Timori nel primo tempo poi vera apoteosi finale

Timori nel primo tempo poi vera apoteosi finale Timori nel primo tempo poi vera apoteosi finale Gli svedesi chiudono in vantaggio il primo tempo con un gol di Edstroem - Tre reti in tre minuti all'inizio della ripresa: Overath e Bonhof, poi il pareggio di Sandberg - Quindi Grabowski ed il rigore segnato da Hoeness all'ultimo minuto Germania 0. 4 Svezia 2 GERMANIA OVEST: Maier; Vogts, Breitner; Bonhof, Schwarzenbeck, Beckenbauer; Hoeness, Holzenbin (dall'82' Flohl), Muelle.-, Overath, Herzog (dal 66' Grabowski). SVEZIA: Hellstroem; Augustsson, Olsson: Larsson (dal 32' Ejderstedt), Karlsson, Nordqvlst; Sandberg, Tapper, Edstroem, Torstesson, Grahn. Arbitro: Kasakov (Urss). Reti: al 26' Edstroem (S.), al 49' Overath (G.), al 50' Bonhof (G.), al 53' Sandberg (S.), all'80' Grabowski (G.), al 90' Hoeness (G.). (Dal nostro inviato speciale) Dusseldorf, 30 giugno. Bella e vibrante questa partita tra Germania e Svezia, una delle più drammatiche e spettacolari di questi « mondiali ». In certi momenti ricordava per la sua alternanza di gol e di trionfi l'indimenticabile sfida tra l'Italia e la Germania. Stavolta però non c'erano gli azzurri, ma gli svedesi di Ericsson, una troupe di ragazzi e anziani che già aveva fatto tremare la grande Olanda e che stasera ha messo ripetutamente nel guai la Germania. Passati inizialmente in vantaggio, i gialloblù all'inizio della ripresa hanno visto crollare in trenta secondi i loro sogni di gloria, ma non si sono arresi, hanno attaccato nuovamente riportandosi in parità. E' stato allora che si è notata la vera forza della Germania, una squadra che ha bisogno di sollecitazioni indubbiamente per esprimersi al meglio. Un complesso che guarda con diritto alla finalissima, legittimando l'aspirazione con una prova collettiva indimenticabile. Se qualcuno tra i tedeschi non ha reso al meglio — Il settore sinistro in particolare, così come saltuariamente Breitner e Schwarzenbech —, in compenso si sono visti altri ergersi come giganti in ogni frangente: Vogts e Beckenbauer, quindi Hoeness, l'indomabile Mueller, l'instancabile Bohnof e un eccellente Holzenbeln. La « staffetta » Herzog-Grabowski (Hoeness invece ha avuto via libera fino in fondo) è stata efficacissima, tanto è vero che il gol decisivo è nato dal piede dell'attaccante dell'Eintracht Francoforte in un momento particolarmente delicato della gara. La Svezia infatti non sembrava disposta ad accontentarsi del pareggio e insisteva nella sua offensiva anche se aveva smarrito parte della lucidità iniziale. La vittoria della Germania sfugge ad ogni critica: è meritata perché colta con un finale tremendo, irresistìbile, frutto di una notevole tenuta atletica e di un Indubbio valore agonistico. Alla Svezia resta la soddisfazione di una prova gagliarda, bellissima sotto ogni aspetto: Edstroem e Sandberg hanno continuamente tenuto in allarme la difesa tedesca, il centrocampo ha svolto con continuità il suo lavoro bene appoggiato dai terzini e grazie ad un fortissimo Grahn. Per metà gara ha meritato qualcosa di più di un sempllc nbag- lice pareggio, poi I arreml gio della Germania le ha tolto ogni spiraglio. Ma è stata una sconfitta che merita ampiamente l'onore delle armi. Piove anche a Duesseldorf, siamo in pieno inverno. L'umidità è spaventosa, ma qui almeno non c'è lo smog di Gelserklrchen. All'annuncio delle formazioni la novità del recupero di Grabowski, tenuto di riserva in panchina, mentre Hoeness parte sin dall'inizio, il sacrificato è Wimmer, peraltro acciaccato nell'incontro con la Jugoslavia. Schoen a quanto pare non ha voluto rischiare. La partenza dei tedeschi, nonostante l'infuriare