Merckx poi il vuoto di Maurizio Caravella

Merckx poi il vuoto È il suo quinto Tour: eguagliato Anquetil Merckx poi il vuoto Un record senza precedenti: ha vinto tre Giri nello stesso anno Merckx non poteva perdere questo Tour e non lo ha perso. Se fosse stato battuto (ma da chi?), gli avrebbero subito fatto un bel processo, e magari senza avvocato difensore: lo avrebbero fatto anche se contro di lui ci Passero stati del campioni veri, figuriamoci stavolta che ha dovuto combattere contro del fantasmi. Se è stato un Tour di serie B — e lo è stato, nonostante il patetico Poulidor — la colpa non è certo sua. Se gli altri scappano, lui che può farci? Deve Inseguirli e portarli di forza alla partenza, pagando magari degli ingaggi di tasca sua? Dopo il Giro d'Italia, gli italiani si sono sentiti tanto stanchi, hanno pensato che in luglio fa caldo e pedalare è faticoso e si sono limitati ad adottare la loro politica di sempre, che è quella del massimo risultato (o massimo guadagno, per essere più esatti) col minimo sforzo: qualche circuito senza troppo impegno, un po' di soldi che non fanno mal male. L'anno scorso li forfait era stato completo, stavolta Invece un coraggioiso c'era, Panizza. Ma non bastava certo lui a salvare la faccia del nostro ciclismo, e tutti lo sapevano. Assenti Ocana e Fuente, gli spagnoli puntavano tutto su Lopez Carril, che neppure dalle sue parti considerano un campione. E mancava anche Zoetemelk. Così Merckx si è sentito solo, a combattere contro II caldo, la noia ed una noiosa ferita al soprassella che non voleva saperne di rimarginarsi. Visto che erano in tanti a trovare delle malattie diplomatiche per restarsene a casa, Eddy avrebbe potuto fare altrettanto e Lèvitan si sarebbe trovato con un pugno di mosche in mano. Ma Merckx non fa queste cose. Non le ha mai fatte. Ha corso controvoglia, cominciando quasi subito a contare i giorni che mancavano alla fine. Eppure ha fatto la sua parte fino in fondo, soffrendo, perché quella ferita non gli dava pace (fra qualche giorno dovrà sottoporsi ad un leggero intervento chirurgico). Gli organizzatori avrebbero dovuto ringraziarlo, perché senza di lui sarebbe stato un Tour di serie C. E Invece Lèvitan, con ben scarso senso diplomatico, ha dichiarato alla televisione che se fosse venuto Fuente sarebbe stato proprio lo spagnolo a portare la maglia gialla a Parigi. Insomma, un tentativo (maldestro) di minimizzare la vittoria di Eddy. E allora II grande Merckx, sabato, si è infuriato. Lo accusavano di fare « catenaccio » e lui, nella semitappa del mattino, ha staccato tutti dedicando il successo proprio a Lèvitan. Ma per farlo ha speso troppo e nel pomeriggio, a cronometro, ha pagato lo sforzo facendosi battere da Pollentier. Voleva vincere due volte nello stesso giorno ed ha pagato il peccato di presunzione. Ecco, per far sbagliare Eddy bisogna farlo arrabbiare, e Lèvitan c'era riuscito benissimo. E' sempre lui II più forte: molti vorrebbero vederlo avviato al viale del tramonto, c'è gente che non aspetta altro, ma Merckx tiene duro. Prima vinceva facilmente, col sorriso sulle labbra: adesso vince soffrendo, magari con rabbia, perché si è accorto di avere intorno più nemici di una volta, quando era considerato invulnerabile. Però continua a vincere, e gli altri scappano. Non voleva fare il Giro d'Italia, non era in buone condizioni: lo hanno convinto e lui ha cambiato idea, pur sapendo che rischiava la sconfitta. Per portare la maglia rosa a Milano ha dovuto soffrire: prima perché Fuente in salita andava più forte di lui, poi perché Baronchelll sembrava in grado di lottare ad armi pari su qualsiasi terreno. Eddy è andato in Svizzera, aveva preso un impegno con gli organizzatori e voleva mantenerlo. E ha vinto ancora. Aveva il diritto (lui, più degli italiani) di sentirsi stanco, ma ha rispettato l'accordo con Lèvitan ed ha trionfato anche al Tour. Che cosa si pretende, di più, da Merckx? Al secondo posto si è piazzato Poulidor, a più di otto minuti. Poulidor ha trentotto anni, ma non va in pensione perché non c'è nessuno in grado di prendere il suo posto: dietro di lui uno spagnolo (Lopez Carril), poi un italiano (Panizza), poi Aja, Agostinho e Pollentier; per trovare un altro francese bisogna scendere all'ottavo posto, dove c'è Martinez, staccato di diciotto minuti e mezzo. Un Tour di serie B anche e soprattutto per I francesi, quindi, che non sapendo con chi prendersela dicono che Merckx ha vinto contro nessuno. E non si rendono conto che, In questo modo, accusano anche se stessi. Nella battaglia tra Torriani e Lèvitan per accaparrarsi i corridori migliori, Il « patron » del Giro finora ha avuto la meglio. Ma se Lèvitan perde, ci rimette anche il ciclismo, perché un Tour di serie B è un danno per tutti. Perché non correre ai ripari, finché si è in tempo? Maurizio Caravella Eddy Merckx, ancora una volta è lui il trionfatore Merckx poi il