La casa dell'operaio "Don Orione., alle Vallette sarà forse trasformata in un ospedale di zona
La casa dell'operaio "Don Orione., alle Vallette sarà forse trasformata in un ospedale di zona La casa dell'operaio "Don Orione., alle Vallette sarà forse trasformata in un ospedale di zona "Sit in" dei duecento giovani ospiti - Mercoledì nuova assemblea con gli abitanti del quartiere Una cinquantina di operai « ospiti » della « Casa dello peraio don Orione » delle Val lette hanno mangiato « pane, salame e olive » ieri mattina davanti alla sede di viale dei Mughetti per protestare contro l'intenzione di chiudere, manifestata dalla direzione. La « Casa » accoglie circa 200 operai, tutti immigrati e che non si possono permettere una sistemazione migliore. « Con i prezzi che hanno adesso gli alloggi — dicono gli abitanti della " Casa " — non possiamo andare a pagare un affitto, e non possiamo neppure andare a mangiare due volte al giorno al ristorante ». Con la spesa di 7 mila lire al mese a testa si può avere un letto in una camera a 3 posti (6 mila in camera a sei). Nel prezzo non sono comprese lenzuola e coperte. « E i materassi sono vecchi di 10 anni e pieni di cimici » dicono ancora gli operai. I servizi sono comuni con tur-ri prestabiliti per la doccia. Un pasto al refettorio costava 750 lire, ora questo servizio è stato abolito. « E' chiaro che vogliono poco alla volta chiudere la "Casa"», si preoccupano quel- li che vi abitano. « Dai 450 che eravamo inizialmente siamo ridotti appena a duecento e rifiutano di accogliere altri ospiti. Dei dieci piani dello stabile, due sono occupati da succursali di scuole, uno dall'abitazione e dagli uffici del dittore. Adesso ci hanno avvertito di sgombe¬ rare entro settembre anche il quarto piano. La mensa, garantita dal regolamento della Casa, è stata soppressa e siamo costretti a mangiare pane, salame e olive seduti sui letti in cui dormiamo: in ogni camera c'è un solo tavolinetto a cui può sedersi una persona sola ». Il fatto nuovo che ha causato la protesta più clamorosa degli « ospiti » della Casa, è un articolo comparso LUÌ bollettino parrocchiale pubblicato dagli stessi religiosi che gestiscono l'istituto. In esso si chiede che l'edificio venga utilizzato per un ospedale di zona. « Così noi ci troveremmo tutti senza un posto in cui dormire — dicono gli operai —, ecco perché continuano a peggiorare il trattamento, per farci fuori ». Nell'assemblea seguita ieri mattina alla « colazione all'aperto », gli operai della « Casa » hanno approvato un documento in cui si chiede: la ripresa del servizio mensa, la garanzia della continuità del rapporto di alloggio, il riconoscimento dei delegati di piano, la garanzia che non ci siano rappresaglie contro chi ha partecipato alla manifestazione, il blocco dei lavori (non quelli di pulizia reputati indispensabili: « Di notte ci sono i topi che corrono fra i letti ») di sgombero delle stanze occupate da operai. Una nuova assemblea a cui sono invitati gli abitanti del quartiere è stata indetta per mercoledì 24. La protesta di 50 operai alla Casa di viale dei Mughetti La casa dell'operaio "Don Orione., alle Vallette sarà forse trasformata in un ospedale di zona La casa dell'operaio "Don Orione., alle Vallette sarà forse trasformata in un ospedale di zona "Sit in" dei duecento giovani ospiti - Mercoledì nuova assemblea con gli abitanti del quartiere Una cinquantina di operai « ospiti » della « Casa dello peraio don Orione » delle Val lette hanno mangiato « pane, salame e olive » ieri mattina davanti alla sede di viale dei Mughetti per protestare contro l'intenzione di chiudere, manifestata dalla direzione. La « Casa » accoglie circa 200 operai, tutti immigrati e che non si possono permettere una sistemazione migliore. « Con i prezzi che hanno adesso gli alloggi — dicono gli abitanti della " Casa " — non possiamo andare a pagare un affitto, e non possiamo neppure andare a mangiare due volte al giorno al ristorante ». Con la spesa di 7 mila lire al mese a testa si può avere un letto in una camera a 3 posti (6 mila in camera a sei). Nel prezzo non sono comprese lenzuola e coperte. « E i materassi sono vecchi di 10 anni e pieni di cimici » dicono ancora gli operai. I servizi sono comuni con tur-ri prestabiliti per la doccia. Un pasto al refettorio costava 750 lire, ora questo servizio è stato abolito. « E' chiaro che vogliono poco alla volta chiudere la "Casa"», si preoccupano quel- li che vi abitano. « Dai 450 che eravamo inizialmente siamo ridotti appena a duecento e rifiutano di accogliere altri ospiti. Dei dieci piani dello stabile, due sono occupati da succursali di scuole, uno dall'abitazione e dagli uffici del dittore. Adesso ci hanno avvertito di sgombe¬ rare entro settembre anche il quarto piano. La mensa, garantita dal regolamento della Casa, è stata soppressa e siamo costretti a mangiare pane, salame e olive seduti sui letti in cui dormiamo: in ogni camera c'è un solo tavolinetto a cui può sedersi una persona sola ». Il fatto nuovo che ha causato la protesta più clamorosa degli « ospiti » della Casa, è un articolo comparso LUÌ bollettino parrocchiale pubblicato dagli stessi religiosi che gestiscono l'istituto. In esso si chiede che l'edificio venga utilizzato per un ospedale di zona. « Così noi ci troveremmo tutti senza un posto in cui dormire — dicono gli operai —, ecco perché continuano a peggiorare il trattamento, per farci fuori ». Nell'assemblea seguita ieri mattina alla « colazione all'aperto », gli operai della « Casa » hanno approvato un documento in cui si chiede: la ripresa del servizio mensa, la garanzia della continuità del rapporto di alloggio, il riconoscimento dei delegati di piano, la garanzia che non ci siano rappresaglie contro chi ha partecipato alla manifestazione, il blocco dei lavori (non quelli di pulizia reputati indispensabili: « Di notte ci sono i topi che corrono fra i letti ») di sgombero delle stanze occupate da operai. Una nuova assemblea a cui sono invitati gli abitanti del quartiere è stata indetta per mercoledì 24. La protesta di 50 operai alla Casa di viale dei Mughetti
Persone citate: Don Orione
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