Un quotidiano multinazionale

Un quotidiano multinazionale Il supplemento economico "Europa,, Un quotidiano multinazionale Come nasce un giornale multinazionale stampato contemporaneamente in quattro lingue in stabilimenti di produzione distanti migliaia di chilometri l'uno dall'altro? Il supplemento Europa di economia e finanza pubblicato da un anno (esce ogni primo martedì del mese) da quattro quotidiani europei, Le Monde. La Stampa, The Times e Die Welt, oltre ad es sere il primo periodico nato da un'iniziativa editoriale in-ternazionale, rappresenta l'u-nico esempio, finora, di un mensile-inserto redatto in più lingue, in questo caso france- se, italiano, inglese e tedesco. Per renderlo operante, bisognava escogitare una formula inedita di collaborazione redazionale avendo a disposizione la possibilità di appoggiarsi solo parzialmente ad un modello precedente. Si tratta- va di periodici monografici che le 4 testate avevano varato nel "72 (anche in quel caso una primizia in campo editoriale), una prova generale in preparazione del mensile. I supplementi speciali (dedicati di volta in volta ad argomenti specifici come le banche in Europa, i rapporti con gli Stati Uniti e con il Terzo Mondo) non avevano una sca. denza fissa e potevano venire preparati con largo anticipo sulla data di pubblicazione. Non così un mensile. Le sue esigenze sono diverse. La periodicità presuppone una trattazione in forma continuativa degli argomenti prescelti con dati, cifre, tabelle e grafici che debbono essere costantemente aggiornati in modo da renderli più attuali possibile. C'era poi l'ostacolo della traduzione (i testi nelle quattro edizioni sono uguali) che rappresentava un ulteriore ritardo nei tempi di impaginazione. Infine, il problema della lingua: quale scegliere per comunicare l'uno con l'altro? Vediamo dunque come funziona Europa, che, per la sua stessa natura, è una creatura con quattro padri ognuno dei quali vanta gli stessi diritti decisionali degli altri tre. Il coordinamento è stato affidato a John Greig, capo dei servizi speciali del Times. E' suo il. compito di mettere d'accordo quattro concezioni giornalistiche che finora avevano ben poco in comune se non lo sporadico scambio di articoli, scritti tenendo presenti i diversi gusti del lettore. Prima ancora di scegliere una lingua operativa comune, era necessario pertanto stabilire una nuova forma di stesura giornalistica, adatta cioè alle esigenze di un pubblico di quattro Paesi. Quello che può essere dato per scontato ad un osservatore della scena italiana, rischia di non esserlo per l'abitante di Dusseldorf, Manchester o Lione. Da qui l'esigenza di scrivere in maniera lineare (anche per non far impazzire i traduttori) partendo dal presupposto che ciò che è conosciuto da noi diventa automaticamente una notizia all'estero e viceversa. All'inizio i rappresentanti delle quattro testate avevano optato per il francese quale lingua di collegamento, poi si è preferito usare l'inglese. Ogni mese i responsabili delle quattro edizioni (per gli altri tre giornali sono Fritz Wirth della Welt, Pierre Drouin di Le Monde e David Spanier del Times) si riuniscono a rotazione nelle città dove hanno sede i rispettivi quotidiani per scegliere gli argomenti che compariranno sul prossimo numero. Si fissano i temi delle inchieste e delle rubriche, si decidono i personaggi da intervistare (finora hanno «parlato» su Europa Valéry Giscard d'Estaing, presidente della Repubblica francese, il Cancelliere tedesco Helmut Schmidt, il presidente della Cee Francois-Xavier Ortoli, il presidente del Senegal Leo- pold Senghor, il governatore della Banca d'Italia, Guido Carli, il premier romeno Nicolae Ceausescu, il segretario generale della Nato Joseph Luns) assegnando la stesura degli articoli alla responsabi- lità di uno dei quattro soci. Non mancano le difficoltà,| provocate il più delle volte da | divergenze di opinioni sui ; modi di interpretare un dato 1 argomento. Un soggetto di vi. jva attualità per l'Inghilterra > può suscitare scarso interesse | in Francia, Germania o Italia, j Quello che si vuole invece ottenere con una pubblicazione europea è un panorama completo ed approfondito su temi j di interesse comune. «Il mensile Europa — dice \ John Greig — ha una tiratura | complessiva di un milione e messo di copie e si calcola J che i suoi lettori superino i 6 milioni. Ci rivolgiamo tanto al pubblico qualificato degli operatori politici, economici, sociali, finanziari, commerciali e industriali quanto all'uomo della strada. Dobbiamo capire e far capire. Trop po spesso le pubblicazioni economiche usano un linguaggio fumoso destinato ad un pubblico di specialisti. Chi non è addetto ai lavori rischia di comprendere ben po eo di quello che viene scrit- to ». Il periodo, così come è articolato nella sua formula attuale, comprende in ogni numero un'intervista con una personalità di spicco interna- zionale i a porgli le domande sono un giornalista per ognu no dei quattro quotidiani), un'inchiesta-dossier, una tri- buna di opinioni aperta ad economisti, esperti e studiosi, un panorama economico dei quattro Paesi, un riassunto dell'andamento congiunturale delle economie francese, ita liana, inglese e tedesca con particolare riguardo agli in terscambi, una lettera prove niente da un Paese extraco munitario, analisi di settori merceologici e rubriche per il ; consumatore ,. , . S v£g5 ! scritti a «otto mani»: gli spe- ciahsti dei quattro giornali i (che nell'insieme possono av- ! valersi della collaborazione di I mi corpo redazionale formato da oltre 600 giornalisti) lavo gine. rano assieme nella ricerca di elementi necessari all' inda- «Il nostro è un giornale per gli europei scritto da europei», spiega Greig. «Lo scopo è duplice: avvicinare il pubblico nazionale ad argomenti internazionali e informare quello internazionale su temi nazionali che potrebbero essergli sfuggiti con la lettura di un quotidiano». Dopo la parentesi estiva il mensile Europa riprenderà le pubblicazioni il primo otto- bre. I diritti di riproduzione sono già in vigore in Portogallo e Spagna. Fra breve il periodico sarà ripubblkv.to anche in Brasile, Giappone, Norvegia e Belgio. Piero de Garzarolli