Valcareggi sapeva già tutto di Bruno Bernardi

Valcareggi sapeva già tutto Nessuna novità dai mondiali per il c. t. azzurro Valcareggi sapeva già tutto "Come Cruyff giocava già Valentino Mazzola" - "Per eambiare il gioco bisognerebbe cambiare troppe situazioni" - Accuse alla stampa e ai dirigenti - "I giocatori adatti non mancano" DAL NOSTRO INVIATO Monaco, 7 luglio. « Questi "mondiali" non mi hanno fornito indicazioni nuove: sapevo già prima di venire in Germania quale sarebbe stato il gioco delle maggiori protagoniste ». Ferruccio Valcareggi respinge, ancora una volta, le critiche che gli sono state mosse dopo la disfatta di Stoccarda: l'avevano accusato di non avere una perfetta conoscenza degli avversari (e di conseguenza erano stati chiamati in causa anche i suoi diretti collaboratori Bearzot e Vicini), ma lui insiste nel dire che tutto era stato programmato nei dettagli. Se poi Houseman, considerato da Valcareggi una mezza punta, si trasforma in "quarta punta" e disputa una partita eccezionale contro gli azzur ri."questo fa^ parte dell'imponderabile per il et. Ieri Valcareggi ha rivisto la Polonia che ha sconfitto di misura il Brasile: era una brutta co- pia di quella che ci aveva eliminato dalla Coppa Ieri Valcareggi ha rivisto la Polonia che ha del Mondo. « Rimane una bellissima squadra dice Valcareggi — anche se contro il Brasile correva un po' sulle ginocchia per la fatica accumulata nelle precedenti sei partite ». Valcareggi non ha molta voglia di parlare. Dopo Stoccarda ha trascorso giorni quasi in solitudine, cercando di evitare incontri imbarazzanti. Anche qui a Monaco si è comportato allo stesso modo. L'uomo ha il morale sotto I tacchi, sia per l'esito fallimentare della spedizione tedesca, sia per la malafede (a suo dire) riscontrata in certe persone. « E' stata più dura di altre volte — ammette Valcareggi —: è stata forse la delusione più atroce della mia carriera di allenatore perché tutti eravamo ottimisti alla vigilia della Coppa del Mondo: io come l'ultimo tifoso italiano. Non si questo sì Invece è successo che le polemiche hanno diviso la squadra, che l'ambiente azzurro si è guastato ed è mancata l'unità d'intenti. Inoltre l'Italia ha dimostrato di praticare un football ormai anacronistico. pretendeva di vincere il titolo ma di andare avanti, . .1 Solo l'Olanda « Non mi pare, però, che in Germania ci sia qualcosa di nuovo — insiste Valcareggi —. lo non vorrei essere frainteso o scambiato per presuntuoso dicendo queste cose. Forse c'è l'Olanda che si stacca dalle altre, che ha qualcosa di diverso, che può essere definita una squadra* fenomeno: ha un portiere, nove giocatori di classe internazionale e ha Cruyff, un autentico asso, L'Olanda è l'eccezione che conferma la regola. Non ha certo inventato i terzini che avanzano o lo scambio dei ruoli. La forza straordinaria dell'Olanda sta nel movimento dei suoi uomini in tutti i settori del campo. In Messico il Brasile aveva Carlos Alberto e Clodoaldo sulla linea difensiva, mentre nelle squadre di club i due giocavano centrocampisti o attaccanti. Da noi una simile metamorfosi sarebbe impensabile. E' una questione di mentalità. Secondo me nel calcio non c'è nulla di nuovo. Basti pensare che Valentino Mazzola faceva quello che fa oggi Cruyff». — L'Italia però deve aggiornarsi, cambiare gioco e mentalità: come si può fare? « Bisognerebbe che cominciassero gli organi di stampa a promuovere una campagna in tal senso, e poi toccherebbe ai presidenti di società, che dovrebbero consentire agli allenatori di varare fenomeno: ha un portiere, nove giocatori di classe programmi a lunga scadenza senza pensare troppo -.ii- .|nnn:C:An k m n .LI „„ Un 11 onvannan? Ani>ka alla classifica. Ma chi ne ha il coraggio? Anche a livello di Nazionale ci dovrebbero essere riunioni tra i tecnici, invece sono rimaste nelle intenzioni. Noi vediamo che l'Olanda ha uomini intercambiabili, che non ha più difensori, centrocampisti o attaccanti ma giocatori che riassumono queste tre caratteristiche ». — CI sono giocatori in Italia in grado di svolgere un gioco a largo respiro? « Certamente — continua Valcareggi — e ce ne sono parecchi, come Martini, come Rocca o Maldera; ma, lo ripeto, è la mentalità che deve cambiare. La squadra ideale sarebbe quella dove Benetti e Re Cecconl, tanto per fare un esemplo, fossero impiegati nel ruolo di terzino. Noi in Messico avevamo un Cera che sapeva andare avanti, un Facchetti che sapeva inserirsi nella fascia la- ferale. Ho subito critiche perché dicevano che De Sisti faceva il terzino, cosa che nelle altre nazionali avviene