Risse, sparatorie e faide di quartiere tutto per amore di tre donne a Roma di Liliana Madeo

Risse, sparatorie e faide di quartiere tutto per amore di tre donne a Roma E pensare che dovrebbero ispirare soltanto dolcezza! Risse, sparatorie e faide di quartiere tutto per amore di tre donne a Roma Tre diversi episodi di grave violenza per uno strano senso della galanteria e dell'orgoglio (Nostro servizio particolare) Roma, 24 agosto. Per tre donne, in altrettanti punti della città: risse, sparatorie, faide di quartiere, bottiglie incendiarie, botte da orbi, avvertimenti minacciosi, rumorose scorrerie, gimkane automobilistiche, un ferito grave, molti ricercati dalla polizia. In teoria, il pretesto per vicende tanto movimentate sarebbe l'amore, o il senso della galanteria. In pratica, è la logica maschile della «donna come proprietà privata» che esplode, all'insegna della violenza e dell'esibizionismo in una cornice di risentimenti, frustrazioni, armi facili, macchine di grossa cilindrata, prepotenze e rivalità di gruppo. Un particolare di rilievo: tutte e tre le «provocatrici» sono introvabili, di una non si conosce neppure il nome. La vicenda che ha avuto il risvolto più sanguinoso è anche la più recente. Si svolge ieri mattina, di fronte alla Stazione Termini. La sequenza è rapida, sotto gli occhi di numerosi spettatori. A pren- dere il sole, in un bar all'aperto, siede un giovane di 32 anni, Mario Vagnini, pregiudicato, uscito cinque mesi fa da Rebibbia dove ha scontato una condanna per atti di libidine violenta. Passa una coppia. Il Vagnini rivolge alla ragazza un complimento pesante. Il suo accompagnatore reagisce. C'è una zuffa, e lui ha la peggio. Si allontana sanguinante, e il Vagnini continua a inseguirlo e a inveire. A questo punto lo sconosciuto si fa dare dalla ragazza il suo borsetto e ne estrae una pistola di piccolo calibro. La punta contro l'aggressore e spara due colpi: lo colpisce all'ascella sinistra e alla mano destra. Poi fugge, trascinandosi dietro la donna: imboccano la galleria centrale della Stazione Termini e si disperdono nella folla. Il Vagnini viene trasportato di corsa all'ospedale San Giovanni: è giudicato gravissimo. La polizia rastrella la stazione e le strade vicine, ma della coppia si sono perdute le tracce. Si chiama Pasqualina Sibilla, detta «Lina la napoletana», la moretta diciottenne per la quale i giovani di due borgate si azzuffano da tempo, in un crescendo di sortite, reazioni, mezzi d'offesa. La ragazza abita a Lunghezza e intorno a lei fanno la ruota i bulli del quartiere. Ma anche i giovani della borgata «La rustica» si sono accorti delle sue grazie e vengono a renderle «omaggio»: si muovono in gruppo, a bordo di macchine di bell'effetto, e si accompagnano a lei propri sulla piazza di «Lunghezza», sotto gli occhi di tutti. E' una provocazione, a giudizio degli «indigeni» i quali si risentono, minacciano, fanno volare parole grosse, poi pugni. C'è una prima spedizione punitiva: dalla «Rustica» arrivano in dieci, su tre auto; partono colpi di pistola, i proiettili infrangono qualche vetro e alcuni lampioni; i giovani di «Lunghezza» si disperdono, impreparati allo scontro. C'è un attacco diretto a «Lina» da parte dei suoi conterranei: botte anche a lei, che si fa vedere con «quelli». Lo scontro in grande stile avviene sotto il solleone delle 3 del pomeriggio: i giovani di «Lunghezza» sono disposti dietro le siepi della piazza in attesa dell'aggressione; dalla «Rustica» arrivano in forze; questa volta i colpi sono più rabbiosi; tutto si conclude senza feriti. Bottiglie incendiarie e colpi di pistola andati a vuoto per una procace ventisettenne, Giulia Prudenzi, contesa da due uomini. Un commerciante di 32 anni, Enzo Lupi, aveva vinto il primo round portandosi la ragazza a vivere a casa sua. Ma anche il suo socio di affari si era invaghito di lei e la voleva tutta per sé. Per un po' la ragazza s'è divisa sportivamente fra i due, mantenendo un certo equilibrio nel triangolo. Poi se n'è andata. Sparita. Lasciando nella costernazione i due spasimanti, ciascuno col dubbio che l'altro fosse il più fortunato. Irrudicibilmente sospettoso il rivale del Lupi, un focoso siciliano. Bersagliato da avversità a ripetizione il suo ex socio: una settimana fa gli hanno cosparso di benzina la porta di casa, mandando a fuoco l'ascensore; questa notte le fiamme hanno divorato una persiana della sua abitazione, contro cui era stata lanciata una bottiglia Molotov. Liliana Madeo

Persone citate: Enzo Lupi, Giulia Prudenzi, Lupi, Mario Vagnini, Molotov, Pasqualina Sibilla, Vagnini

Luoghi citati: Roma