vuoto È il suo quinto Tour: eguagliato Anquetil Merckx poi il vuoto Un record senza precedenti: ha vinto tre Giri nello stesso anno Merckx non poteva perdere questo Tour e non lo ha perso. Se fosse stato battuto (ma da chi?), gli avrebbero subito fatto un bel processo, e magari senza avvocato difensore: lo avrebbero fatto anche se contro di lui ci Passero stati del campioni veri, figuriamoci stavolta che ha dovuto combattere contro del fantasmi. Se è stato un Tour di serie B — e lo è stato, nonostante il patetico Poulidor — la colpa non è certo sua. Se gli altri scappano, lui che può farci? Deve Inseguirli e portarli di forza alla partenza, pagando magari degli ingaggi di tasca sua? Dopo il Giro d'Italia, gli italiani si sono sentiti tanto stanchi, hanno pensato che in luglio fa caldo e pedalare è faticoso e si sono limitati ad adottare la loro politica di sempre, che è quella del massimo risultato (o massimo guadagno, per essere più esatti) col minimo sforzo: qualche circuito senza troppo impegno, un po' di soldi che non fanno mal male. L'anno scorso li forfait era stato completo, stavolta Invece un coraggioiso c'era, Panizza. Ma non bastava certo lui a salvare la faccia del nostro ciclismo, e tutti lo sapevano. Assenti Ocana e Fuente, gli spagnoli puntavano tutto su Lopez Carril, che neppure dalle sue parti considerano un campione. E mancava anche Zoetemelk. Così Merckx si è sentito solo, a combattere contro II caldo, la noia ed una noiosa ferita al soprassella che non voleva saperne di rimarginarsi. Visto che erano in tanti a trovare delle malattie diplomatiche per restarsene a casa, Eddy avrebbe potuto fare altrettanto e Lèvitan si sarebbe trovato con un pugno di mosche in mano. Ma Merckx non fa queste cose. Non le ha mai fatte. Ha corso controvoglia, cominciando quasi subito a contare i giorni che mancavano alla fine. Eppure ha fatto la sua parte fino in fondo, soffrendo, perché quella ferita non gli dava pace (fra qualche giorno dovrà sottoporsi ad un leggero intervento chirurgico). Gli organizzatori avrebbero dovuto ringraziarlo, perché senza di lui sarebbe stato un Tour di serie C. E Invece Lèvitan, con ben scarso senso diplomatico, ha dichiarato alla televisione che se fosse venuto Fuente sarebbe stato proprio lo spagnolo a portare la maglia gialla a Parigi. Insomma, un tentativo (maldestro) di minimizzare la vittoria di Eddy. E allora II grande Merckx, sabato, si è infuriato. Lo accusavano di fare « catenaccio » e lui, nella semitappa del mattino, ha staccato tutti dedicando il successo proprio a Lèvitan. Ma per farlo ha speso troppo e nel pomeriggio, a cronometro, ha pagato lo sforzo facendosi battere da Pollentier. Voleva vincere due volte nello stesso giorno ed ha pagato il peccato di presunzione. Ecco, per far sbagliare Eddy bisogna farlo arrabbiare, e Lèvitan c'era riuscito benissimo. E' sempre lui II più forte: molti vorrebbero vederlo avviato al viale del tramonto, c'è gente che non aspetta altro, ma Merckx tiene duro. Prima vinceva facilmente, col sorriso sulle labbra: adesso vince soffrendo, magari con rabbia, perché si è accorto di avere intorno più nemici di una volta, quando era considerato invulnerabile. Però continua a vincere, e gli altri scappano. Non voleva fare il Giro d'Italia, non era in buone condizioni: lo hanno convinto e lui ha cambiato idea, pur sapendo che rischiava la sconfitta. Per portare la maglia rosa a Milano ha dovuto soffrire: prima perché Fuente in salita andava più forte di lui, poi perché Baronchelll sembrava in grado di lottare ad armi pari su qualsiasi terreno. Eddy è andato in Svizzera, aveva preso un impegno con gli organizzatori e voleva mantenerlo. E ha vinto ancora. Aveva il diritto (lui, più degli italiani) di sentirsi stanco, ma ha rispettato l'accordo con Lèvitan ed ha trionfato anche al Tour. Che cosa si pretende, di più, da Merckx? Al secondo posto si è piazzato Poulidor, a più di otto minuti. Poulidor ha trentotto anni, ma non va in pensione perché non c'è nessuno in grado di prendere il suo posto: dietro di lui uno spagnolo (Lopez Carril), poi un italiano (Panizza), poi Aja, Agostinho e Pollentier; per trovare un altro francese bisogna scendere all'ottavo posto, dove c'è Martinez, staccato di diciotto minuti e mezzo. Un Tour di serie B anche e soprattutto per I francesi, quindi, che non sapendo con chi prendersela dicono che Merckx ha vinto contro nessuno. E non si rendono conto che, In questo modo, accusano anche se stessi. Nella battaglia tra Torriani e Lèvitan per accaparrarsi i corridori migliori, Il « patron » del Giro finora ha avuto la meglio. Ma se Lèvitan perde, ci rimette anche il ciclismo, perché un Tour di serie B è un danno per tutti. Perché non correre ai ripari, finché si è in tempo? Maurizio Caravella Eddy Merckx, ancora una volta è lui il trionfatore

Luoghi citati: Agostinho, Aja, Italia, Milano, Parigi, Pollentier, Svizzera