Forse la famiglia del rapilo ha pagalo più di 100 milioni
Forse la famiglia del rapilo ha pagalo più di 100 milioni Il ragazzo di quindici anni sequestrato a Stresa Forse la famiglia del rapilo ha pagalo più di 100 milioni E' una delle ipotesi che si fanno attorno alla vicenda - Stefano Barberi ha ricostruito la sua prigionia ed ha descritto il volto dei suoi carcerieri - Battute in Piemonte e Lombardia (Dal nostro inviato speciale) Stresa, 22 agosto. Dalle 2 di questa mattina alle 20 di stasera, con un intervallo per il pranzo dalle 14 alle 16, Stefano Barberi, il quindicenne rapito a Gipnese e rilasciato dopo cinque giorni nei pressi di Chivasso, ha ricostruito momento dopo momento la sua avventura alla presenza del sostituto procuratore della Repubblica di Torino, dottor Marciante. In una stanza della caserma dei carabinieri di Stresa erano presenti il colonnello Danese, i capitani Formato e De Monte, il dottor Vinci della mobile di Torino, il sostituto procuratore di Verbania, De Angelis, che, per competenza, ha «passato» l'inchiesta al collega torinese. Il ragazzino, che dimostra qualche anno in meno della sua età ed ha sul volto un'espressione smarrita, ha raccontato tutto ciò che ha visto — poco —, udito — quasi nulla — e le sue impressioni. Ieri notte, al momento del rilascio, era intorpidito per l'effetto di un sonnifero somministratogli dai banditi. Oggi, lucido e attento, ha cercato di collaborare il più possibile con gli uomini incaricati di risolvere il caso e catturare i rapitori. Impresa difficile anche se Stefano descrive, con una certa precisione, il volto dei tre banditi-carcerieri. Hanno sempre agito a volto scoperto, sia durante il sequestro sulla stradina polverosa che porta alla residenza «Il Fauno», sia nei brevi incontri nella «cella». Sarebbero giovani sui 30 anni, di statura media, lineamenti regolari, accento lombardo-piemontese. I carabinieri hanno messo insieme due foto-kit e con queste battono le montagne sopra Omegna, la campagna di Chivasso, la zona del lago Maggiore, di Varese, del lago d'Orta. E' però come cercare un ago nel pagliaio. L'auto usata per il rapimento sarebbe una 125 chiara; una altra Fiat — non si sa di che tipo — i banditi l'hanno usata per andare a prelevare il riscatto pagato la notte scorsa dallo zio di Stefano, in un imprecisato punto dell'autostrada Torino-Milano, pare nei pressi di Santhià. I carabinieri, appostati nelle vicinanze, l'hanno vista e hanno notato che sulla targa erano stati incollati numeri di cartone. Inutile e pericoloso l'inseguimento della macchina: avrebbe compromesso la fase più delicata della vicenda, cioè la liberazione del ragazzo, avvenuta circa tre ore dopo, in altra località. Sulla cifra del riscatto, si fanno tre ipotesi. Prima: sono stati pagati veramente 32 milioni, e il prezzo così basso (data la «quotazione» degli ultimi sequestri) indicherebbe che i rapitori sono alle pri- ! me armi, desiderosi di rischiare poco e di fare tutto in fretta. «Pochi, maledetti e subito» diceva oggi qualcuno, alludendo ai soldi del riscatto e alla frenesia delle trattative. Seconda: i banditi hanno fatto male i loro conti, si so- no lasciati ingannare dalla presenza in villa del suocero di Francesco Barberi, indicato dai pettegolezzi paesani come un miliardario americano, oggi in pensione. Di vero ci sarebbe soltanto che ha smesso di lavorare da oltre 15 anni. Di qui la richiesta iniziale di 300 milioni, e la risposta, drammaticamente laconica della famiglia: «Non possia¬ mo offrirvi che 30-32 milioni. Non chiedeteci di più». Terza ipotesi, assai remota: la liberazione di Stefano è costata molto di più, 130-150 milioni, ma la famiglia preferisce far sapere di aver sborsato una cifra inferiore. Oggi pomeriggio il dottor Marciante ha dichiarato ai giornalisti: «Di certo, per ora, sappiamo che un ragazzo è stato rapito, i familiari hanno pagato un riscatto, e il giovane è tornato libero». Sergio Ronchetti Stresa. Il quindicenne Stefano Barberi (Foto «La Stampa») liti i dllbb lt h h
Persone citate: De Angelis, De Monte, Marciante, Sergio Ronchetti, Stefano Barberi
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