regolarmente; quando un difensore avanza, uno deve coprirlo alle spalle. In Messico non perdemmo certo la finale per i sei minuti di Rivera, ma perché Gerson sbloccò il risultato e spezzò l'equilibrio della partita. Se segnavamo noi per primi poteva accadere la stessa cosa ». — Cambierà qualcosa in Italia? « Da noi si giocherà ancora come negli ultimi anni per qualche tempo, ma la colpa non è nemmeno nostra, cioè d! noi tecnici ». — E di chi allora? « Lasciamo perdere. Bisognerebbe cominciare dai settori giovanili. Lazio e Fiorentina hanno già fatto qualcosa: hanno terzini come Martini e Roggi che sono praticamente dei centrocampisti ». Valcareggi non aggiunge altro. Hi. un contratto che lo lega alla Nazionale fino alla fine di giugno del 1975. Quando gli chiedo se ha in testa prov- vedimenti per rifare la squadra azzurra, replica »ah .... ~ au.. . m„ » _ n:-..!i_ a —■ con un secco: « No comment ». Risulta, però, che se il consiglio federale, nella riunione del 13 luglio prossimo, a Firenze, gli confermerà — come è scontato — la fiducia, Valcareggi, per la prima volta da quando è commissario tecnico, chiederà certe garanzie. In altre parole tenterà di imporre un programma che guardi ai « mondiali » del '78 in Argentina anche se c'è il campionato d'Europa che bussa alle porte e che ci farà incontrare, oltre alla modesta Finlandia, squadroni come l'Olanda e la Polonia. Forse rimane Qualcuno dice che Valcareggi senza garanzie potrebbe non accettare la conferma del contratto. Ufficialmente II et. dice che intende rispettare l'impegno fino in fondo. Intanto ha continuato anche oggi il suo lavoro assistendo alla finalissima tra Olanda e Germania Ovest. Questo il commento di Valcareggi sulla finalissima: « Una partita fantastica. A questo livello solo Olanda e Germania Ovest possono giocare. Sono due squadre che si difendono e subito dopo attaccano in forze. E' stata una delle più belle finali della Coppa del Mondo. In Messico, tra noi e il Brasile, fu tutta un'altra cosa. C'era un ambiente diverso. Qui a Monaco mi sono davvero divertito. Nel primo tempo ho visto una notevole prestazione di Hoeness. Il risultato è stato favorevole alla Germania Ovest, che ha saputo rimettere in sesto una difficile situazione e, nella ripresa, ha resistito agli assalti dell'Olanda ». Bruno Bernardi Valcareggi sapeva già tutto Nessuna novità dai mondiali per il c. t. azzurro Valcareggi sapeva già tutto "Come Cruyff giocava già Valentino Mazzola" - "Per eambiare il gioco bisognerebbe cambiare troppe situazioni" - Accuse alla stampa e ai dirigenti - "I giocatori adatti non mancano" DAL NOSTRO INVIATO Monaco, 7 luglio. « Questi "mondiali" non mi hanno fornito indicazioni nuove: sapevo già prima di venire in Germania quale sarebbe stato il gioco delle maggiori protagoniste ». Ferruccio Valcareggi respinge, ancora una volta, le critiche che gli sono state mosse dopo la disfatta di Stoccarda: l'avevano accusato di non avere una perfetta conoscenza degli avversari (e di conseguenza erano stati chiamati in causa anche i suoi diretti collaboratori Bearzot e Vicini), ma lui insiste nel dire che tutto era stato programmato nei dettagli. Se poi Houseman, considerato da Valcareggi una mezza punta, si trasforma in "quarta punta" e disputa una partita eccezionale contro gli azzur ri."questo fa^ parte dell'imponderabile per il et. Ieri Valcareggi ha rivisto la Polonia che ha sconfitto di misura il Brasile: era una brutta co- pia di quella che ci aveva eliminato dalla Coppa Ieri Valcareggi ha rivisto la Polonia che ha del Mondo. « Rimane una bellissima squadra dice Valcareggi — anche se contro il Brasile correva un po' sulle ginocchia per la fatica accumulata nelle precedenti sei partite ». Valcareggi non ha molta voglia di parlare. Dopo Stoccarda ha trascorso giorni quasi in solitudine, cercando di evitare incontri imbarazzanti. Anche qui a Monaco si è comportato allo stesso modo. L'uomo ha il morale sotto I tacchi, sia per l'esito fallimentare della spedizione tedesca, sia per la malafede (a suo dire) riscontrata in certe persone. « E' stata più dura di altre volte — ammette Valcareggi —: è stata forse la delusione più atroce della mia carriera di allenatore perché tutti eravamo ottimisti alla vigilia della Coppa del Mondo: io come l'ultimo tifoso italiano. Non si questo sì Invece è successo che le polemiche hanno diviso la squadra, che l'ambiente azzurro si è guastato ed è mancata l'unità d'intenti. Inoltre l'Italia ha dimostrato di praticare un football ormai anacronistico. pretendeva di vincere il titolo ma di andare avanti, . .1 Solo