Attori in vacanza per pescare trote e (soprattutto) scritture

Attori in vacanza per pescare trote e (soprattutto) scritture La grande scampagnata delle Grolle d'oro in Val d'Ayas Attori in vacanza per pescare trote e (soprattutto) scritture Da St-Vincent voci preoccupate sul cinema italiano - Fellini riuscirà a girare "Casanova"? Dodici soltanto i partecipanti alla «Gara di pesca alla trota», nelle fresche e veloci acque del torrente Evancon in Val d'Ayas: sette uomini (l'assessore Milanesio; il crìtico Gadda Conti; gli attori Nino Manfredi e Lue Merenda; Meccoli, un altro critico che regolarmente in questa impresa vince una coppa; il regista Lucidi, l'illustre saggista Chiarini) e quattro donne: le belle attrici Edwige Fenech, Karin Schubert, Maria Fiore e Katia Christine. Sette e quattro fanno undici: a chi toccò di completare la fatidica «dozzina d'oro»? Ad Adriana Asti, che però, tardando il suon del corno che dà l'avvio al confronto tra giudici e giudicati, fu costretta a lasciare ami e vermicelli, e a scendere dal roccioso piedestallo sul quale l'avevano issata fotografi e cineoperatori per poter arrivare in tempo ad afferrar l'aereo su cui aveva prenotato il posto. La manifestazione au plein air in Val d'Ayas è il puntuale corollario, rustico e domenicale, che fa da allegro contrasto all'ufficialità mondana della sera precedente. Dicevamo che, a confronto del passato, minore è stato ieri il numero degli illustri pescatori. Qualcuno è sollecitamente ripartito, altri attendevano telefonate o messaggi collegati alla loro attività futura: vi sono interpreti cui interessa pescare scritture più che trote; produttori e registi che laboriosamente stanno tessendo la difficile tela di coinproduzioni internazionali: un giorno di vacanza in più potrebbe significare per loro la mancata possibilità d'incontro con qualche finanziatore importante. Il cinema italiano, già afflitto da vari mesi da difficoltà non indifferenti — per cui il problema di conciliare i costi con i ricavi si presenta assillante come non mai — ha subito un duro colpo dalle restrizioni creditizie: un autorevole interlocutore ci ha prospettato l'ipotesi che con i film in corso di allestimento si riesca ad alimentare i circuiti di sale per un periodo destinato ad andare non molto oltre il Natale. L'esercizio poi rimedierà con i film stranieri (avremo purtroppo un'importazione indiscriminata) e con le riedizioni, che da estive diventeranno anche invernali. Invitato a dir qualche parola dopo la meritata vittoria della «Coppa valdostana d'oro», conferitagli per il suo «coerente impegno culturale», il produttore Franco Cristaldi, che è un torinese con i piedi per terra e la testa sul collo, ha sottolineato quanto sia oggi indispensabile il coraggio per fare bene il difficile mestiere da lui scelto. Lo pregammo poi, in un breve colloquio, di precisare i suoi piani di lavoro futuro: non si è sbottonato, cautelose reticenze hanno impedito di intuire che film farà e con chi. La forzata assenza di Federico Fellini non ci ha dato modo di captare dalla sua viva voce quelle notizie di prima mano utili per sapere che cosa bolle di vero nella grossa e misteriosa pentola internazionale del Casanova. Nino Manfredi non comincerà prima dell'autunno quell'Occ/i/o del gatto rielaborato per lo schermo con l'autore, Alberto Bevilacqua, che ne sarà il regista. Si presume possa essere un'opera matura e intensa come Pane e cioccolata, perciò di non breve e non facile realizzazione. Anche un'altra attrice di talento, Maria Fiore, che taceva praticamente da oltre un decennio (ossia da quando Macario l'aveva portata a Torino come prim'attrice nella commedia La bela Rosin data al Teatro Carignano nel 1961 per le celebrazioni del centenario dell'Unità d'Italia), ha molto più di «due soldi di speranza» per tornar a far del cinema dopo la lunga assenza da quegli schermi dove apparve, negli Anni 50 e 60, in ventollo pellicole. Nel 1973 ritornò sul set con Pelrosino; in queste settimane, nonostante la concomitanza con i Campionati del mondo molti l'hanno ammi¬ ata sul video, sempre bella e ! empre brava, in Dedicato a un medico. Il cinema e la televisione la riproporranno in altre inerpretazioni (Il gioco della ve- rita sullo schermo; // difensore e Accadde a Lisbona sul video), ma anche lei non nasconde qualche perplessità per il futuro: pellicole da girarsi, e per le quali era stata interpellata, sono lì in attesa che la situazione si sblocchi per trasferirsi dal copione al teatro di posa. Achille Valdata Saint-Vincent. Karin Schubert alla pesca sull'Evancon in Val d'Ayas: la trota ha abboccato (Foto Stampa