Fabbricava banconote false adesso canta nei "dancing,,

Fabbricava banconote false adesso canta nei "dancing,, Cézanne: dal carcere alla musica leggera Fabbricava banconote false adesso canta nei "dancing,, "Ho cominciato in cella, sapevo usare l'armonica a bocca" racconta - "Il successo? Ho avuto tutto dalla vita, miss Francia è stata la mia donna, ma l'ho lasciata perché era troppo bella" - Faranno un fdm su di lui nello stile di " Papillon " (Dal nostro inviato speciale) Alassio, 15 luglio. Stasera, in un dancing all'uscita di Alassio, canta Cézanne. Ma non è un pittore: è un falsario. E' stato tre volte in carcere, a Sanremo, Bologna (era con Nigrisoli), Marsiglia. Una notte era vicino di cella di Grosson, condannato alla ghigliottina: per non sentirlo camminare avanti e indietro, ha cantato fino all'alba. Ha incominciato così. Da allora, ha composto quaranta canzoni, una anche per Nilla Pizzi ^«Semplicità di ima regina»;, è diventato paroliere di Robert, Charles Trenet, Aznavour. Alfredo Barattini, 47 anni, parigino, ha scritto un libro (« Lo chiamavano Cézanne ») sullo stile di «Papillon»: se ne farà un film (dice) come è stato per «Papillon». Ieri pomeriggio c'erano le prove dello spettacolo di stasera. Cézanne è nel locale, il suo complesso (14 elementi tra i quali un bambino di 1012 anni che recita poesie) esegue le canzoni dello show. La musica è interrotta dai colpi secchi del tiro al piattello che confina con il dancing - ristorante. E' difficile parlare. C'è una raffica di spari; Cézanne sorride: «Io amavo le armi». — Lei ha mai sparato a qualcuno? «Anche lo avessi fatto, non glielo direi. Comunque -sono un violento ». — Quando è entrato nel «giro»? «Mia madre è morta che avevo sette anni, mio padre era troppo giovane per avere voglia di occuparsi di me. Passavo da una zia all'altra, ma mi sono stancato presto. E lei immagina che cosa poteva fare un ragazzo, solo, a Parigi». — Come viveva? «Mi divertivo». — No, intendo dire, di che cosa viveva? «Cosi — fa un gesto con la mano — avevo degli amici». — E le banconote false? «Dicono che io portassi dei "pacchi" a persone importanti». — Solo un fattorino? «No. Dicono che poi mi sia messo a fabbricarle». — E come «dicono» che lei le fabbricasse? «Un procedimento giapponese. Macchinari da diciassette miliardi: uranio, cobalto e cellule solari. Si lavorava in camere blindate». — Quando l'hanno presa? «La prima volta, nel '51, a Sanremo: dollari e lire per centinaia di milioni. Dicono. Avevo due fabbriche a Cannes, un palazzo con ottanta alloggi, nights. Mi hanno arrestato lasciandomi "sul liscio". I giornali e la televisione dicevano: "Chi lo conosce si presenti alla polizia", ci sono andati in due: sono morti. Mi hanno condannato a quattro anni: ne ho fatto uno e mezzo, poi è venuta l'amnistia». — E le altre volte? «La seconda, roba da poco. La terza, nel '61, in Francia. Ho falsificato tante di quelle lire malgasce, che la moneta ha svalutato, certe banche in Madagascar hanno chiuso. Poi c'erano i soliti dollari. Mi condannano... Ah, dimentica vo: questo è quello che dicono. Mi prendo dieci mesi. Poi mi vogliono in Italia, a Bologna. Una banda spaccia banconote false al Casinò di Baden-Baden: le ho fatte io, dicono». — E le canzoni, quando incomincia? «Durante i primi dieci mesi di carcere. Dopo un tentativo di evasione (ho fatto crollare il pavimento della cella) non sapevo come passare il tempo. Sapevo usare l'armonica a bocca. Mi sono messo a suonare: prima solo musica, poi anche le parole. Canzoni melodiche, tristi, sulle mie esperienze: "L'avvocato", "Per essere un uomo", "Senza lavoro", "Povera gente". Io ho sempre cantato gli umili, ma non conoscevo la musica. Uscito dal carcere ho trovato un maestro: io suonavo le mie canzoni composte così a orecchio e lui le scriveva ». — E' la prospettiva del successo che l'ha tirata fuori dal giro? «A me non interessa il successo. Non voglio essere altro c'ie quello che sono. Ho avuto tutto dalla vita. Miss Francia è stata la mia donna, ma io l'ho lasciata perché era troppo bella». Ora Cézanne sì alza, vuole farmi sentire qualche sua canzone. Si cerca il pianista che dovrebbe essere qui alle cinque: sono le sei mezze e ancora non si è visto. «Io lo caccio via, lo caccio via: sono fatto così. Io quando mi arrabbio...». Il direttore dello spettacolo propone: «Diamo la musica all'organista che ha fatto il conservatorio». Gli mettono sul leggio lo spartito di «Per essere un uomo». Prova qualche nota, ma sbaglia. Una ragazza del gruppo gli canticchia il motivo, ma lui non l'imbrocca lo stesso. — Pazienza, non si preoccupi signor Cézanne. Tornerò. Gianni Gambarotta Fabbricava banconote