l'Olanda « Non mi pare, però, che in Germania ci sia qualcosa di nuovo — insiste Valcareggi —. lo non vorrei essere frainteso o scambiato per presuntuoso dicendo queste cose. Forse c'è l'Olanda che si stacca dalle altre, che ha qualcosa di diverso, che può essere definita una squadra* fenomeno: ha un portiere, nove giocatori di classe internazionale e ha Cruyff, un autentico asso, L'Olanda è l'eccezione che conferma la regola. Non ha certo inventato i terzini che avanzano o lo scambio dei ruoli. La forza straordinaria dell'Olanda sta nel movimento dei suoi uomini in tutti i settori del campo. In Messico il Brasile aveva Carlos Alberto e Clodoaldo sulla linea difensiva, mentre nelle squadre di club i due giocavano centrocampisti o attaccanti. Da noi una simile metamorfosi sarebbe impensabile. E' una questione di mentalità. Secondo me nel calcio non c'è nulla di nuovo. Basti pensare che Valentino Mazzola faceva quello che fa oggi Cruyff». — L'Italia però deve aggiornarsi, cambiare gioco e mentalità: come si può fare? « Bisognerebbe che cominciassero gli organi di stampa a promuovere una campagna in tal senso, e poi toccherebbe ai presidenti di società, che dovrebbero consentire agli allenatori di varare fenomeno: ha un portiere, nove giocatori di classe programmi a lunga scadenza senza pensare troppo -.ii- .|nnn:C:An k m n .LI „„ Un 11 onvannan? Ani>ka alla classifica. Ma chi ne ha il coraggio? Anche a livello di Nazionale ci dovrebbero essere riunioni tra i tecnici, invece sono rimaste nelle intenzioni. Noi vediamo che l'Olanda ha uomini intercambiabili, che non ha più difensori, centrocampisti o attaccanti ma giocatori che riassumono queste tre caratteristiche ». — CI sono giocatori in Italia in grado di svolgere un gioco a largo respiro? « Certamente — continua Valcareggi — e ce ne sono parecchi, come Martini, come Rocca o Maldera; ma, lo ripeto, è la mentalità che deve cambiare. La squadra ideale sarebbe quella dove Benetti e Re Cecconl, tanto per fare un esemplo, fossero impiegati nel ruolo di terzino. Noi in Messico avevamo un Cera che sapeva andare avanti, un Facchetti che sapeva inserirsi nella fascia la- ferale. Ho subito critiche perché dicevano che De Sisti faceva il terzino, cosa che nelle altre nazionali avviene regolarmente; quando un difensore avanza, uno deve coprirlo alle spalle. In Messico non perdemmo certo la finale per i sei minuti di Rivera, ma perché Gerson sbloccò il risultato e spezzò l'equilibrio della partita. Se segnavamo noi per primi poteva accadere la stessa cosa ». — Cambierà qualcosa in Italia? « Da noi si giocherà ancora come negli ultimi anni per qualche tempo, ma la colpa non è nemmeno nostra, cioè d! noi tecnici ». — E di chi allora? « Lasciamo perdere. Bisognerebbe cominciare dai settori giovanili. Lazio e Fiorentina hanno già fatto qualcosa: hanno terzini come Martini e Roggi che sono praticamente dei centrocampisti ». Valcareggi non aggiunge altro. Hi. un contratto che lo lega alla Nazionale fino alla fine di giugno del 1975. Quando gli chiedo se ha in testa prov- vedimenti per rifare la squadra azzurra, replica »ah .... ~ au.. . m„ » _ n:-..!i_ a —■ con un secco: « No comment ». Risulta, però, che se il consiglio federale, nella riunione del 13 luglio prossimo, a Firenze, gli confermerà — come è scontato — la fiducia, Valcareggi, per la prima volta da quando è commissario tecnico, chiederà certe garanzie. In altre parole tenterà di imporre un programma che guardi ai « mondiali » del '78 in Argentina anche se c'è il campionato d'Europa che bussa alle porte e che ci farà incontrare, oltre alla modesta Finlandia, squadroni come l'Olanda e la Polonia. Forse rimane Qualcuno dice che Valcareggi senza garanzie potrebbe non accettare la conferma del contratto. Ufficialmente II et. dice che intende rispettare l'impegno fino in fondo. Intanto ha continuato anche oggi il suo lavoro assistendo alla finalissima tra Olanda e Germania Ovest. Questo il commento di Valcareggi sulla finalissima: « Una partita fantastica. A questo livello solo Olanda e Germania Ovest possono giocare. Sono due squadre che si difendono e subito dopo attaccano in forze. E' stata una delle più belle finali della Coppa del Mondo. In Messico, tra noi e il Brasile, fu tutta un'altra cosa. C'era un ambiente diverso. Qui a Monaco mi sono davvero divertito. Nel primo tempo ho visto una notevole prestazione di Hoeness. Il risultato è stato favorevole alla Germania Ovest, che ha saputo rimettere in sesto una difficile situazione e, nella ripresa, ha resistito agli assalti dell'Olanda ». Bruno Bernardi