Nella centrale fascista di Lisbona anche "carte segrete,, sull'Italia

Nella centrale fascista di Lisbona anche "carte segrete,, sull'Italia Da dove partivano le trame nere per tutta l'Europa Nella centrale fascista di Lisbona anche "carte segrete,, sull'Italia La sede della misteriosa Aginter Press fu abbandonata quando cadde la dittatura di Caetano - La polizia trovò documenti e piani per attentati, ora custoditi in una fortezza - Da essi risulterebbero collegamenti internazionali con gruppi fascisti in vari Paesi - Complicità nelle stragi compiute in Italia dal '69 ad oggi? (Dal nostro inviato speciale) Lisbona, 24 agosto. Chi sono i mandanti dell'internazionale nera le cui diramazioni si estendono a piovra in numerosi paesi dell'Europa Occidentale? Da dove provengono i capitali occulti per finanziare le attività eversive dei gruppi clandestini di estrema destra? Quali legami intercorrono tra le varie organizzazioni neonaziste che operano in Italia, Francia, Germania? Esistono collegamenti precisi fra l'attentato di piazza Fontana, l'uccisione di Calabresi, le stragi di Brescia e Bologna e i movimenti extra-italiani che si ispirano alle ideologie nefaste che dovrebbero essere scomparse con la caduta del terzo Reich? La via per rispondere, almeno in parte, a questi inquietanti interrogativi passa per Lisbona, fino al 25 aprile una delle tappe obbligate per le idee, gli uomini e le armi de', terrorismo internazionale di marca fascista. Il crollo di Caetano, la dissoluzione della Direcao General de Seguranca, erede non meno bieca della Pide, la polizia segreta creata da Salazar, consentono di sapere qualcosa di più sul ruolo svolto negli ultimi anni sotto questo aspetto dalla dittatura portoghese. Questa ricerca parte da Rua das Pracas 13, una strada poco frequentata del Bairro da Lapa, il quartiere bohemien della «Lisbona manuelina». L'indirizzo corrisponde all'Aginter Press, telefono 671.939. Inutile chiamare, non risponde nessuno. La misteriosa agenzia di stampa si è dissolta nel nulla con la rivoluzione di quattro mesi fa e forse non se ne sarebbe mai parlato se un ex agente della Pide non ne avesse rivelato l'identità alle autorità militari Il 23 maggio un distaccamento di fucilieri della marina, al comando del tenente Matos Moniz, piomba nello scantinato dell'Aginter, quattro stanze adibite a ufficio. Nell'appartamento non c'è anima viva, chi vi lavorava aveva avuto tutto il tempo per sparire. La partenza non deve essere però stata precipitosa. I fucilieri trovano nei locali, disposti ordinatamente in scaffali di legno, centinaia d;. documenti, tutti scritti in francese, schedati divisi per paesi, indirizzi di persone residenti in Germania, Svizzera, Italia, Francia, Spagna, Svezia, Argentina e Stati Uniti. Da un cassetto salta fuori un plico di «note informative» firmato da un certo Maurice Coutot di Bayonne, titolare di un'agenzia investigativa. Vengono scoperte matrici per la falsificazione di passaporti, carte di identità francesi e spagnole in bianco, patenti internazionali, tessere di giornalisti, timbri del dipartimento della polizia francese del- l'Alta Garonna e della stazio- j ne di frontiera spagnola di Alicante, schemi e istruzioni per la fabbricazione di esplosivi. L'angolo di una camera è trasformato in un attrezzato laboratorio fotografico. C'è pure un archivio zeppo di microfilm. Che cosa è l'Aginter Press? | sione di notizie quasi esclusi ^amente economiche, purché Sotto l'innocente facciata di un ufficio destinato alla diffu-orientate in senso anti comunista, la agenzia era uno dei principali anelli di collegamento del terrorismo nero e un importante centro per il reclutamento di mercenari bianchi e per lo smistamento di armi destinate all'Africa, li suo presidente si chiama- i va Yves Guerin-Serac, alias 1 Yves Herlou, Yves Guillon e Ralph Keriou, ex membro i e o e n o a : i a r i dell'Oas, che secondo un promemoria del Sid sarebbe stato «la mente organizzatrice» della strage alla Banca dell'Agricoltura di Milano. Direttore di sede era Jean Vallentin, amico personale dell'ex capo della Pide ora agli arresti, Silva Pais, zelante funzionario di Ordre Nouveau, il movimento fascista francese collegato al gruppo Ordine Nuovo, fondato da Pino Rauti, ora deputato del rasi. L'agenzia era legata a sua volta al Paladine, un'organizzazione con sede ad Alicante, che