Si cerca a Monaco una base nera di Fabrizio Carbone

Si cerca a Monaco una base nera Estesa anche all'estero l'inchiesta sull'attentato Si cerca a Monaco una base nera (Nostro servizio particolare) Roma, 20 agosto. Le indagini per la strage fascista sull'Kltalicus» sono state estese all'estero. E' rientrato a Roma da una missione a Monaco un djn-gente dell'ispettorato antiter rorismo che ha condotto nel-la città tedesca una serie di accertamenti a proposito di una organizzazione, a sigla « Irgum », dietro la quale si nasconderebbe un gruppo di estrema destra con aderenti in Francia, Germania, Spagna e Italia. Non sì conoscono i risultati dell'indagine. Si sa solo che ufficialmente il funzionario doveva interessarsi a fatti tecnici concernenti l'attentato di San Benedetto Val di Sambro. Non è improbabile però che l'antiterrorismo stia seguendo una precisa pista: il treno «Italicus» andava a Monaco e la vettura dove era stata piazzata la bomba era tedesca. Perché escludere che gli attentatori avessero preparato la bomba nella città tedesca? Ma a parte questa considerazione c'è una pista precisa su cui si sta indagando. I carabinieri di Roma inviarono il 6 giugno di quest'anno un rapporto al magistrato Vittorio Occorsio, il giudice che ha indagato su «Ordine nuovo» (sciolto dopo il processo dello scorso novembre) e che ha rinviato nuovamente a giudizio 119 persone associate allo stesso movimento. Una lettera anonima aveva fatto parti- I re l'indagine dei carabinieri. ì La lettera era siglata «Ir I 9um» e parlava di una riunio j ne tenuta a Monaco di Bavie ra- «con lo SC°P° di organiz | zare in tutto.11 territorio ita! liano una serie di attentati di namitardi». Venivano poi ter1 mte le s'9le . dtei differenti i gruppi associati: «Jaroslav Stetzko» di Monaco con indirizzo e numero telefonico: il «Cedade circulo espanol» di Barcellona e l'eOrdre nouveau», sede di Parigi in Rue des Lombardos. L'anonimo precisava che a Roma non esisteva una sede ufficiale, ma cìie gli affiliati facevano capo all'abitazione di un «membro dell'esecutivo», in via Gaspare Gozzi 145. I carabinieri scoprivano che quella era la casa di Giancarlo Carocci, esponente di «Ordine nuovo», che al momento dell'indagine era stato arrestato su mandato di cattura di Occorsio per ricostituzione del partito fascista. Questa la pista. Il funzionario recatosi a Monaco ha riferito stasera al suo capo, Santino. Al ministero dell'Interno nei prossimi giorni Taviani presiederà una seconda riunione di prefetti, questa volta dell'Italia meridionale, per dare istruzioni circa i nuovi incarichi di collegamento tra la periferia e Roma e tra i reparti distaccati dei carabinieri e delle forze di ps. L'altro canale delle indagini resta Francesco Sgrò, il «supertestimone» di Almirante, sotto interrogatorio a Ferra¬ ra. Secondo voci raccolte a Bologna l'uomo che fornì all'avvocato missino Aldo Basile (i due si conoscevano da molto tempo) la «pista rossa» che Almirante rivelò in Parlamento all'indomani della strage sull'vltalicus», avrebbe — nel corso dell'interrogatorio di ieri — modificato ancora la sua versione dei fatti. E questo motivo ha spinto il capitano dei carabinieri Vincenzo Cagnazzo a precipi- tarsi a Roma per nuove indagini. Cagnazzo, insieme al maggiore dei carabinieri, Varisco, e al funzionario della «politica», Fabbrizio, ha ascoltato per due ore Stefano Necca, 21 anni, attualmente in servizio militare di leva (fanteria). Necca, amico dello Sgrò, è il radiotecnico a cui il «superteste» aveva affidato la sua ricetrasmittente. Durante l'ultima trasferta | dei magistrati bolognesi fu trovata nell'autorimessa dove lo Sgrò lavorava un'antenna tipo militare lunga due metri con attacco a molla. Chieste spiegazioni lo Sgrò ammise d'essere un «radioamatore» e che l'apparecchio lo aveva mandato a riparare. Il Necca si è presentato all'interrogatorio (come testimone) con la radio dello Sgrò. Si tratta di un complesso siglato «TC 770» di marca «Soga», 23 canali. E' una radio «CB», banda cittadina a bassa potenza, un tempo fuori legge ma ora regolare. Nulla s'è saputo del colloquio con il militare. Uscendo ] dal comando dei carabinieri, j Cagnazzo ha detto che si tratI terrà a Roma «per più di una settimana». Il movimento degli ufficiali dell'Arma nella seI rata è stato comunque piultoi sto intenso. Il capitano Ragusa è stato mandato per un so- pralluogo in una zona impre j cisata della città. Si pensa j che, alla luce della probabile «nuova verità» dello Sgrò. gl'investigatori stiano verifi cando l'alibi che Sgrò avreb be dato loro per i giorni 3 e 4 luglio. A proposito di quanto pub- j blicato dai giornali sui rap porti tra Francesco Sgrò e il professor Giovanni De Maria, il direttore dell'istituto di chimica-fisica ha precisato di non aver mai prestato la sua «Jaguar» al dipendente ma di aver avuto da lui solo l'indirizzo di un meccanico per riparazioni al motore. La figura di Sgrò appare sempre più enigmatica: anche all'antiterrorismo tutti si dicono convinti che egli è a conoscenza di molte cose, «molte di più di quelle finora dette». Il lavoro al ministero dell'Interno prosegue con un esame attento del materiale sequestrato in tutte le operazioni finora compiute. L'interesse dei funzionari è quello di vagliare le infinite segnalazioni e i messaggi che arrivano da tutta Italia e in tutta Italia con minacce di attentati ai treni. L'opera di vigilanza della polizia ferroviaria è, dietro ordini precisi, continua. Fabrizio Carbone