Sera) Attori in vacanza per pescare trote e (soprattutto) scritture La grande scampagnata delle Grolle d'oro in Val d'Ayas Attori in vacanza per pescare trote e (soprattutto) scritture Da St-Vincent voci preoccupate sul cinema italiano - Fellini riuscirà a girare "Casanova"? Dodici soltanto i partecipanti alla «Gara di pesca alla trota», nelle fresche e veloci acque del torrente Evancon in Val d'Ayas: sette uomini (l'assessore Milanesio; il crìtico Gadda Conti; gli attori Nino Manfredi e Lue Merenda; Meccoli, un altro critico che regolarmente in questa impresa vince una coppa; il regista Lucidi, l'illustre saggista Chiarini) e quattro donne: le belle attrici Edwige Fenech, Karin Schubert, Maria Fiore e Katia Christine. Sette e quattro fanno undici: a chi toccò di completare la fatidica «dozzina d'oro»? Ad Adriana Asti, che però, tardando il suon del corno che dà l'avvio al confronto tra giudici e giudicati, fu costretta a lasciare ami e vermicelli, e a scendere dal roccioso piedestallo sul quale l'avevano issata fotografi e cineoperatori per poter arrivare in tempo ad afferrar l'aereo su cui aveva prenotato il posto. La manifestazione au plein air in Val d'Ayas è il puntuale corollario, rustico e domenicale, che fa da allegro contrasto all'ufficialità mondana della sera precedente. Dicevamo che, a confronto del passato, minore è stato ieri il numero degli illustri pescatori. Qualcuno è sollecitamente ripartito, altri attendevano telefonate o messaggi collegati alla loro attività futura: vi sono interpreti cui interessa pescare scritture più che trote; produttori e registi che laboriosamente stanno tessendo la difficile tela di coinproduzioni internazionali: un giorno di vacanza in più potrebbe significare per loro la mancata possibilità d'incontro con qualche finanziatore importante. Il cinema italiano, già afflitto da vari mesi da difficoltà non indifferenti — per cui il problema di conciliare i costi con i ricavi si presenta assillante come non mai — ha subito un duro colpo dalle restrizioni creditizie: un autorevole interlocutore ci ha prospettato l'ipotesi che con i film in corso di allestimento si riesca ad alimentare i circuiti di sale per un periodo destinato ad andare non molto oltre il Natale. L'esercizio poi rimedierà con i film stranieri (avremo purtroppo un'importazione indiscriminata) e con le riedizioni, che da estive diventeranno anche invernali. Invitato a dir qualche parola dopo la meritata vittoria della «Coppa valdostana d'oro», conferitagli per il suo «coerente impegno culturale», il produttore Franco Cristaldi, che è un torinese con i piedi per terra e la testa sul collo, ha sottolineato quanto sia oggi indispensabile il coraggio per fare bene il difficile mestiere da lui scelto. Lo pregammo poi, in un breve colloquio, di precisare i suoi piani di lavoro futuro: non si è sbottonato, cautelose reticenze hanno impedito di intuire che film farà e con chi. La forzata assenza di Federico Fellini non ci ha dato modo di captare dalla sua viva voce quelle notizie di prima mano utili per sapere che cosa bolle di vero nella grossa e misteriosa pentola internazionale del Casanova. Nino Manfredi non comincerà prima dell'autunno quell'Occ/i/o del gatto rielaborato per lo schermo con l'autore, Alberto Bevilacqua, che ne sarà il regista. Si presume possa essere un'opera matura e intensa come Pane e cioccolata, perciò di non breve e non facile realizzazione. Anche un'altra attrice di talento, Maria Fiore, che taceva praticamente da oltre un decennio (ossia da quando Macario l'aveva portata a Torino come prim'attrice nella commedia La bela Rosin data al Teatro Carignano nel 1961 per le celebrazioni del centenario dell'Unità d'Italia), ha molto più di «due soldi di speranza» per tornar a far del cinema dopo la lunga assenza da quegli schermi dove apparve, negli Anni 50 e 60, in ventollo pellicole. Nel 1973 ritornò sul set con Pelrosino; in queste settimane, nonostante la concomitanza con i Campionati del mondo molti l'hanno ammi¬ ata sul video, sempre bella e ! empre brava, in Dedicato a un medico. Il cinema e la televisione la riproporranno in altre inerpretazioni (Il gioco della ve- rita sullo schermo; // difensore e Accadde a Lisbona sul video), ma anche lei non nasconde qualche perplessità per il futuro: pellicole da girarsi, e per le quali era stata interpellata, sono lì in attesa che la situazione si sblocchi per trasferirsi dal copione al teatro di posa. Achille Valdata Saint-Vincent. Karin Schubert alla pesca sull'Evancon in Val d'Ayas: la trota ha abboccato (Foto Stampa Sera)

Luoghi citati: Ayas, Lisbona, Saint-vincent, Torino