Nello carceri francesi altri ammutinamenti di Loris Mannucci
Nello carceri francesi altri ammutinamenti Si estende la ribellione Nello carceri francesi altri ammutinamenti Ucciso un detenuto a Saint Etienne Parigi, 28 luglio. Dilagano gli ammutinamenti nei penitenziari francesi; da molto tempo le cose vanno male in molte delle 172 prigioni dalle quali passano annualmente 80.000 persone circa che formano, tenuto conto di chi entra e chi esce, una popolazione penale permanente di 30.000 detenuti circa. Già in passato ci sono state rivolte, ma non hanno mai raggiunto l'ampiezza attuale. Questa volta il « via » è stato dato il 19 luglio nel penitenziario di Clairvaux, la rivolta si è estesa rapidamente con più o meno violenza, incendi, distruzioni. E' il « maggio 1968 » dei detenuti. La notte scorsa è stata particolarmente agitata, con ammutinamenti nelle carceri di Rennes in Bretagna, di Ensisheim e di Colmar in Alsazia, di Varces nell'Isère. Gravi incidenti anche alle «Baumettes» di Marsiglia, alle carceri parigine di Fresnes e della « Sante » (dove un detenuto colto da crisi cardiaca è morto perché i medici non hanno potuto curarlo) e persino le donne si sono rivoltate nel penitenziario di Amiens. A Saint Etienne, un detenuto è stato ucciso oggi da un proiettile sparato durante una rivolta. Durante l'ammutinamento di Colmar sono fuggiti diciannove detenuti e undici soltanto sono stati ripresi. A Rennes, dove gli ammutinati sono stati padroni della prigione tutta la notte e sono ritornati nelle celle soltanto all'alba, vinti dalle bombe lacrimogene e fumogene, l'agitazione è ricominciata a mezzogiorno ed oggi sono scoppiate rivolte anche in altre prigioni, in particolare a Lavai in Bretagna ed a La Tolaudière, vicino a SaintEtienne, dove parecchi locali sono stati incendiati ed un detenuto è stato ucciso da una fucilata. Le autorità, a cominciare dal presidente della Repubblica che ha accennato al problema durante la conferenza stampa di giovedì, ammettono che una riforma è necessaria, è stato creato un sottosegretariato di Stato per la condizione penitenziaria. Sulle 172 carceri francesi almeno centocinquanta hanno più di un secolo. Molte sono ex monasteri, ex fortezze, ex lazzaretti. Quella di Riom risale al Quattrocento. In quella di Nimes, ora distrutta dai detenuti, i carcerati stavano in vere e proprie gabbie, come le belve dei giardini zoologici. Alla « Sante », che dispone teoricamente di 939 posti ma ospita quasi tremila detenuti, questi sono alle volte sette per cella, ed in essa c'è anche il gabinetto. E' facile immaginare le condizioni d'igiene e di esistenza. Si ritiene che su 172 penitenziari, una cinquantina dovrebbero essere semplicemente distrutti ed una sessantina rimodernati. Una quarantina sono considerati « accettabili » e soltanto una ventina sono « buoni ». Loris Mannucci Nello carceri francesi altri ammutinamenti Si estende la ribellione Nello carceri francesi altri ammutinamenti Ucciso un detenuto a Saint Etienne Parigi, 28 luglio. Dilagano gli ammutinamenti nei penitenziari francesi; da molto tempo le cose vanno male in molte delle 172 prigioni dalle quali passano annualmente 80.000 persone circa che formano, tenuto conto di chi entra e chi esce, una popolazione penale permanente di 30.000 detenuti circa. Già in passato ci sono state rivolte, ma non hanno mai raggiunto l'ampiezza attuale. Questa volta il « via » è stato dato il 19 luglio nel penitenziario di Clairvaux, la rivolta si è estesa rapidamente con più o meno violenza, incendi, distruzioni. E' il « maggio 1968 » dei detenuti. La notte scorsa è stata particolarmente agitata, con ammutinamenti nelle carceri di Rennes in Bretagna, di Ensisheim e di Colmar in Alsazia, di Varces nell'Isère. Gravi incidenti anche alle «Baumettes» di Marsiglia, alle carceri parigine di Fresnes e della « Sante » (dove un detenuto colto da crisi cardiaca è morto perché i medici non hanno potuto curarlo) e persino le donne si sono rivoltate nel penitenziario di Amiens. A Saint Etienne, un detenuto è stato ucciso oggi da un proiettile sparato durante una rivolta. Durante l'ammutinamento di Colmar sono fuggiti diciannove detenuti e undici soltanto sono stati ripresi. A Rennes, dove gli ammutinati sono stati padroni della prigione tutta la notte e sono ritornati nelle celle soltanto all'alba, vinti dalle bombe lacrimogene e fumogene, l'agitazione è ricominciata a mezzogiorno ed oggi sono scoppiate rivolte anche in altre prigioni, in particolare a Lavai in Bretagna ed a La Tolaudière, vicino a SaintEtienne, dove parecchi locali sono stati incendiati ed un detenuto è stato ucciso da una fucilata. Le autorità, a cominciare dal presidente della Repubblica che ha accennato al problema durante la conferenza stampa di giovedì, ammettono che una riforma è necessaria, è stato creato un sottosegretariato di Stato per la condizione penitenziaria. Sulle 172 carceri francesi almeno centocinquanta hanno più di un secolo. Molte sono ex monasteri, ex fortezze, ex lazzaretti. Quella di Riom risale al Quattrocento. In quella di Nimes, ora distrutta dai detenuti, i carcerati stavano in vere e proprie gabbie, come le belve dei giardini zoologici. Alla « Sante », che dispone teoricamente di 939 posti ma ospita quasi tremila detenuti, questi sono alle volte sette per cella, ed in essa c'è anche il gabinetto. E' facile immaginare le condizioni d'igiene e di esistenza. Si ritiene che su 172 penitenziari, una cinquantina dovrebbero essere semplicemente distrutti ed una sessantina rimodernati. Una quarantina sono considerati « accettabili » e soltanto una ventina sono « buoni ». Loris Mannucci
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