Sansone all'Arena come per De Mille di Alvaro Gili

Sansone all'Arena come per De Mille Contrattempi per l'opera a Verona Sansone all'Arena come per De Mille (Nostro servizio particolare) Verona, 14 luglio. Mezzo miracolo ieri sera all'inaugurazione della 52" stagione lirica all'Arena di Verona. Tutte le premesse erano buone per mandare a casa le 15 mila persone che avevano già acquistato il biglietto per assistere all'opera Sansone e Dalila. Incominciò martedì scorso, durante le prove generali: le 250 comparse erano entrate in agitazione e si erano rifiutate di cantare. Lo sciopero, dopo lunghe trattative durate fino a sabato scorso, era rientrato; le richieste accolte: 2 mila lire in più per persona. Intanto, per Verona circolavano manifestini ciclostilati firmati «lavoratori dello spettacolo ed istituzioni musicali» che invitavano tutte le forze politiche e sin¬ ducali ad impegnarsi in una lotta affinché venga approvata la nuova legge. Vi si leggeva testualmente: «Noi sappiamo che in Italia vi è qualche sovrintendente valido, come Carlo Alberto Cappelli e Giuseppe Erba (del Teatro Regio di Torino, n.d.r.), ma sappiamo che vi sono sovrintendenti che con la musica non hanno proprio niente a che fare, per non parlare dei direttori artistici». Infine, non poteva mancare l'episodio terroristico, tanto in uso in questi tempi. Ieri mattina uno dei macchinisti trovava una bottiglia «molotov» nascosta fra gli scenari. La bottiglia conteneva due litri di benzina, lo stoppino che doveva servire da miccia era stato acceso, ma le fiamme si erano spente prima di arrivare al combustibile. Se fosse esplosa, l'incendio che si sarebbe sprigionato avrebbe distrutto tutto il materiale di scena. L'ultimo episodio, di stile «prima donna», riguarda infine la soprano bulgara Raina Kabaivanska. La cantante, che doveva cantare questa sera nella Tosca, seconda opera in cartellone, ha lasciato Verona imbronciata e malconcia. Era accaduto che venerdì, durante le prove generali, la cantante, entrando nella scena costituita da una piattaforma circolare con una notevole inclinatura, aveva perso l'equilibrio ed era rotolata giù rovinandosi una gamba. Un po' per la paura, un po' per il dolore, la Kabaivanska non si era più presentata, lasciando il tenore Placido Domingo a duettare con il maestro Nino Sanzogno, che oltre a dirigere l'opera fungeva da soprano. A sostituire la Kabaivanska è stata recuperata in extremis Orianna Santunione. Nonostante tutti questi contrattempi, ieri sera, puntualmente, il gong dell'Arena ha suonato per la cinquantaduesima volta e, mentre le luci si spegnevano, migliaia di candelette si accendevano sugli spalti creando uno spettacolo nello spettacolo. Le gradinate erano quasi piene, con molti forestieri, in gran parte villeggianti sul lago di Garda o nelle spiagge venete. Pochi sono arrivati da lontano: il peso della benzina si fa sentire. Sansone e Dalila d. Camille Saint-Saens, era stata data all'Arena una sola volta nel 1921. Tutta l'opera si presta alla grande coreografia e qui a Verona non hanno rinunciato a nulla. Tutto si è svolto come in un grande «kolossal» in technicolor, alla Cecil De Mille. Guerrieri, ebrei, filistei non si contavano, arrivavano da tutte le parti, perfino con i cavalli, alcuni dei quali non andando d'accordo con la musica scalciavano. L'opera richiede due protagonisti vocalmente e scenicamente dotati: Fiorenza Cossotto è stata all'altezza della situazione, affiancata dal francese Gilbert Py. Alvaro Gili Sansone all'Arena come per De Mille Contrattempi per l'opera a Verona Sansone all'Arena come per De Mille (Nostro servizio particolare) Verona, 14 luglio. Mezzo miracolo ieri sera all'inaugurazione della 52" stagione lirica all'Arena di Verona. Tutte le premesse erano buone per mandare a casa le 15 mila persone che avevano già acquistato il biglietto per assistere all'opera Sansone e Dalila. Incominciò martedì scorso, durante le prove generali: le 250 comparse erano entrate in agitazione e si erano rifiutate di cantare. Lo sciopero, dopo lunghe trattative durate fino a sabato scorso, era rientrato; le richieste accolte: 2 mila lire in più per persona. Intanto, per Verona circolavano manifestini ciclostilati firmati «lavoratori dello spettacolo ed istituzioni musicali» che invitavano tutte le forze politiche e sin¬ ducali ad impegnarsi in una lotta affinché venga approvata la nuova legge. Vi si leggeva testualmente: «Noi sappiamo che in Italia vi è qualche sovrintendente valido, come Carlo Alberto Cappelli e Giuseppe Erba (del Teatro Regio di Torino, n.d.r.), ma sappiamo che vi sono sovrintendenti che con la musica non hanno proprio niente a che fare, per non parlare dei direttori artistici». Infine, non poteva mancare l'episodio terroristico, tanto in uso in questi tempi. Ieri mattina uno dei macchinisti trovava una bottiglia «molotov» nascosta fra gli scenari. La bottiglia conteneva due litri di benzina, lo stoppino che doveva servire da miccia era stato acceso, ma le fiamme si erano spente prima di arrivare al combustibile. Se fosse esplosa, l'incendio che si sarebbe sprigionato avrebbe distrutto tutto il materiale di scena. L'ultimo episodio, di stile «prima donna», riguarda infine la soprano bulgara Raina Kabaivanska. La cantante, che doveva cantare questa sera nella Tosca, seconda opera in cartellone, ha lasciato Verona imbronciata e malconcia. Era accaduto che venerdì, durante le prove generali, la cantante, entrando nella scena costituita da una piattaforma circolare con una notevole inclinatura, aveva perso l'equilibrio ed era rotolata giù rovinandosi una gamba. Un po' per la paura, un po' per il dolore, la Kabaivanska non si era più presentata, lasciando il tenore Placido Domingo a duettare con il maestro Nino Sanzogno, che oltre a dirigere l'opera fungeva da soprano. A sostituire la Kabaivanska è stata recuperata in extremis Orianna Santunione. Nonostante tutti questi contrattempi, ieri sera, puntualmente, il gong dell'Arena ha suonato per la cinquantaduesima volta e, mentre le luci si spegnevano, migliaia di candelette si accendevano sugli spalti creando uno spettacolo nello spettacolo. Le gradinate erano quasi piene, con molti forestieri, in gran parte villeggianti sul lago di Garda o nelle spiagge venete. Pochi sono arrivati da lontano: il peso della benzina si fa sentire. Sansone e Dalila d. Camille Saint-Saens, era stata data all'Arena una sola volta nel 1921. Tutta l'opera si presta alla grande coreografia e qui a Verona non hanno rinunciato a nulla. Tutto si è svolto come in un grande «kolossal» in technicolor, alla Cecil De Mille. Guerrieri, ebrei, filistei non si contavano, arrivavano da tutte le parti, perfino con i cavalli, alcuni dei quali non andando d'accordo con la musica scalciavano. L'opera richiede due protagonisti vocalmente e scenicamente dotati: Fiorenza Cossotto è stata all'altezza della situazione, affiancata dal francese Gilbert Py. Alvaro Gili

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