La Francia ritorna nella Nato? di Alberto Cavallari
La Francia ritorna nella Nato? La Francia ritorna nella Nato? (Segue dalla 1a pagina) les, riavvicinando velocemente Parigi a Bonn, e portando avanti quelle conversazioni franco-tedesche sul terreno militare che l'atteggiamento antitedesco di Pompidou congelava. Praticamente, Giscard ha preso l'essenziale del ragionamento di Jobert (difesa europea), tenendo presente che un discorso di «indipendenza nazionale» gli è ancora imposto dai gaullisti che appoggiano la sua maggioranza. Perciò ha studiato come riagganciarsi alla Nato, senza apparire subordinato agli Stati Uniti, pensando che la via maestra sia quella di un dialogo capace di riportare la Francia nei «ranghi militari europei». In questo modo, non si potrà mai dire che Parigi torna ufficialmente nella «Nato americana». Si dirà che Parigi persegue il discorso della difesa europea, anche se coordina la propria difesa a quella Nato in Germania. Terza ragione: nelle conversazioni avute con gli esperti, Giscard ha messo a fuoco il problema del bilancio militare francese, del costo della force de frappe, dei timori di una crisi economica. L'interrogativo di fondo è stato: può la Francia, economicamente in crisi, aumentare le spese per la propria difesa, cercando ancora di essere una forza militare alternativa? La rispo sta è stata negativa, e una se¬ conda risposta è allora derivata: la Francia, quindi, deve spostare il problema della propria difesa sul terreno della cooperazione militare con Bonn. Siccome la cooperazio ne diretta con la Nato solleverebbe la ribellione gollista, la strada obbligata è una cooperazione indiretta- Essendo difficile un dialogo con Londra (alleato privilegiato con Washington e fulcro di una impossibile cooperazione nucleare) non resta che il dialogo con Bonn sul terreno delle armi convenzionali. Quarta ragione: su questo terreno, l'accordo è possibile per parecchi motivi. La Francia, in nome della dottrina di De Gaulle, ha lasciato alla Nato la difesa del resto d'Europa, preoccupandosi solo di un attacco che la può sorprendere da Est. La Francia, in nome delle successive «teorie Jobert», si è poi preoccupata di un ritiro delle truppe americane in Germania, rafforzando le sue difese sempre verso Est. La Francia quindi, in nome di questa strategia, ha concentrato sulla frontiera franco-tedesca, dietro a Baden Baden, tutte le proprie difese. Si è ritirata dalla Nato che costituisce, in Germania, la prima linea di difesa avanzata verso Est, ma poi ha formato una seconda linea di difesa verso Est, che politicamente è un doppione e militarmente ha molli inconvenienti. Il missile tattico nucleare francese «Plutone» li ha messi in evidenza tutti. Infatti Parigi, non potendolo collocare in Germania, lo ha collocato ai confini Est, col rischio di bombardare (in caso di conflitto) le truppe occidentali, non il nemico, per via della sua portata limitata a 75 miglia. L'accordo coi tedeschi è quindi imposto da grossi motivi strategici, perché, giunta alle sue estreme conseguenze, la politica gollis'i si rivela dannosa, sterile, oltre che un doppione costoso. D altra parte, può essere fatto digerire ai gollisti un cambiamento doto che molti di essi (compreso il segretario generale Sanguinetti) sono d'accordo per l'avanzamento del «Plutone» in Germania. Infine, dicendo che si coopera con gli alleati europei della Nato (non con la Nato, americana) si sfrutta un sottile distinguo per tornare nella Nato e non dirlo, portando avanti il discorso gollista della difesa europea. Per tutto questo, le previsioni americane e inglesi hanno credibilità, e gli eventi ritenuti possibili in autunno non sono assurdi. Naturalmente, resta l'incognita della trattativa sulla vendita d'armi e di Mirages ai Paesi Nato. Se gli interessi americani non rompono bruscamente la logica degli interessi francesi, sulla base del «contratto del secolo» la nuova fase politica Nato è possibile: proprio per¬ ché essa è articolata e favorevole a un compromesso tra «gli atlantici europei» e gli «atlantici ortodossi». Alberto Cavallari
Persone citate: Baden Baden, De Gaulle, Pompidou, Sanguinetti
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