La grandinata a Mombarcaro distrugge il lavoro di un anno

La grandinata a Mombarcaro distrugge il lavoro di un anno Un aiuto di "Specchio dei tempi,, ai contadini disperati La grandinata a Mombarcaro distrugge il lavoro di un anno I chicchi hanno rovinato i campi - Le colture di mais, patate e i vigneti sono irrimediabilmente perduti - Gli abitanti : "Finiremo con il lasciare questa terra ingrata" « Questa grandinata proprio non ce la meritavamo. E' stata un autentico colpo di grazia, adesso non abbiamo più voglia di resistere, di stare quassù a combattere. Finiremo con il seguire gli altri e abbandoneremo questo posto ingrato ». Mentre il gruppo di contadini che ci sta di fronte sfoga la propria amarezza, guardiamo il disastro clic dicci minuti di grandine ha fatto in un vigneto coltivato con tanto impegno e senza risparmio di fatica. Siamo in una frazione di Mombarcaro, novecento metri di altezza, il comune più alto delie Langhe. Per ehi viene dalla città, questo sembra un posto d'incanto. Aria pura, verde a volontà, paesaggi stupendi. Per chi ci abita sembra un paese maledetto. « Qui — dicono alla cascina Grossi — viviamo ancora come nella preistoria. Siamo senz'acqua, senza luce, senza strade, abbiamo tutto e tutti contro. D'inverno la neve copre le nostre case, minaccia di fare crollare ì tetti. Quest'anno siamo rimasti per dodici giorni completamente isolati. D'estate arriva la grandine e ci toglie ogni possibilità di raccogliere ciò che ci è indispensabile per tirare avanti. Sembra che la natura si voglia beffare di noi ». Nelle frazioni, come nello stesso comune di Mombarcaro, gli abitanti sono diminuiti quasi a vista d'occhio. Dall'alto si vedono a decine le cascine abbandonate nella vallata. Nel censimento del 1951 i presenti erano risultati 1250, dieci anni dopo 800, adesso sono poco più della metà. « Ma soprattutto — sottolinea il segretario comunale — non ci sono più giovani. Appena possono scappano, vanno a lavorare nelle fabbriche, della campagna non ne vogliono più sapere ». «A Mombarcaro la terra è] "fredda" — dice la moglie di uni tadacqamcontadino —. Per far nascere \ lqualcosa bisogna spezzarsi la ! cschiena. Grano, mais, patate, uva, i n tardano a maturare e il pericolo della grandine è doppio rispetto ad altre località che distano anche solo pochi chilometri ». I problemi che gli abitanti di questa fetta delle Langhe devono affrontare sono molti. «Non siamo mai riusciti ad avere l'acqua dicono i fratelli Pietro e Aure lio Grosso — per portar le muc che a bere dobbiamo scendere fi no al Belbo. C'è più dì un'ora di clas cammino, una marcia che taglia le gambe. I nostri figli per andare a scuola devono camminare altrettanto. Se c'è cattivo tempo, preferiamo tenerli a casa perché la strada sprofonda». Che fa il Comune per aiutare queste famiglie? «Anche noi siamo spesso senz'acqua — rispondono in Municipio —. Quest'anno con uno scavo di sei metri se ne è trovata un po' in località Buchere. a e a e o o n oe. odi à iaa » anirulal r a ae ao r. li a oa, iE ui a di lr ea saea li el sn n il cno e; Abbiamo messo quattro pompe, ma non si può dire che il problema sia risolto. Per questi lavori i soldi sono stati anticipati dal sindaco, perché le casse comunali sono vuote». Il bilancio di Mombarcaro è di circa 14 milioni l'anno. Più della metà servono per pagare il segretario ed il messo comunale. Con il resto bisognerebbe affrontare tutti questi problemi. «Ma quando si chiedono i preventivi e ci dicono i prezzi ci si scoraggia e si rinvia». Le Stato si dimentica troppo spesso di questi piccoli Comuni che, poco alla volta, finiscono con il morire. «Ne! 1971 l'alluvione ha rovinato le nostre case — dicono a Mombarcaro — abbiamo avute tante promesse di aiuti, ma poi ci sono state date 90 mila lire. Adesso con questa tremenda grandinata, si rischia di fare la stessa fine». Specchio dei tempi, a nome del lettori, ha portato un primo aiuto di un milione al sindaco, Giovanni Saettane, per le necessità più urgenti. Marco Marello Iniziamo la pubblicazione delle offerte al Fondo di solidarietà inviate dal 1 al 14 agosto (totale Lire 2 milioni 693 mila lire). N. N. lire 50.000; O. C. per persone sole anziane e bisognose 30.000; In onore di Papa Giovanni XXIII, E. F. 20.000; In onore a S. Domenico Savio perché protegga sempre la nostra famiglia, Renzo e Guido 20.000; N. N. 10.000; In onore di Papa Giovanni XXIII, Emma 10.000; In memoria di Mariuccia Traili 10.000; Angioletta ricordando la Mamma 10.000; In ricordo di A. D. 10.000; N. N. Pray 10.000; Franca 5000; Berta Fanfani, Firenze 5000; Un pensionato 5000; Graziella Carena 5000; In onore a Papa Giovanni XXIII 3000; In onore di Papa Giovanni XXIII, Quaranta Giulia, Bagnolo Piemonte 2000; In onore del Papa Buono Giovanni XXIII, famiglia Mosso 1000; In onore di Papa Giovanni XXIII, una pensionata torinese 1000; Onore e gloria del Santo Cafasso 1000. A Papa Giovanni XXIII per la guarigione di mia suocera, P. M. B. 50.000; F. V. D. 20.000; M. G. C. 10.000; N. N. riconoscente a Papa Giovanni XXIII 10.000; M. L. in memoria di Cerrato Davide 10.000; N. N. 10.000; Margiaria Vita, Bordighera, per Serafina Fossati di Imperia 10.000; Silvia 10.000; N. N. in onore di Papa Giovanni XXIII 10.000; In memoria della zia Gina 5000; In onore di Papa Giovanni XXIII per grazia ricevuta, C. E. 5000; L e W. 5000; In memoria di mio marito Enzo nel sesto anniversario della sua morte, T. Margheri, Novara 5000; Angelica e Riccardo 5000; N. N. in memoria di Papa Giovanni XXIII 2000. In memoria del dott. A. V. con Immutato dolore e rimpianto 100.000; M. S. 60.000; In memoria del marito per una persona anziana 30.000; Il Condominio di via Massena 65 in memoria del compianto amministratore Francesco Rosso 23.000; N. N. (15) 20 mila; N. N. 20.000; Famiglia Rossi 20.000; P. C, Rapallo 10.000; Rita Garberoglio in onore di Papa Giovanni XXIII 5000; Per una persona anziana, Maria 5000; N. N. 5000; In memoria dei miei cari 2000. (continua) Mombarcaro. Amarezza e sconforto di agricoltori in un campo di mais devastato