della pioggia è tremenda: la Svezia viene subito messa alle corde e nel giro di cinque minuti si salva ben tre volte con affanno. Uno sprint di Mueller in piena area viene risolto da Karlsson, piuttosto drasticamente, per cui II centravanti ''ola lungo disteso ma l'arbitro fa cenno di «•ontinuare. L'occasione migliore giunge al 10' sui piedi di Bonhof, ma la palla vola alta sopra la traversa. Beckenbauer sembra In vena come contro la Jugoslavia: si porta spesso e volentieri all'attacco come all'11 ' quando visto un varco, tenta di sorprendere Hellstrom ma il portiere non abbocca. La gara sembra a senso unico: Bonhof e Holzenbeln svolgono con diligenza il loro lavoro a centrocampo pronti a lanciare Hoeness, mentre dall'altra parte Overath agisce piuttosto saltuariamente. La Svezia cerca di alleggerire la pressione e ci riesce per due volte consecutive, la prima grazie ad un tiro di Tapper che Maier para in scivolata a terra, quindi con una botta da lontano di Grahn, anch'essa neutralizzata dal portiere. Sotto la pioggia torrenziale, la Germanij si riporta sotto: Mueller si scatena, ha una palla buona al 19' quando effettua un paio di finte sbilanciando gli avversari, tirando poi su uno stinco di Nordqvist, quindi un minuto dopo con un rasoterra fiacco. La Svezia continua a far soffrire i 60 mila tifosi presenti con una difesa accorta ma mai eccessiva, apparendo rinforzata soltanto da Larsson, che sorveglia in zona Hoeness. Su calcio d'angolo, siamo ormai al 25', la Germania va vicino al gol: la palla spiove in area, Hoeness spostandosi inganna un difensore e lascia al compagno Mueller, conclusione a fll di palo, mentre la folla grida al gol, ma Olsson riesce a salvare. Sull'azione successiva la Svezia va in vantaggio: da una mischia in area nasce un rimpallo. Il pallone finisce appena dentro nell'area sul sinistro di Edstroem, che al volo, senza pensarci sopra, spara centrando il sette alla sinistra di Maier. Gol bellissimo e stadio ammutolito. Ora per i tedeschi la strada è decisamente in salita. Dalla panchina Schoen dà alcune disposizioni a Vogts: Schwarzenback deve stare indietro, meglio lasciare andare avanti ancora Beckenbauer, Il cui tiro è più potente. Ma è ancora Maier ad essere chiamato In causa dal terzino Augustsson, con un colpo forte ed improvviso, che però il portiere riesce a bloccare. La collaborazione fra l'arbitro ed I guardalinee è piuttosto approssimativa, un doppio fuorigioco viene ignorato da Kasakov — lo stesso arbitro di Italia-Argentina — nonostante lo sbandieramento dello spagnolo Sanchez Ibanez. Al 34' cambio a sorpresa fra gli svedesi: esce Larsson, che non sembra infortunato, entra un altro centrocampista Ejdderstedt e la striscia da capitano viene consegnata a Grahn. La spinta per la Germania nasce sempre sul settore destro, perché d'altra parte, sia Overath che Herzog sbagliano spesso ed anche grossolanamente, specialmente Overath. In difesa Breitner stenta a controllare Sandberg, al contrario di Vogts, sempre preciso e potente nei contrasti. Un attimo prima del fischio di chiusura Bonhof conclude a sorpresa con un bel tiro ma la palla esce sul fondo sfiorando il palo a'Ia sinistra di Hellstroem. Ripresa senza varianti, con la Germania che si porta subito avanii e tenta con Bonhof il pareggio ma Hellstroem è bravissimo a volare sulla sinistra e a deviare il tiro in angolo. Al 4' la Germania raggiunge l'obiettivo e lo stadio sembra crollare dall'entusiasmo: la palla viene portata avanti da Hoeness, nasce una mischia in area e mentre Mueller è contrastato da tre avversari il pallone finisce ad Overath quasi sulla posizione del dischetto del rigore: gran tiro e pareggio. La Svezia