto c'è? ». I romeni sapevano che Tiriac, dopo le tre ore e mezzo di ieri sotto la canicola, era in condizioni disastrose: mandarlo in campo contro Barazzutti significava la sconfitta sicura, bisognava escogitare qualcosa, cercare una scappatoia per far giocare Ovicl. Barazzutti forse avrebba vinto lo stesso, perché la riserva romena è un discreto palleggiatore da fondo campo, ha buone gambe ed una discreta grinta, ma non è certo un asso. Ma si poteva sempre sperare in una glornatano di Barazzutti. Contro un Tiriac distrutto dalla fatica, invece, anche un Barazzutti al cinquanta per cento non avrebbe avuto problemi, gli sarebbe bastato tenere 11 romeno in campo il più possibile, il resto lo avrebbe fatto il sole. Ne erano convinti tutti, anche il capitano Caralulis. L'unica soluzione era quella di far finta che Tiriac stesse male. Tiriac era talmente sicuro di non scendere in campo, oggi, che stanotte all'una e mezzo era ancora In giro e stamane alle nove si è prenotato personalmente II volo di ritorno a Boston. Ormai alla Coppa Davis non pensava più: si arrangiassero pure Ovici e Nastase, lui aveva ben altre cose a cui pensare. L'idea di dover tornare su quella specie di fornace che è il campo centrale del Tennis Club Mestre non lo sfiorava neppure. I campi al coperto di Boston, l'aria condizionata: Tiriac non vedeva l'ora di partire, dopo il doppio di Ieri si sentiva ancora più vecchio e più stanco. Gli ordini erano di dire a tutti che nella nottata aveva avuto una colica renale e per lui questa soluzione andava a pennello. Ore 10,30 — Il giudice arbitro Hardwick viene avvisato dai romeni che Tiriac non è In condizioni di scendere in campo, c'è un certificato medico a firma del dottor Stefanian. Non basta, è ovvio, anche perché il signor Hardwick si aspettava una mossa de! genere, vuol agire col massimo scrupolo. Due medici di Mestre, Paolo Toschi e Maurizio Semenzaio, vengono invitati a visitare accuratamente Tiriac, che fa finta di avere qualche doloretto ma non li convince. E allora si decide di fare un esame del liquido organico del romeno e tutto risulta normale. Ore 12,45 — Manca un quarto d'ora all'inizio del match e Tiriac è in albergo, sta cominciando a mangiare e dice: « lo di qui non mi muovo, se mi vogliono devono portarmi al campo dì peso ». I dirigenti del Tennis Club Mestre temono che, in caso di forfait di Tiriac, la gente voglia indietro i soldi (un biglietto costa 5000 lire e la Federazione ha voluto 20 milioni per accettare la candidatura di Mestre) e sono preoccupati. Il giudice arbitro chiede a Cardini se accetta la sostituzione con Ovici, ma la risposta — prevedibile — è un netto rifiuto. E allora Hardwick annuncia ufficialmente che se Tiriac non si presenterà sul campo entro le 14, la vittoria sarà data a Barazzutti per rinuncia. Ore 13,30 — Tiriac ha mangiato e bevuto abbondantemente: pare si sia concesso degli spaghetti ed anche una buona bottiglia di vino. Arriva al ristn-ante il capitano Caralulis, i due discutono animatamente. Tiriac non vuol muoversi, vuol soltanto andare a farsi un pisolino. Ma poi Caralulis, chissà come, riesce a convincerlo, lo carica in macchina e lo trascina al campo. Ore 14,05 — Tiriac arriva negli spogliatoi, mentre fuori la gente rumoreggia. Ha l'aria di un condannato a morte, non risponde a nessuno, chiama il prof. Toschi, uno del due medici italiani che 10 avevano visitato, e gli dice: « lo gioco, perché secondo voi sto bene. Però lei deve assumersi ogni responsabilità. Se in campo starò male, la colpa sarà soltanto sua ». C'è un battibecco, Intanto 11 tempo passa e Gardlni decide di premunirsi facendo preparare una riserva scritta sulla regolarità dell'incontro. « Le 14 sono passate — dice — ormai il tempo massimo è scaduto. Se Barazzutti vince, la riserva scritta non sarà presentata. In caso contrario, farò valere le mie ragioni, ho già avvisato il signor Hardwick. Non dobbiamo farci prendere in giro dai romeni ». Il capitano Caralulis accusa Invece gli azzurri di scarsa sportività, ma Gardlni non molla. Ore 14,20 — Tiriac finalmente si presenta sul campo ed è subito un coro di fischi. GII gridano « buffone » e anche « vattene a casa » (lui In effetti se ne andrebbe volentieri, ma non può, deve