Monaco è diventata un Carnevale di Rio di Tito Sansa

Monaco è diventata un Carnevale di Rio Vivo entusiasmo dopo la vittoria Monaco è diventata un Carnevale di Rio (Dal nostro corrispondente) Monaco, 7 luglio. Il baccanale è cominciato con il fischio di chiusura. Milioni di tedeschi di ogni età si sono abbracciati nelle case dinanzi ai televisori, nei locali pubblici, nei treni, stappando bottiglie di birra e di spumante, si sono affacciati alle finestre salutandosi e complimentandosi a vicenda con l'indice e il medio alzati nel segno di vittoria reso famoso da Churchill. Le strade erano deserte come nei giorni della crisi energetica. Città e villaggi avevano un aspetto spettrale. Dalle finestre aperte si erano udite per un'ora e mezzo le urla della folla di Monaco ritrasmesse dalle radio e dai televisori alzati a tutto volume. Poi, d'improvviso, in tutto il Paese è stato uno sventolio delle bandiere nerorosso-oro dalla combinazione cromatica un po' tetra. Per I tedeschi era la prima grande sbandierata dopo quella di vent'anni fa del 4 luglio 1954, quando la Nazionale di Fritz Walter vinse i mondiali a Berna. Le bandiere sono state come un segnale. A Monaco e anche nelle altre città, i tedeschi, che non hanno una loro festa nazionale, sono scesi per le strade con il vessillo, improvvisando una sorta di 14 luglio francese o di Carnevale di Rio. Nel centro delle grandi città, come nella notte di Capodanno, migliaia di automobili sono confluite strombettando, mentre la gente sventolava bandiere, beveva e urlava. Ho visto automobili passare col semaforo rosso e i poliziotti stare a guardare sorridendo. Nei quartieri popolari sono stati tirati mortaretti e bengala. Per le zone pedonali si muovevano cortei che urlavano << Olanda k.o. » e dappertutto cominciava un assalto alle osterie, che a tarda sera ancora continua. A Monaco stanotte non si dorme. Le automobili percorrono le strade strombazzando, i conducenti non si guardano in cagnesco come il solito, ma si sorridono, nel tram e nella sotterranea si canta, agli angoli si vedono ciondolare ubriachi. Nel crocevia principale, quello dello Stachus, una dozzina di persone si bagna nella fontana, due agenti a cavallo stanno a guardare. Ogni tanto passa qualche autoambulanza con le si¬ rene spiegate. Va a soccorrere persone che sono state colte da malore durante il secondo tempo, dicono al comando della polizia. Una signora ò morta per collasso a Monaco, quando un tiro dell'olandese Neeskens ha sfiorato il palo. « Quanto è bello che la vittoria della Germania sia legata a due nomi tedeschi come Maier e Miiller » è scritto su un lungo striscione dinanzi al municipio di Monaco. Maier e Miiller sono i due cognomi più diffusi, tipici della Germania, corrispondono al signor Rossi Italiano e a monsieur Dupont francese. Su un altro cartello, circondato di gente che discute animatamente, è scritto: « La Baviera è campione del mondo ». A protestare sono persone di altre regioni, che vengono sdegnosamente chiamate prussiani !.. I bavaresi li invitano senza tanti complimenti a tornarsene al loro paese. Chi ha segnato?, domandano. « I nostri Breitner e Miiller ». Chi ha diretto il gioco? « Il nostro Beckenbauer ». Chi ha parato tutto ciò che era parablle? Risposta: « Il nostro Maier ». Baviera campione del mondo, grida la folla che si va ingrossando. Poco tolleranti, i bavaresi cacciano via in malo modo gli allogeni, fischiano al passaggio di automobili con targhe di altre città. Allo stadio l'atmosfera di campanile non si avvertiva. Le bandiere erano tutte tedesche, il grido della massa era ■• Deutschland! Deutschland! ». I circa diecimila olandesi al seguito della loro squadra, per la prima volta erano in minoranza, dall'inizio dei mon¬ diali. Nella tribuna d'onore, ridotta a sole 303 personalità, intorno al presidente della Repubblica Walter Scheel brillavano come stelle di prima grandezza il ministro degli esteri americano Henry Kissinger e la diciassettenne Caroline, figlia di Ranieri e Grace di Monaco. Llz Taylor e il suo accompagnatore permanente sedevano in mezzo alla folla di sconosciuti nella fila n. 23, sventolando un'isolata bandiera olandese, poco lontano da Helmut Haller. Il calcio li aveva ridotti alla dimensione di comuni mortali. Il macellalo signor Taylor e II suo fischietto erano più importanti di loro e di uomini che decidono i destini del mondo. La zampata decisiva di Herr Gerd Miiller, nativo del villaggio di Nòrdllngen, vicino a Monaco, ha livellato tutti quanti sul nostro pianeta. In onor suo sono stati ingollati fiumi di birra e montagne di vivande. La Germania non ha ancora trovato una festa nazionale. Ha rifiutato il 17 giugno (l'insurrezione di Berlino nel '53), ha rifiutato Il 20 luglio (l'attentato contro Hitler nel '44), ha respinto il 24 maggio (l'entrata in vigore della Costituzione nel '49), non ha voluto sentir parlare dell'8 maggio (la fine della guerra nel '45). La sbandierata spontanea di oggi ha fatto ritrovare a milioni di tedeschi l'orgoglio nazionale. Questo 7 luglio 1974 passerà alla storia, potrebbe forse diventare la festa della Germania, la quale del resto non ha veramente nulla da festeggiare. Tito Sansa Monaco. Elizabeth Taylor, bandiera in pugno, ieri in tribuna in compagnia del nuovo amico, l'olandese Henry Wynberg: hanno fatto il tifo per