ha un momento di smarrimento e la Germania ne approfitta, raddoppiando dopo una trentina di secondi. Mueller riceve un cross in area, stoppa la palla di petto passandola indietro a Bonhof, cannonata ed Hellstroem forse coperto viene battuto. In mezzo minuto la Germania è passata dal dramma al trionfo. Ma non è finita: la Svezia contrattacca, un lancio di Tapper smarca dalla parte opposta Sandberg lasciato solo da Vogts e lo svedese infila Maier sulla sinistra. Pareggio. Sono momenti bellissimi mentre la pioggia finalmente si decide a concedere una tregua ai 22 giocatori. A questo punto Schoen effettua la preventivata staffetta, esce Herzog ed entra Grabowski. Una bella punizione di Grahn costrin¬ ge Maier ad una parata in due tempi. La Germania si concede un momento di tregua: Il doppio gol e il coi. eguente pareggio degli svedesi ha indubbiamente frenato il suo entusiasmo. Il ritmo comunque è sempre sostenuto su entrambi i fronti. Hoelzenbeln se ne va splendidamente scartando Olsson al 22', ma quando si ritrovano davanti lo svedese lo atterra: è un fallo da rigore ma l'arbitro sovietico dopo un attimo di incertezza fa cenno di proseguire. Nessun giocatore tedesco comunque protesta. Schoen fa uscire Hoelzenbeln per completare la seconda staffetta. Entra Flohe a dare respiro a qualche compagno affaticato anche se la Germania continua a manovrare con estrema efficacia. AI 33' la Germania si rifà con una prodezza di Grabowski: è un vero bolide quello che l'ala scaglia in rete dopo un convulso batti e ribatti su una azione Iniziata da Hoeness e proseguita da Hoelzenbein e da Mueller. Proprio in extremis l'arbitro si decide a dare alla Germania un rigore per atterramento di Mueller in area: Hoeness dagli 11 metri batte facilmente Hellstroem con un rasoterra lento ma preciso. Un vero trionfo per la squadra di Schoen. Giorgio Gandolfi Timori nel primo tempo poi vera apoteosi finale Timori nel primo tempo poi vera apoteosi finale Gli svedesi chiudono in vantaggio il primo tempo con un gol di Edstroem - Tre reti in tre minuti all'inizio della ripresa: Overath e Bonhof, poi il pareggio di Sandberg - Quindi Grabowski ed il rigore segnato da Hoeness all'ultimo minuto Germania 0. 4 Svezia 2 GERMANIA OVEST: Maier; Vogts, Breitner; Bonhof, Schwarzenbeck, Beckenbauer; Hoeness, Holzenbin (dall'82' Flohl), Muelle.-, Overath, Herzog (dal 66' Grabowski). SVEZIA: Hellstroem; Augustsson, Olsson: Larsson (dal 32' Ejderstedt), Karlsson, Nordqvlst; Sandberg, Tapper, Edstroem, Torstesson, Grahn. Arbitro: Kasakov (Urss). Reti: al 26' Edstroem (S.), al 49' Overath (G.), al 50' Bonhof (G.), al 53' Sandberg (S.), all'80' Grabowski (G.), al 90' Hoeness (G.). (Dal nostro inviato speciale) Dusseldorf, 30 giugno. Bella e vibrante questa partita tra Germania e Svezia, una delle più drammatiche e spettacolari di questi « mondiali ». In certi momenti ricordava per la sua alternanza di gol e di trionfi l'indimenticabile sfida tra l'Italia e la Germania. Stavolta però non c'erano gli azzurri, ma gli svedesi di Ericsson, una troupe di ragazzi e anziani che già aveva fatto tremare la grande Olanda e che stasera ha messo ripetutamente nel guai la Germania. Passati inizialmente in vantaggio, i gialloblù all'inizio della ripresa hanno visto crollare in trenta secondi i loro sogni di gloria, ma non si sono arresi, hanno attaccato nuovamente riportandosi in parità. E' stato allora che si è notata la vera forza della Germania, una squadra che ha bisogno di sollecitazioni indubbiamente per esprimersi al meglio. Un complesso che guarda con diritto alla finalissima, legittimando l'aspirazione con una prova collettiva indimenticabile. Se qualcuno tra i