I guai di Suarez e Giagnoni

I guai di Suarez e Giagnoni I guai di Suarez e Giagnoni (Dal nostro corrispondente) Milano, 27 agosto. I meno colpevoli, per ora, sono probabilmente loro, Suarez e Giagnoni: due tecnici giovani e giustamente ambiziosi, capitati peraltro nei club milanesi in uno dei momenti più difficili dopo anni di affermazioni in campionati e coppe. I tifosi non si accontentano di promesse: possono anche concedere una stagione di tregua, quella che è appena passata, ma poi vogliono stringere i tempi e ritornare in alto. Suarez e Giagnoni sono alle prese con due problemi completamente opposti: lo spagnolo deve arrangiarsi con II materiale dello scorso campionato più qualche giovane promettente; il sardo deve rimpolpare I ranghi con quattro-cinque nuovi rossoneri, avendo oltretutto un Rivera la cui carburazione appare difettosa. Giagnoni pertanto va avanti a tentoni: prova, riprova, riprende da capo. Domani nell'amichevole di Verona, ad esempio, rimetterà in squadra il terzino Sabadlni. Qualcuno insinua che a Sabadini sia bastato protestare per riprendere il posto in squadra; in effetti Giagnoni cerca veramente di far ruotare gli uomini sperando in una maggiore spinta offensiva. Una cosa è certa: l'ex trainer granata non dorme sonni tranquilli, i problemi sono tanti, rischiano di accavallarsi, anche se lui cerca di sorridere premettendo: « Sapevo che venendo a Milano avrei avuto da lottare, ma la lotta mi appassiona ». Intanto, però, continua a smentirsi: ora ha già messo le mani avanti precisando che se gli altri partiranno forte e se il Milan perderà inizialmente terreno non sarà certo la fine del mondo. Per Suarez è soltanto questione di tempo. E' indubbio che l'Inter ha creato attorno alla squadra uno staff di prim'ordine, a cominciare dallo spagnolo che sta lavorando con entusiasmo e serenità per finire al dott. Quarenghi e al professor Calligaris, il cui lavoro merita di essere seguito con Inte- resse. Lo spostamento di Mazzola nelle funzioni di regista, un ruolo che il capitano sognava da tanti anni, e l'inserimento di Facchetti come libero non sono i soli problemi dei nerazzurri, che vedono limitate le possibilità di Boninsegna in fase di conclusione poiché il cannoniere si trova quasi sempre isolato. Questione di trovare i giusti rapporti fra centrocampo e attacco, ma è indubbio che con Mazzola vicino, Boninsegna aveva più palloni da sfruttare. Anche sull'argomento » Mazzola regista », Suarez è fiducioso. « Mazzola — ha precisato il tecnico nerazzurro — ha soltanto bisogno di tempo per registrare Il suo gioco e credere nelle sue possibilità. D'altronde, Sandro è l'unico nell'Inter in grado di fare questo tipo di gioco ». Suarez ha la massima fiducia nelle possibilità della sua Inter, alla quale sembra mancare proprio un giocatore dalle sue caratteristiche, uno cioè dal lancio lungo e smarcante, anche se Mariani non è certamente un Jair. La ventilata Inter del giovani in pratica è la squadra della scorsa stagione, con alcuni ragazzi che stanno maturando e con gli anziani che hanno un anno in più da portare. Suarez spiega anche gli alti e bassi delle varie amichevoli rilevando giustamente che le Indicazioni date da gare slmili sono frammentarie, se non addirittura fasulle: l'appannamento generale di Mantova lo ha comunque un po' sconcertato. La stagione comunque è lunga e Suarez, giovane trainer dell'Inter al suo esordio domani sulla panchina di San Siro, la stessa occupata per tanti anni dal « maestro » Herrera, è convinto che I nerazzurri potranno recitare una parte importante nelle vicende dello scudetto. Giorgio Gandolfì

Luoghi citati: Mantova, Milano, Verona