Cittadini confusi e disorientati dai romanzo giallo della pasta

Cittadini confusi e disorientati dai romanzo giallo della pasta Mentre si diffonde la psicosi dell'accaparramento Cittadini confusi e disorientati dai romanzo giallo della pasta La prefettura ha sospeso la pubblicazione dei nuovi prezzi - Acquisti in aumento minacciano le scorte - Il sindacato pastai: "Vendere le giacenze a prezzo invariato" Il romanzo della pasta si sta trasformando in un giallo con gli Intrighi, i colpi di scena e la suspense di rito. Il disorientamento e la confusione sono generali. Il consumatore, che si dibatte ogni giorno fra i gravi problemi del bilancio familiare, è frastornato dalle notizie contraddittorie che si succedono. I commercianti, dopo annunci di rincari, conferme e smentite, non sanno più come comportarsi. Nel frattempo, la pasta sparisce dagli scaffali. Alcune catena di supermercati alimentari stanno già razionando le scorte. Oggi compariranno in molti punti vendita i cartelli che avvisano i clienti: «Non si possono acquistare più dt due chili di pasta a testa». «Questo per evitare lu psicosi degli accaparramenti» sostiene un direttore. «7! prodotto non manca — assicura Monestarolo, vicepresidente della Federazione dettaglianti alimentari — ma se ì consumatori continueranno a fare incetta ne saremo sprovvisti in breve tempo». Conseguenza: alcune famiglie avranno in casa abbondanti scorte di pasta che potrebbe deteriorarsi, altre andranno alla ricerca di un chilo per volta, forse con scarsa fortuna. La storia del prezzo della pasta ha avuto fasi alterne. Dice Ferri, presidente artigiani pastai: «Un mese prima del blocco (luglio '73) la Boriila vendeva agli esercenti medi la pasta a 100 lire il pacco da mezzo chilo. La fattura registrava 123 lire. Sottobanco ab biamo sempre ricevuto gli assegni con l rimborsi della differenza». Le paste più pregiate erano più care: Braibanti 140 lire (mezzo chUo a,,.ingrosso)t VoieIi0 e De Cecco 155 lire. Al consumatore an davano rispettivamente a 180-200 e 20C-220 lire. Il blocco ha congelato questi prezzi. «Ma alcune ditte hanno eli minato gli sconti. I commercianti s> sono trovati a vendere senza alcun margine dt guadagno; in alcuni casi anche in perdita». Prima dello sblocco, il Cip (Comitato interministeriale prezzi) ha concesso alle industrie un aumento di 70 lire il chilo; la pastasciutta ha iniziato da questo momento la sua costante tendenza a diventare un piatto di lusso. Trenta o quaranta lire al chilo di ritocco del prezzo, subito dopo il 31 luglio (scadenza del blocco) hanno portato il prezzo medio della pasta di semola di grano duro a circa 400 lire il chilo per le marche più comuni e 500 circa per le più pregiate. In agosto cominciano a fioccare le decisioni dei Comitati provinciali prezzi. Primo fra tutti quello di Parma concede In data 2 agosto l'aumento a 510 lire il chilo per la pa'-ta Barllla e 540 per la Braibanti. Nella nostra provincia l'Italpasta, la Ferro, la Arrighi e la Centotorri ottengono di poter alzare il prezzo a 480 lire il chilo «dnhtspdtprigeT «dopo la pubblicazione del decreto del Comitato prezzi sul Foglio annunzi legali». Tutti questi decreti hanno «validità provvisoria in attesa di un'analisi dei costi di pastificazione». Proteste e contestazioni da ogni parte. Ieri mattina l'intervento del ministro dell'industria De Mita ordina ai prefetti di tutte le province la sospensione dei rincari, anche se questi erano già in vigore come nel caso della Barilla e della Braibanti. La prefettura di Torino a tarda sera non aveva ancora ricevuto alcuna comunicazione. «Nell'attesa di istruzioni da parte del Comitato interministeriale prezzi — ci è stato detto — si è sospesa la pubblicazione del Foglio annunzi legali, nel quale erano riportati i nuovi prezzi (480 lire) riguardanti ì prodotti dì quattro pastifici locali». Come si comportano i negozianti? Secondo le telefonate di alcuni lettori la pasta in commercio sarebbe già adeguata ai nuovi listini se-spesi dal ministro. Il Sindacato Pastai di Torino invita la categoria «a vendere le giacenze di pasta a prezzo invariato; a vendere il prodotto acquistato a prezzi nuovi praticando un ricarico minimo del 15 per cento». Spiega un comunicato: «La direttiva è stata assunta considerando la gravità del momento, con l'intento di non acuire la tensione che le inesplicabili decisioni del Governo stanno determinando nella popolazione e presso gli stessi commercianti al dettaglio, ultimo anello di una catena che fa le spese di una serie di errori». La Confesercenti, dichiarandosi soddisfatta della decisione del ministro, aggiunge: «E' stato stroncato un tentativo di speculazione che avrebbe fruttato alla sola Barilla oltre 40 miliardi prelevati dalle tasche dei dettaglianti e del consumatori. E' chiaro che esistono ancora diverse questioni da risolvere. Chiediamo perciò una riunione del Cip che affronti e risolva il problema del dettagliante, che avendo già acquistato la pasta a prezzo maggiorato non può venderla a prezzo inferiore». La soluzione, secondo la Confesercenti sarebbe «obbligare le ditte a corrispondere i rimborsi ai quali hanno diritto l dettaglianti, fatture alla mano». Il presidente dell'Associazione Commercianti ha inviato agli organi di Governo e al prefetto di Torino un telegramma nel quale si sottolinea «il risentimento delle categorie commerciali verso una politica che lungi dal risolvere II problema della spirale del prezzi minaccia di rendere impossibile la conduzione delle aziende». + A proposito del prezzo della pasta la segreteria del gruppo comunista al Consiglio regionale ha deciso di richiedere: « un immediato incontro con il presidente Oberto per verificare la posizione della Regione sui rincari (pasta, olio combustibile, tariffe pubbliche, trasporti, ecc.); la convocazione della VII Commissione permanente per un esame degli aumenti e delle iniziative di controllo da assumere; la designazione del Comitato regionale di controllo sui prezzi; un'iniziativa della Regione verso le altre Regioni per una pressione unitaria sul governo ». Da oggi nei supermercati si potranno comperare soltanto due pacchi di pasta a persona

Persone citate: Arrighi, Barilla, Braibanti, De Mita, Oberto

Luoghi citati: Parma, Torino