tedeschi non ha reso al meglio — Il settore sinistro in particolare, così come saltuariamente Breitner e Schwarzenbech —, in compenso si sono visti altri ergersi come giganti in ogni frangente: Vogts e Beckenbauer, quindi Hoeness, l'indomabile Mueller, l'instancabile Bohnof e un eccellente Holzenbeln. La « staffetta » Herzog-Grabowski (Hoeness invece ha avuto via libera fino in fondo) è stata efficacissima, tanto è vero che il gol decisivo è nato dal piede dell'attaccante dell'Eintracht Francoforte in un momento particolarmente delicato della gara. La Svezia infatti non sembrava disposta ad accontentarsi del pareggio e insisteva nella sua offensiva anche se aveva smarrito parte della lucidità iniziale. La vittoria della Germania sfugge ad ogni critica: è meritata perché colta con un finale tremendo, irresistìbile, frutto di una notevole tenuta atletica e di un Indubbio valore agonistico. Alla Svezia resta la soddisfazione di una prova gagliarda, bellissima sotto ogni aspetto: Edstroem e Sandberg hanno continuamente tenuto in allarme la difesa tedesca, il centrocampo ha svolto con continuità il suo lavoro bene appoggiato dai terzini e grazie ad un fortissimo Grahn. Per metà gara ha meritato qualcosa di più di un sempllc nbag- lice pareggio, poi I arreml gio della Germania le ha tolto ogni spiraglio. Ma è stata una sconfitta che merita ampiamente l'onore delle armi. Piove anche a Duesseldorf, siamo in pieno inverno. L'umidità è spaventosa, ma qui almeno non c'è lo smog di Gelserklrchen. All'annuncio delle formazioni la novità del recupero di Grabowski, tenuto di riserva in panchina, mentre Hoeness parte sin dall'inizio, il sacrificato è Wimmer, peraltro acciaccato nell'incontro con la Jugoslavia. Schoen a quanto pare non ha voluto rischiare. La partenza dei tedeschi, nonostante l'infuriare della pioggia è tremenda: la Svezia viene subito messa alle corde e nel giro di cinque minuti si salva ben tre volte con affanno. Uno sprint di Mueller in piena area viene risolto da Karlsson, piuttosto drasticamente, per cui II centravanti ''ola lungo disteso ma l'arbitro fa cenno di «•ontinuare. L'occasione migliore giunge al 10' sui piedi di Bonhof, ma la palla vola alta sopra la traversa. Beckenbauer sembra In vena come contro la Jugoslavia: si porta spesso e volentieri all'attacco come all'11 ' quando visto un varco, tenta di sorprendere Hellstrom ma il portiere non abbocca. La gara sembra a senso unico: Bonhof e Holzenbeln svolgono con diligenza il loro lavoro a centrocampo pronti a lanciare Hoeness, mentre dall'altra parte Overath agisce piuttosto saltuariamente. La Svezia cerca di alleggerire la pressione e ci riesce per due volte consecutive, la prima grazie ad un tiro di Tapper che Maier para in scivolata a terra, quindi con una botta da lontano di Grahn, anch'essa neutralizzata dal portiere. Sotto la pioggia torrenziale, la Germanij si riporta sotto: Mueller si scatena, ha una palla buona al 19' quando effettua un paio di finte sbilanciando gli avversari, tirando poi su uno stinco di Nordqvist, quindi un minuto dopo con un rasoterra fiacco. La Svezia continua a far soffrire i 60 mila tifosi presenti con una difesa accorta ma mai eccessiva, apparendo rinforzata soltanto da Larsson, che sorveglia in zona Hoeness. Su calcio d'angolo, siamo ormai al 25', la Germania va vicino al gol: la palla spiove in area, Hoeness spostandosi inganna un difensore e lascia al compagno Mueller, conclusione a fll di palo, mentre la folla grida al gol, ma Olsson riesce a salvare. Sull'azione successiva la Svezia va in vantaggio: da una mischia in area nasce un rimpallo. Il pallone finisce appena dentro nell'area sul sinistro di Edstroem, che