false adesso canta nei "dancing,, Cézanne: dal carcere alla musica leggera Fabbricava banconote false adesso canta nei "dancing,, "Ho cominciato in cella, sapevo usare l'armonica a bocca" racconta - "Il successo? Ho avuto tutto dalla vita, miss Francia è stata la mia donna, ma l'ho lasciata perché era troppo bella" - Faranno un fdm su di lui nello stile di " Papillon " (Dal nostro inviato speciale) Alassio, 15 luglio. Stasera, in un dancing all'uscita di Alassio, canta Cézanne. Ma non è un pittore: è un falsario. E' stato tre volte in carcere, a Sanremo, Bologna (era con Nigrisoli), Marsiglia. Una notte era vicino di cella di Grosson, condannato alla ghigliottina: per non sentirlo camminare avanti e indietro, ha cantato fino all'alba. Ha incominciato così. Da allora, ha composto quaranta canzoni, una anche per Nilla Pizzi ^«Semplicità di ima regina»;, è diventato paroliere di Robert, Charles Trenet, Aznavour. Alfredo Barattini, 47 anni, parigino, ha scritto un libro (« Lo chiamavano Cézanne ») sullo stile di «Papillon»: se ne farà un film (dice) come è stato per «Papillon». Ieri pomeriggio c'erano le prove dello spettacolo di stasera. Cézanne è nel locale, il suo complesso (14 elementi tra i quali un bambino di 1012 anni che recita poesie) esegue le canzoni dello show. La musica è interrotta dai colpi secchi del tiro al piattello che confina con il dancing - ristorante. E' difficile parlare. C'è una raffica di spari; Cézanne sorride: «Io amavo le armi». — Lei ha mai sparato a qualcuno? «Anche lo avessi fatto, non glielo direi. Comunque -sono un violento ». — Quando è entrato nel «giro»? «Mia madre è morta che avevo sette anni, mio padre era troppo giovane per avere voglia di occuparsi di me. Passavo da una zia all'altra, ma mi sono stancato presto. E lei immagina che cosa poteva fare un ragazzo, solo, a Parigi». — Come viveva? «Mi divertivo». — No, intendo dire, di che cosa viveva? «Cosi — fa un gesto con la mano — avevo degli amici». — E le banconote false? «Dicono che io portassi dei "pacchi" a persone importanti». — Solo un fattorino? «No. Dicono che poi mi sia messo a fabbricarle». — E come «dicono» che lei le fabbricasse? «Un procedimento giapponese. Macchinari da diciassette miliardi: uranio, cobalto e cellule solari. Si lavorava in camere blindate». — Quando l'hanno presa? «La prima volta, nel '51, a Sanremo: dollari e lire per centinaia di milioni. Dicono. Avevo due fabbriche a Cannes, un palazzo con ottanta alloggi, nights. Mi hanno arrestato lasciandomi "sul liscio". I giornali e la televisione dicevano: "Chi lo conosce si presenti alla polizia", ci sono andati in due: sono morti. Mi hanno condannato a quattro anni: ne ho fatto uno e mezzo, poi è venuta l'amnistia». — E le altre volte? «La seconda, roba da poco. La terza, nel '61, in Francia. Ho falsificato tante di quelle lire malgasce, che la moneta ha svalutato, certe banche in Madagascar hanno chiuso. Poi c'erano i soliti dollari. Mi condannano... Ah, dimentica vo: questo è quello che dicono. Mi prendo dieci mesi. Poi mi vogliono in Italia, a Bologna. Una banda spaccia banconote false al Casinò di Baden-Baden: le ho fatte io, dicono». — E le canzoni, quando incomincia? «Durante i primi dieci mesi di carcere. Dopo un tentativo di evasione (ho fatto crollare il pavimento della cella) non sapevo come passare il tempo. Sapevo usare l'armonica a bocca. Mi sono messo a suonare: prima solo musica, poi anche le parole. Canzoni melodiche, tristi, sulle mie esperienze: "L'avvocato", "Per essere un uomo", "Senza lavoro", "Povera gente". Io ho sempre cantato gli umili, ma non conoscevo la musica. Uscito dal carcere ho trovato un maestro: io suonavo le mie canzoni composte così a orecchio e lui le scriveva ». — E' la prospettiva del successo che l'ha tirata fuori dal giro? «A me non interessa il successo. Non voglio essere altro c'ie quello che sono. Ho avuto tutto dalla vita. Miss Francia è stata la mia donna, ma io l'ho lasciata perché era troppo bella». Ora Cézanne sì alza, vuole farmi sentire qualche sua canzone. Si cerca il pianista che dovrebbe essere qui alle cinque: sono le sei mezze e ancora non si è visto. «Io lo caccio via, lo caccio via: sono fatto così. Io quando mi arrabbio...». Il direttore dello spettacolo propone: «Diamo la musica all'organista che ha fatto il conservatorio». Gli mettono sul leggio lo spartito di «Per essere un uomo». Prova qualche nota, ma sbaglia. Una ragazza del gruppo gli canticchia il motivo, ma lui non l'imbrocca lo stesso. — Pazienza, non si preoccupi signor Cézanne. Tornerò. Gianni Gambarotta

Persone citate: Aznavour, Charles Trenet, Gianni Gambarotta, Miss Francia, Nigrisoli, Nilla Pizzi