Liberata in Russia Silva Zalmanson

Liberata in Russia Silva Zalmanson Liberata in Russia Silva Zalmanson Era in un "Lager", malata - Condannata a 10 anni con altri ebrei accusati d'aver tentato una fuga Silva Zalmanson, condannata a dieci anni di detenzione a regime duro dui tribunale di Leningrado nel dicembre del 1970, ha ottenuto la grazia, lascia il «lager» di Pot'ma '• si recherà in giornata a Mosca. La notizia giunge del tutto inaspettata, dopo il rifiuto opposto dalle autorità sovietiche il 14 agosto scorso alla domanda presentata dal padre dell'imputala. Non risulta invece che sia intervenuto qualche mutamento nella sorte degli altri dodici condannati nel corso del medesimo processo. L'avvenimento, quattro anni or sono, impressionò vivamente l'opinione pubblica mondiale per le varie circostanze insolite tra le quali si svolse. Il 15 giugno 1970 la polizia sovietica arrestò, in parte all'aeroporto leningradese di Sinol' Noje, in parte nel bosco di Priozersk, tredici persone, di cui undici erano ebrei, accusandole di aver voluto impadronirsi di un aereo di linea, l'An-2, per \ fuggire in Svezia. In base al codice penale della Federazione russa (articolo 64A « Tradimento della patria, cioè un atto commesso deliberatamente da un cittadino dell'Urss ai danni dell'indipendenza dello Stato, dell'inviolabilità territoriale o della potenza militare dell'Urss: ...fuga all'estero... », 15 ■ Tentativo di crimine, 70 ■ Agitazione antisovietica, e 951 - Rapina di patrimonio statale) vennero inflitte delle pene durissime. I due principali accusati, Mark Dymsic ed Eduard Samuilovic Kuznecov (marito di Silva) furono condannati a morte, sentenza poi commutata in 15 anni dì « lager » a regime duro, Izrail e Wulf, i fratelli di Silva, ebbero S e 10 anni, gli altri otto imputati da 4 a 14 anni. In seguilo tra le poche notizie trapelate sui presunti dirottatori si seppe che Silva Zalmanson — comportatasi con molta fermezza al processo, dove hi ultimo si dichiarò pronta a sopportare ogni cosa ma insieme convinta di poter « presto o tardi andare in Israele» — era gravemente maiala e che nelle penose condizioni del « lager » la sua vita era in pericolo. Nel 1973, tuttavia, le cause profonde e la storia dell'impresa e dei suoi protagonisti furono svelate dal libro di E. Kuznecov, inspiegabilmente scritto nel « lager », mandato all'estero e pubblicato in russo a Parigi e con il titolo « Senza di me » in Italia. Lia Wainstein Press riferisce che dovrebbe esservi un legame tra questa visita misteriosa e le rivelazioni fatte quindici giorni fa dal presidente Sadat sulla presenza in Egitto, durante la guerra di ottobre, di apparecchi Mirage. Questi furono venduti dalla Francia alla Libia con la clausola che non potessero essere mai trasferiti in altri Paesi arabi senza preventivo consenso francese. Questa rivelazione mise in serio imbarazzo il governo di Parigi, costringendolo a dichiarare che in conseguenza di ciò avrebbe « riesaminato » la politica di embargo sugli armamenti venduti agli arabi e stabilita dopo la guerra del '67. Si presume che prima del riesame, o nel timore di esso, Jalloud abbia voluto portare chiarimenti a Parigi. Ma si presume anche che possa aver sfruttato l'occasione per stabilire un nuovo contatto con le autorità francesi. Il primo ministro libico pare sia partito per Malta, invece di rientrare direttamente a Tripoli.

Persone citate: Eduard Samuilovic Kuznecov, Lia Wainstein, Mark Dymsic, Sadat, Silva, Silva Zalmanson, Wulf