al volo, senza pensarci sopra, spara centrando il sette alla sinistra di Maier. Gol bellissimo e stadio ammutolito. Ora per i tedeschi la strada è decisamente in salita. Dalla panchina Schoen dà alcune disposizioni a Vogts: Schwarzenback deve stare indietro, meglio lasciare andare avanti ancora Beckenbauer, Il cui tiro è più potente. Ma è ancora Maier ad essere chiamato In causa dal terzino Augustsson, con un colpo forte ed improvviso, che però il portiere riesce a bloccare. La collaborazione fra l'arbitro ed I guardalinee è piuttosto approssimativa, un doppio fuorigioco viene ignorato da Kasakov — lo stesso arbitro di Italia-Argentina — nonostante lo sbandieramento dello spagnolo Sanchez Ibanez. Al 34' cambio a sorpresa fra gli svedesi: esce Larsson, che non sembra infortunato, entra un altro centrocampista Ejdderstedt e la striscia da capitano viene consegnata a Grahn. La spinta per la Germania nasce sempre sul settore destro, perché d'altra parte, sia Overath che Herzog sbagliano spesso ed anche grossolanamente, specialmente Overath. In difesa Breitner stenta a controllare Sandberg, al contrario di Vogts, sempre preciso e potente nei contrasti. Un attimo prima del fischio di chiusura Bonhof conclude a sorpresa con un bel tiro ma la palla esce sul fondo sfiorando il palo a'Ia sinistra di Hellstroem. Ripresa senza varianti, con la Germania che si porta subito avanii e tenta con Bonhof il pareggio ma Hellstroem è bravissimo a volare sulla sinistra e a deviare il tiro in angolo. Al 4' la Germania raggiunge l'obiettivo e lo stadio sembra crollare dall'entusiasmo: la palla viene portata avanti da Hoeness, nasce una mischia in area e mentre Mueller è contrastato da tre avversari il pallone finisce ad Overath quasi sulla posizione del dischetto del rigore: gran tiro e pareggio. La Svezia ha un momento di smarrimento e la Germania ne approfitta, raddoppiando dopo una trentina di secondi. Mueller riceve un cross in area, stoppa la palla di petto passandola indietro a Bonhof, cannonata ed Hellstroem forse coperto viene battuto. In mezzo minuto la Germania è passata dal dramma al trionfo. Ma non è finita: la Svezia contrattacca, un lancio di Tapper smarca dalla parte opposta Sandberg lasciato solo da Vogts e lo svedese infila Maier sulla sinistra. Pareggio. Sono momenti bellissimi mentre la pioggia finalmente si decide a concedere una tregua ai 22 giocatori. A questo punto Schoen effettua la preventivata staffetta, esce Herzog ed entra Grabowski. Una bella punizione di Grahn costrin¬ ge Maier ad una parata in due tempi. La Germania si concede un momento di tregua: Il doppio gol e il coi. eguente pareggio degli svedesi ha indubbiamente frenato il suo entusiasmo. Il ritmo comunque è sempre sostenuto su entrambi i fronti. Hoelzenbeln se ne va splendidamente scartando Olsson al 22', ma quando si ritrovano davanti lo svedese lo atterra: è un fallo da rigore ma l'arbitro sovietico dopo un attimo di incertezza fa cenno di proseguire. Nessun giocatore tedesco comunque protesta. Schoen fa uscire Hoelzenbeln per completare la seconda staffetta. Entra Flohe a dare respiro a qualche compagno affaticato anche se la Germania continua a manovrare con estrema efficacia. AI 33' la Germania si rifà con una prodezza di Grabowski: è un vero bolide quello che l'ala scaglia in rete dopo un convulso batti e ribatti su una azione Iniziata da Hoeness e proseguita da Hoelzenbein e da Mueller. Proprio in extremis l'arbitro si decide a dare alla Germania un rigore per atterramento di Mueller in area: Hoeness dagli 11 metri batte facilmente Hellstroem con un rasoterra lento ma preciso. Un vero trionfo per la squadra di Schoen. Giorgio Gandolfi