Il "Watergate,, tutto italiano di Giulio Accatino
Il "Watergate,, tutto italiano Chiuso il caso Cestani Il "Watergate,, tutto italiano Il dirigente, abbracciato da Ferrari Aggradi, chiede scusa, Campanati fa il paciere, Concila tace: e la farsa finisce a tarai lucci e vino (Dal nostro Inviato speciale) Firenze, 29 agosto. // « Watergate » del calcio italiano non ha travolto gli uomini responsabili. Sarebbe troppo facile ricordare qui il Watergate vero, e le conseguenze che in America ne sono derivate. Ma a Firenze la farsa delle polemiche sulla fuga dei documenti segreti è finita a tarallucci e vino, una conclusione tutta italiana. Cestani ha chiesto pubblicamente scusa e rimarrà al suo posto. Gonella, • l'inquisitore », ha taciuto, Campanati ha operato tutio il giorno per fare il paciere, e Ferrari Aggradi ha abbracciato pubblicamente Cestani, a dimostrazione di stima e di amicizia. Franchi, il presidente della Federazione, non si è visto. Ha preferito ritardare il suo rientro a Firenze, in modo da affrontare la questione in un clima più sereno. I prodromi di bonaccia si erano | 'ntravisti sin dal mattino quando Campanati aveva convocato una riunione segreta cui partecipavano, oltre ad alcuni dirigenti di alto rango, anche Gonella e Casarln come rappresentanti della categoria. Campanati cercava di convincere I protestanti che l'argomento non poteva più essere riaperto. Motivi giuridici e motivi pratici consigliavano dì chiudere la discussione. Cestani è un dirigente eletto dalle società e non può essere allontanato con decisione privata, ma soltanto dopo un voto di sfiducia delle società stesse. Inoltre il Consiglio federale aveva già discusso II caso, accettando le giustificazioni dell'interessato. Come si poteva rimettere tutto in discussione? Gonella reagiva, forse si era impegnato troppo nelle sue dichiarazioni dì Ieri In assemblea, ma il paziente lavoro di Campanati raggiungeva lo scopo. Gli arbitri di A e di fi accettavano di ascoltare Cestani In seduta pubblica. E Cestani si presentava accompagnato da Campanati e dall'altro vicepresidente federale avv. Grassi. Cestani è stato accolto da un glaciale silenzio. Poteva succedere di tutto In quel momento. Cestani ha detto: « Mi assumo oggettivamente la responsabilità della fuga di notizie. Ma non ho un colpevole da offrirvi. Se lo avessi trovato l'avrei già punito ». SI è detto dispiaciuto, ha accettato come giustificata la disapprovazione degli arbitri ed è passato a trattare argomenti Inerenti al campionato dì serie C, di cui è dirigente. Pochi gli applausi, anzi scarsissimi. E' stata una finale fredda, ma sufficiente a chiudere una polemica che minacciava di sfociare In guai seri. In mattinata Campanati aveva minacciato le dimissioni. Subito dopo alcuni arbitri mettevano in giro la voce che se Gonella per protesta avesse abbandonato, almeno una ventina di loro lo avrebbero seguito. C'era Il pericolo di sfasciare tutta l'organizzazione. Ma erano minacce tendenti a riportare la calma. Il • caso ' finiva senza vincitori né vinti, con molte facce dure ed avvilite, ma senza vittime. Una sola decisione: dal prossimo anno I rapporti privati sull'attività degli arbitri non avranno più un nome ma una sigla. Sarà impossibile quindi identificare I bravi e I cattivi, naturalmente al non addetti ai lavori. In serata sì è tenuta una riunione privata degli arbitri, senza dirigenti e senza giornalisti. Gonella ha ricevuto molte critiche per II suo Intervento contro Cestani, intervento espresso senza prima aver consultato la base. La discussione è stata lunga e pròI flcua. In pratica gli arbitri hanno abbandonato l'ascia di guerra e sono tornati obbedienti nel ranghi. Non ci sarà rivoluzione. A meno di sorprese. Domani si chiude. Al mattino si terrà il consiglio federale, che non ha grossi argomenti all'ordine del giorno, salvo naturalmente l'obbligo di scrivere la parola fine sul • caso Cestani ». Nel pomeriggio Franchi dovrebbe presentarsi In assemblea per il saluto finale. Giulio Accatino
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