Prese di posizioni su governo e crisi di Luca Giurato

Prese di posizioni su governo e crisi I temi della ripresa politica Prese di posizioni su governo e crisi La Malfa e Orlandi contestano le affermazioni di Nenni - DonatCattin attacca Fanfani e dissente anche da De Mita - Lettera del ministro del Lavoro, Bertoldi, a Colombo sull'occupazione fNostro servizio particolare) Roma, 27 agosto. Con un susseguirsi incalzante di dichiarazioni, lettere ed interviste, i leaders hanno definito quelli che saranno i temi dominanti della ripresa politica, ai primi di settembre, con il ritorno di Rumor a Roma: crisi economica e rapporti maggioranza-pci. Sui pericoli di recessione, c'è oggi una lettera di Bertoldi a Colombo, con la quale il ministro del Lavoro conferma la sua «particolare preoccupazione per l'andamento dell'occupazione» e chiede al collega, con garbo, ma non senza polemica, «quali misure ritenga adottare, in campo creditizio, per ridurre il pericolo di una caduta massiccia di una domanda di lavoro. Dalle indicazioni che mi pervengono sembra, inlatti, che la stretta creditizia prosegua con inalterata severità anche dopo le nuove misure fiscali e tariffarie approvate dal Parlamento». Sulla questione comunista, ed in particolare sulla proposta di Nenni di un governo di «solidarietà nazionale», si registrano le «repliche» del segretario del pri La Malfa e del segretario del psdi Orlandi, che contestano senza mezzi termini le affermazioni del presidente del psi. Nel dibattito, si è inserito con irruenza Carlo Donat-Cattin, che in una intervista al Mondo attacca duramente Fanfani e esprime il suo dissenso anche nei confronti di De Mita, che in questa inquieta estate è stato il primo a rilanciare il problema dei rapporti con il partito comunista. La lettera di Bertoldi (che dopo le dichiarazioni rilasciate la settimana scorsa a Torino non giunge inattesa) assume un preciso significato politico perché i socialisti hanno fatto del rapporto tra misure fiscali e allargamento contemporaneo del credito il cardine della loro partecipazione al governo Rumor. Non a caso, il ministro del Lavoro ricorda a Colombo, protagonista con Giolitti del contrasto sui provvedimenti che portò alla crisi rientrata, il tormentato accordo di Villa Madama. Bertoldi ricorda tra l'altro che il credito agevolato per la piccola e media impresa e per il Mezzogiorno «non ha ancora ripreso il suo corso »; che non si sono preparate misure per selezionare sia il credito ordinario sia il credito agevolato, «secondo criteri tali da minimizzare l'effetto della loro restrizione sul volume dell'occupazione». Rispuntano insomma, nella lettera del ministro socialista, i temi delle recenti polemiche dc-psi, che la «crisi rientrata» non sembra aver eliminato, ma solo accantonato in attesa della «verifica d'autunno». «Ti sarei grato — conclude infatti la lettera — per una sollecita informativa sulle misure che, a breve termine, il tuo ministero intenda adottare. So che le misure nel senso indicato avrebbero dovuto entrare in vigore entro la fine di settembre, secondo gli accordi di Villa Madama. Ma sarebbe di grande utilità, agli stessi fini della difesa dell'occupazione, poter informare in anticipo imprese e organizzazioni dei lavoratori su ciò che, dal punto di vista finanziario, si intende fare, e così da poter mettere in grado le diverse parti di programmare efficacemente la propria azione ». Colombo è in vacanza, ma la sua replica non dovrebbe tardare. Oggi, le agenzie hanno reso noto il testo di una sua intervista alla Tv tedesca (che pubblichiamo a parte), rilasciata dopo l'incontro a Bonn con Apel. E' una lunga e dettagliata analisi dei «nostri mali», con la quale Colombo, affrontando tra l'altro il tema della politica economica del governo, anticipa sia pure in piccola parte quella che sarà la risposta al collega socialista. «Abbiamo già gualche effetto positivo di questa politica in un miglioramento della bilancia dei pagamenti. La politica che perseguiamo deve peraltro essere sempre attenta a mantenere nel Paese un buon anda mento della produzione e dell'occupazione. Ciò sia per ragioni economiche, sia so ciali e colitiche ». Ragioni politiche ed economico-sociali si intrecciano anche, com'è naturale, nella dichiarazione di La Malfa su Nenni, governo e pei; è il primo intervento del «leader» repubblicano dopo la breve pausa di Ferragosto e il suo « stile» non è cambiato. La Malfa si domanda, per prima cosa, qual è l'esatto significato della richiesta di Nenni. «Essa è la confessione che la politica di centro-sinistra e totalmente fallita, che la drammatica condizione del Paese è dovuta a tale politica, e che bisogna trovare una diversa via d'uscita?». «Nenni, continua La Malfa, ha visto la difficoltà in cui si pone il partito socialista italiano nel chiedere un nuovo rapporto con il partito comunista e ha dichiarato che non si tratta oggi di arrestare un processo di disintegrazione della società e dello Stato, ma di continuare un processo di rinnovamento. Ma Nenni sa di dire una pietosa bugia o di coltivare una illusione. Noi — precisa — siamo in presenza di un processo di disgregamento della società: lo ha ammesso lo stesso onorevole Berlinguer quando ha dichiarato che la situazione presente è intollerabile e ha dichiarato altresì, e questo è ancora più rilevante, che i comunisti hanno combattuto l'epoca degasperiuna. Ma allora l'Italia era governata, mentre oggi non è governata affatto». La Malfa è contrario ad un governo con il pei: «Il partito comunista, nonostante la buona volontà, non può dare quel contributo risanatore di cui Ta società italiana ha bisogno, e non lo può dare perché tuttora legato a certi ideologismi di carattere popolare che impediscono di parlare un linguaggio chiaro e severo». Orlandi è altrettanto esplicito; secondo il segretario de] psdi, le sollecitazioni di Nenni «non sono inquadrabili nella strategia del recupero ma in quella dello snaturamento ». Parla di « inversione dì marcia» rispetto agli impegni presi con gli accordi di governo, di «fughe» e «dissociazioni » rispetto all'intesa di centro-sinistra. Anche Orlandi pronuncia un secco «no» all'ipotesi di un ingresso del pei nella maggioranza e nel governo. «/ temi della verifica d' autunno non possono essere quelli, dissociati, dell'inserimento o meno del pei ». Il discorso di Donat-Cattin sulla «questione comunista» è svolto quasi interamente in polemica con Fanfani. L'ex ministro del Mezzogiorno afferma che è un discorso che non ha bisogno di un congresso straordinario per essere accettato o respinto. «Chi lo pone nei termini del prendere 0 lasciare è rimasto fermo a venti anni fa, quando con la stessa rozzezza era posto il problema dei rapporti con il psi. E' facile scorgere lo strumentalìsmo dì certe affermazioni». Sulla tesi di Fanfani che eventuali, nuovi rapporti con 1 comunisti debbano essere sottoposti all'esame di un congresso straordinario, Donat-Cattin non ha dubbi: «Siamo di fronte a una piccola astuzia che dovrebbe servirgli per affrontare e per risolvere a proprio vantaggio un problema diverso, quello dei rapporti interni della de». Luca Giurato

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