giocare per forza, anche se ha ancora il cibo sullo stomaco). E la partita comincia: Tiriac vince il proprio servizio, Barazzutti lo imita. Nel terzo game Tiriac lascia all'improvviso racchetta e palle e si avvia verso il proprio capitano. Ha già deciso di abbandonare? No, si asciuga il viso, madido di sudore. Tiriac ora sta male davvero. La colica renale non c'entra, perù il romeno non ha digerito, Il vino e gli spaghetti cominciano a fare effetto. Ion al cambio di campo rimette. Si rende conto che lottare è inutile, e allora colpisce con rabbia tutte le palle, per restare In campo il meno possibile, perché per lui è vero calvario. Sul 5-1 Barazzutti sembra preso da una strana paura di vincere, sbaglia palle incredibili e Tiriac, senza far nulla d'eccezionale, vince due « games ». Ma significa soltanto allungare l'incontro, e Tiriac non ne ha nessuna voglia. Il primo set finisce 6-3, gli altri due non hanno assolutamente storia. Man mano che il tempo passa Tiriac si muove sempre di meno: se la palla gli arriva a meno di un metro di distanza, il romeno la colpisce, altrimenti lascia perdere, rassegnato. Ad un certo punto Tiriac finisce anche a terra, si rialza un po' a fatica, qualcuno pensa che decida di ritirarsi. E invece continua fino In fondo, soffrendo molto, e la gente che prima lo fischiava adesso lo applaude. Qualche fischio è indirizzato invece a Barazzutti, che contro un avversario che fatica a tenersi in piedi non riesce assolutamente a trovare la concentrazione. Per Tiriac II calvario dura poco meno di un'ora, forse una delle ore più lunghe della sua vita. Nel secondo e nel terzo set non conquista neppure un game, nonostante gli errori di Barazzutti. Un Tirine così non l'avevamo mai visto. Forse non l'aveva mai visto nessuno. E' il terzo punto per l'Italia, quello decisivo, ma il pubblico applaude poco, non si è divertito. La gente spera di rifarsi con Panatta-Nastase, un match che non vale più nulla per la Davis, ma che da un punto di vista psicologico vale parecchio: Panatta nel doppio ha dimostrato di essere in gran forma, una sua vittoria sul numero uno romeno forse metterebbe a tacere ogni po¬ lemica. Non è un'esibizione, è un match vero, lo si capisce subito. Ma si capisce anche che Panatta non può farcela. A Nastase riesce tutto, anche i colpi più difficili: Panatta lotta, ma è costretto a subire. Forse non trova neanche la concentrazione per Impegnarsi al massimo, visto che ormai il risultato è acquisito. Nastase invece sembra un leone: sa che se batterà Panatta la colpa della sconfitta ricadrà tutta su Tiriac, e forse è proprio questo che Mie vuole. Quindici games consecutivi per Nastase, Panatta è in ginocchio: eppure non gioca male, semplicemente è il grande llle ad « inventare » una partita stupenda. Poi Adriano ha una reazione d'orgoglio, dal 3-0 per Nastase al terzo set si arriva al cinque pari. E' un fuoco di paglia, il romeno chiude al dodicesimo gioco e gli applausi sono tutti per lui, mentre Adriano scrolla le spalle, come se non gliene importasse nulla. Ma non è vero. Finisce tra le polemiche, perché I dirigenti romeni annunciano che faranno un esposto alla federazione internazionale, dicono che costringere a giocare Tiriac è stata una grossa ingiustizia. E' una decisione che non servirà a nulla, il risultato è 3-2 per l'Italia e non potrà certo cambiare. Ma i romeni non vogliono darsi per vinti e qualcuno del « clan » Italiano li accusa di non saper perdere. E adesso, il Sudafrica. La Federazione italiana chiederà che si giochi in Europa, ma con poche speranze che la richiesta venga accettata. Se II match verrà fatto a Johannesburg, com'è probabile, I campi saranno in cemento e quindi entrerà Zugarelli come secondo singolarista. Ma è presto per pensarci. Dal '61, dai tempi di Pietrangeli e Sirola, non si arrivava ad una finale interzone di Coppa Davis. Godiamoci questo trionfo: abbiamo battuto I romeni sul campo, meritatamente, senza cadere nei loro sciocchi tranelli. Maurizio Caravella Barazzutti b. Tiriac 6-3, 6-0, 6-0; Nastase b. Panatta 6-0, 6-0, 7-5. Mestre. Il romeno Ion Tiriac, protagonista di Italia-Romania: non voleva scendere in campo nell'ultima giornata poi ha ceduto a Barazzutti il punto decisivo Corrado Barazzutti