Cruyff e soci (Telefoto Ap) Monaco è diventata un Carnevale di Rio Vivo entusiasmo dopo la vittoria Monaco è diventata un Carnevale di Rio (Dal nostro corrispondente) Monaco, 7 luglio. Il baccanale è cominciato con il fischio di chiusura. Milioni di tedeschi di ogni età si sono abbracciati nelle case dinanzi ai televisori, nei locali pubblici, nei treni, stappando bottiglie di birra e di spumante, si sono affacciati alle finestre salutandosi e complimentandosi a vicenda con l'indice e il medio alzati nel segno di vittoria reso famoso da Churchill. Le strade erano deserte come nei giorni della crisi energetica. Città e villaggi avevano un aspetto spettrale. Dalle finestre aperte si erano udite per un'ora e mezzo le urla della folla di Monaco ritrasmesse dalle radio e dai televisori alzati a tutto volume. Poi, d'improvviso, in tutto il Paese è stato uno sventolio delle bandiere nerorosso-oro dalla combinazione cromatica un po' tetra. Per I tedeschi era la prima grande sbandierata dopo quella di vent'anni fa del 4 luglio 1954, quando la Nazionale di Fritz Walter vinse i mondiali a Berna. Le bandiere sono state come un segnale. A Monaco e anche nelle altre città, i tedeschi, che non hanno una loro festa nazionale, sono scesi per le strade con il vessillo, improvvisando una sorta di 14 luglio francese o di Carnevale di Rio. Nel centro delle grandi città, come nella notte di Capodanno, migliaia di automobili sono confluite strombettando, mentre la gente sventolava bandiere, beveva e urlava. Ho visto automobili passare col semaforo rosso e i poliziotti stare a guardare sorridendo. Nei quartieri popolari sono stati tirati mortaretti e bengala. Per le zone pedonali si muovevano cortei che urlavano << Olanda k.o. » e dappertutto cominciava un assalto alle osterie, che a tarda sera ancora continua. A Monaco stanotte non si dorme. Le automobili percorrono le strade strombazzando, i conducenti non si guardano in cagnesco come il solito, ma si sorridono, nel tram e nella sotterranea si canta, agli angoli si vedono ciondolare ubriachi. Nel crocevia principale, quello dello Stachus, una dozzina di persone si bagna nella fontana, due agenti a cavallo stanno a guardare. Ogni tanto passa qualche autoambulanza con le si¬ rene spiegate. Va a soccorrere persone che sono state colte da malore durante il secondo tempo, dicono al comando della polizia. Una signora ò morta per collasso a Monaco, quando un tiro dell'olandese Neeskens ha sfiorato il palo. « Quanto è bello che la vittoria della Germania sia legata a due nomi tedeschi come Maier e Miiller » è scritto su un lungo striscione dinanzi al municipio di Monaco. Maier e Miiller sono i due cognomi più diffusi, tipici della Germania, corrispondono al signor Rossi Italiano e a monsieur Dupont francese. Su un altro cartello, circondato di gente che discute animatamente, è scritto: « La Baviera è campione del mondo ». A protestare sono persone di altre regioni, che vengono sdegnosamente chiamate prussiani !.. I bavaresi li invitano senza tanti complimenti a tornarsene al loro paese. Chi ha segnato?, domandano. « I nostri Breitner e Miiller ». Chi ha diretto il gioco? « Il nostro Beckenbauer ». Chi ha parato tutto ciò che era parablle? Risposta: « Il nostro Maier ». Baviera campione del mondo, grida la folla che si va ingrossando. Poco tolleranti, i bavaresi cacciano via in malo modo gli allogeni, fischiano al passaggio di automobili con targhe di altre città. Allo stadio l'atmosfera di campanile non si avvertiva. Le bandiere erano tutte tedesche, il grido della massa era ■• Deutschland! Deutschland! ». I circa diecimila olandesi al seguito della loro squadra, per la prima volta erano in minoranza, dall'inizio dei mon¬ diali. Nella tribuna d'onore, ridotta a sole 303 personalità, intorno al presidente della Repubblica Walter Scheel brillavano come stelle di prima grandezza il ministro degli esteri americano Henry Kissinger e la diciassettenne Caroline, figlia di Ranieri e Grace di Monaco. Llz Taylor e il suo accompagnatore permanente sedevano in mezzo alla folla di sconosciuti nella fila n. 23, sventolando un'isolata bandiera olandese, poco lontano da Helmut Haller. Il calcio li aveva ridotti alla dimensione di comuni mortali. Il macellalo signor Taylor e II suo fischietto erano più importanti di loro e di uomini che decidono i destini del mondo. La zampata decisiva di Herr Gerd Miiller, nativo del villaggio di Nòrdllngen, vicino a Monaco, ha livellato tutti quanti sul nostro pianeta. In onor suo sono stati ingollati fiumi di birra e montagne di vivande. La Germania non ha ancora trovato una festa nazionale. Ha rifiutato il 17 giugno (l'insurrezione di Berlino nel '53), ha rifiutato Il 20 luglio (l'attentato contro Hitler nel '44), ha respinto il 24 maggio (l'entrata in vigore della Costituzione nel '49), non ha voluto sentir parlare dell'8 maggio (la fine della guerra nel '45). La sbandierata spontanea di oggi ha fatto ritrovare a milioni di tedeschi l'orgoglio nazionale. Questo 7 luglio 1974 passerà alla storia, potrebbe forse diventare la festa della Germania, la quale del resto non ha veramente nulla da festeggiare. Tito Sansa Monaco. Elizabeth Taylor, bandiera in pugno, ieri in tribuna in compagnia del nuovo amico, l'olandese Henry Wynberg: hanno fatto il tifo per Cruyff e soci (Telefoto Ap)