recentemente aveva fatto pubblicare un annuncio economico suW'Herald Tribune di Parigi offrendo «gente specializzata in molti tipi di azioni, disposta a recarsi ovunque» vantando filiali a Londra, Parigi, Roma, Zurigo e Basilea e l'appoggio i de' servizio segreto sudafricano Nella sede dell'Aginter Press lavorava a mezza giornata un portoghese, Joaquim Simoes, 500 scudi al mese (17 mila lire). «Le mie mansioni — ha detto — erano di archiviare la corrispondenza. C'era poco da fare e mi annoiavo a morte. Il signor Serac veniva qu> una volta al mese e si tratteneva a Lisbona pochi giorni. Anche il direttore trascorreva lunghi periodi all'estero. Ogni tanto qualcuno chiamava, esprimendosi per lo più con accento straniero, e chiedendo di un certo David, oppure se fossero disponibili pezzi di ricambio per automobili. Quando rispondevo di non capire riattaccavano. Non so nulla della vera attività dell'agenzia. A metà aprile vidi i due gerenti per l'ultima volta. Dissero soltanto che sarebbero tornati in maggio e di indirizzare nel frattempo tutte le buste gialle m arrivo alla casella postale 1682 di El Salvador». Da Rua das Pracas alla fortezza di Cacias, la prigione a metà strada tra Lisbona ed Estoril. In una stanza del primo piano sono racchiusi tutti i documenti confiscati all'Aginter. Nessun occhio estraneo li può vedere. Chiedo al tenente Baraona, ufficiale di picchetto al forte, se si sappia qualcosa del loro contenuto. «Li stiamo esaminando attentamente: è una ricerca difficile e laboriosa». Sono venuti alla luce fatti interessanti? «li materiale che abbiamo in mano è letteralmente esplosivo. Per fortuna, quella gente era molto minuziosa nel registrare ogni cosa, persino i pagamenti in valuta straniera, con il cambio del giorno agli informatori». E i collegamenti internazionali? «Molti, e molto interessanti». Cosa intendete fare? «Andare a fondo, individuare i responsabili locali e punirli». Ma se esistono riferimenti all'Italia, saranno segnalati alle autorità competenti? «Non posso rispondere». Non c'è pericolo che nel mese trascorso dal colpo di Stato all'irruzione nella sede dell'agenzia siano spariti documenti più importanti? «Non mi sembra». Non resta che sobbarcarsi una sfiancante peregrinazione da un ufficio militare all'altro per ottenere altre notizie. Tutti sono gentili, ma riluttanti a parlare dell'argomento. Chi afferma che le forze armate hanno problemi più importanti da trattare del caso Aginter («Si rifaccia vivo tra qualche mese»), chi ammette invece a mezza voce che l'esame dei dossier procede lentamente per una serie o: resistenze opposte da ufficiali superiori tuttora in servizio che risulterebbero compromessi con il passato regime. Il settimanale Expresso, riferendosi alla perquisizione effettuata negli uffici della fantomatica agenzia di stampa aveva menzionato giorni fa l'esistenza di «pesanti pressioni di un'ambasciata affinché non venisse rivelato il contenuto degli archivi dell'Aginter». All'ambasciata d'Italia dicono: «Non abbiamo nemmeno ricevuto da Roma, in via ufficiale o ufficiosa, una richiesta di chiarimenti presso le autorità portoghesi su materiale che potrebbe interessare le indagini in corso in Italia sul movimenti eversivi di destra». Da parte del governo portoghese, nessuna presa di posizione. E' un affare che riguarda la sfera di competenza dei militari, gelosi delle proprie prerogative. Il circolo si chiude Improvviso e insperato uno spiraglio. Un ufficiale consente di parlare a patto di non essere identificato: «L'Aginter agiva sotto la copertura della Pide. Era un ufficio dz comodo per mantenere i rapporti con i fascisti italiani, il servizio segreto greco (Kyp», il gruppo Odessa che si ispira a Otto Skorzeny (il colonnello delle SS che liberò Mussolini dal Gran Sasso e che risiede a Madrid), i simpatizzanti dell'Oas e dei movimenti di estrema destra francesi. Effettuava reclutamenti, forniva armi, esplosivi, denaro rifugi segreti e mezzi per fuggire a chi risidtava bruciato». Mi può dire se negli archivi dell'Aginter figurava un riferimento a Giannettini? «Non escludo che sia passato per Lisbona per ricevere soldi con i quali pagarsi il viaggio in aereo fino a Rio de Janeiro prima di recarsi a Buenos Aires e consegnarsi alle autorità consolari italiane». Piero de Garzarolli Guido Giannettini avrebbe avuto contatti a Lisbona