Aperta un'inchiesta sulla frase di Maletti di Fabrizio Carbone

Aperta un'inchiesta sulla frase di Maletti Dai giudici per la strage di Fiumicino Aperta un'inchiesta sulla frase di Maletti La magistratura interrogherà il generale del Sid per accertare tutta la verità sull'attacco compiuto da terroristi arabi a Roma (Nostro servizio particolare! Roma, 23 agosto. Le dichiarazioni rese a Bologna dal capo dell'ufficio « D » del Sid, Gianaverio Maletti, per quello che riguarda il rapporto inviato al ministero dell'Interno tre giorni prima della strage di Fiumicino (e recisamente smentito da Taviani) hanno avuto una svolta giudiziaria. Il magistrato romano Domenico Sica e il giudice istruttore Rosario Priore (a cui venne affidata l'inchiesta per l'attacco degli arabi al Leonardo da Vinci) sono decisi ad andare fino in fondo: vogliono sapere se le rivelazioni di Maletti (fatte alla presenza di otto giornalisti) sono vere o false; se il rapporto che anticipava l'azione terroristica era stato inviato al ministero dell'Interno; se, una volta arrivato, fosse stato bloccato da qualcuno prima che il ministro Taviani ne fosse a conoscenza. « La gravità delle dichiarazioni del capo dell'ufficio "D" — dicono alla procura di Roma — non possono essere liquidate con la smentita del ministro Taviani. E' una storia che potrebbe avere una svolta clamorosa: pensiamo solamente — per ipotesi — alle responsabilità di qualcuno che bloccò una informazione così importante e precìsa. Se poi un dirigente del Sid rilascia dichiarazioni, confermate dai presenti, totalmente inventate si deve assumere per intero la responsabilità di questo falso ». E' per questo motivo che domani pomeriggio il dott. Domenico Sica interrogherà a Roma come testimone il nostro inviato Vincenzo Tessandori alla cui presenza il generale Gianaverio Maletti rivelò che il Viminale era staio avvertito in tempo (e che quindi l'attacco arabo poteva essere svenir.-!. Da ricollegare a questa vicenda è l'intervista che Epoca pubblicò il 13-1-74 con un misterioso ufficiale italiano (l'intervistatore scrisse che era pronto a dare nome e cognome). Anche allora si fece la rivelazione che la strade di Fiumicino era stata prevista e che erano stati avvisati i nostri servizi interni di sicurezza. Le dichiarazioni pubblicate da Epoca ebbero poco risalto e la cosa finì con una secca smentita dell'ufficio stampa del Viminale: si respingevano nettamente queste « rivelazioni » A otto mesi da quella tragica giornata che costò 32 vittime innocenti, le nuove rivelazioni (esatte o no) sull'episodio, e questa volta da parte di un generale in carica, riaprono di colpo una pagina nera che sembrava dimenticata. Ma già prima della dichiarazione dell'ufficiale italiano, « Epoca » uscì con la data 17 dicembre '73 con questo titolo di copertina: « La strage era prevista ». Poi la rivelazione del 13 gennaio. L'ufficiale, che rompeva la consegna del silenzio, rlicliiarò di aver avuto modo di vedere i rapporti diretti al ministero dell'Interno, che parlavano di attentato che i terroristi palestinesi si preparavano a fare contro un grande aeroporto italiano. Uno di questi rapporti portava la data del 12 ottobre '73 e uno precedente — dice l'ufficiale X — prevedeva un atto di terrorismo per il 17 novembre (un mese esatto prima del vero attentato). Ora sulla vicenda può aprirsi uno spiraglio inedito e del tutto nuovo? Potrebbe essere stato anche questo un altro passo in avanti della «strategia della tensione». Ricordiamo quei giorni: nessuna organizzazione nota della resistenza palestinese rivendicò l'attentato. Dopo alcuni giorni uscì un comunicato di un gruppo palestinese che non si era mai sentito prima. E il 19 dicembre (due giorni dopo il massacro) l'estrema destra strumentalizza l'accaduto dando vita ad una manifestazione davanti a palazzo Chigi. In testa vi sono i deputati missini Servello, Petronio e Manca. La polizia interviene e un parlamentare del msi colpisce al volto un commissario di ps. Le indagini portano a Madrid (da dove il commando sarebbe partito e avrebbe ricevuto le armi), ma poi non approdano a nulla. Proprio in quei giorni (il 21 dicembre) un giornale libanese parla di quell'attentato come parte della cosiddetta «operazione deversoir». I gruppi ufficiali della resistenza palestinese commentano: «E' una strage che condanniamo e che va, prima di tutto, contro i nostri interessi». Questi gli appunti, riletti dopo le dichiarazioni del generale Maletti e soprattutto dopo nuove e inconcepibili stragi portate avanti dagli strateghi neri della distruzione. Fabrizio Carbone

Luoghi citati: Bologna, Madrid, Roma