Il grande ritorno alle Langhe per villeggiatura in famiglia

Il grande ritorno alle Langhe per villeggiatura in famiglia Rinuncia (senza troppi rimpianti) a mare e monti Il grande ritorno alle Langhe per villeggiatura in famiglia Gli uomini giocano a bocce, aiutano gli agricoltori nei campi; le donne lavorano a maglia - Felicità dei bimbi - I giovani, a gruppi, visitano paesi sinora sconosciuti (Dal nostro inviato speciale) Alba, 19 agosto. Nella Valle dei Lunghi, a Santo Stefano Roero, giocano a bocce sino alle 2 di notte. Un impianto elettrico di fortuna illumina i campi. Le mogli applaudono, qualche bimbo ciondola attorno con gli occhi pieni di sonno. Domattina dormiranno tutti sino a tardi, poi gli uomini andranno ad aiutare gli agricoltori nei lavori dei campi {«E' una buona scusa per fare amicizia e bere una bottiglia in più»), le donne prepareranno il pranzo, i bambini incominceranno la loro intensa giornata, fatta di scavi nella terra, di corse, di giochi a rimpiattino. « Tornano a sera — dicono le mamme — sporchi e da mettere nel bagno ». Nel pomeriggio, le donne lavorano a maglia, ricamano, mentre gli uomini sonnecchiano all'ombra: la sera porta il fresco e l'incontro sui campi di bocce. Quest'anno, il turismo ha scoperto i Roeri e la Bassa Langa. Località come La Morra, Barolo, Murazzano, Monforte, Bossolasco erano già note per l'amenità dei luoghi, la gastronomia (Pelicin è uno dei pochi ad aver ottenuto due stelle sulla guida Michelin), il clima salubre. Ora l'austerità ha portato villeggianti anche a Sommariva, Monteu e Santo Stefano Roero, a Diano d'Alba, a Sinio, a Treiso, Mango, Barbaresco. Nella maggior parte, sono turisti che hanno rinunciato alle vacanze al mare o in montagna per tornare nelle case dei nonni, degli zii, dei padri. A Treiso, terra del Barbaresco, Renzo Lodali, presidente della Pro Loco, spiega che si tratta « d'un grande ritorno ». « Sono arrivati in paese per le ferie quasi tutti coloro che nel dopoguerra erano partiti per cercare lavoro a Torino. Sino all'anno scorso andavano al mare, adesso soggiornano nelle loro vecchie case o presso i parenti. Qui non vi sono camere da affittare e nemmeno alberghi: siamo stati colti di sorpresa da questo boom del turismo langarolo. Da quattro anni non mettevamo il ballo a palchetto perché non veniva nessuno: ora in due giorni sono state ammortizzate le spese: c'era persino troppa gente ». E il sindaco Amilcare Manzone: « Abbiamo richieste per camere, purtroppo rispondiamo negativamente. Stiamo studiando una cooperativa per costruire un condominio di minialloggi, ma chi ci garantisce che un altr'anno non torneranno di nuovo tutti al mare e dimenticheranno le Langhe? ». Patrizia Bongioanni da 13 anni trascorre le ferie a Treiso, Adriana Perno da 16: in pratica da quando sono nate. I ragazzi sono quest'anno una ventina: al mattino giocano a ping-pong, al pomeriggio vanno col motorino in piscina ad Alba, la sera ballano o ascoltano dischi. Vengono quasi tutti da Torino. « Qui è più tranquil- lo che al mare — dicono — qualche volta ci annoiamo, ma non molto ». Adriana e Patrizia invece si divertono poco, ma non sanno dire che cosa manchi loro. « Abbiamo intenzione di convocare una assemblea dei giovani ospiti di Treiso e delle Langhe — dice il sindaco Manzone — per discutere con loro e sentire le loro proposte: vedremo di accontentarli. Convocheremo anche i genitori perché siano un po' più di manica larga con i loro figlioli: qui nella Langa non vi sono pericoli, li lascino andare da soli ». Sinio è uno dei « belvederi» delle Langhe. Domina il castello Del Carretto, l'odore di erbe buone impregna le strade, la pantalera si stacca dal muro di piazza Marconi in attesa del pallone, il parroco alleva fagiani in una voliera a fianco della terrazza: vi sono i presupposti per un ottimo turismo, invece mancano le stanze, gli alberghi, le pensioni. Un gruppo di francesi affitta dalle sorelle Gerbotto; altre dodici persone sono in villeggiatura, ospiti di famiglie o delle vecchie abitazioni dei nonni: troppo poco per una località che offre gite nei boschi di castagni, faggi e pini. Tutto attorno vi sono case vuote, spesso abbandonate, ma non sono in vendita e il paese continua a vivere assopito nella quiete e nel verde. A Diano, 400 metri di quota, il turismo è in sviluppo: molta gente è tornata al paese che aveva lasciato per cercare lavoro in città; le scorse estati andava al mare, quest'anno ha deciso di risparmiare e di godersi la tranquillità. I pochi alloggi in affitto sono occupati, anche il pensionato delle suore non ha posti liberi: almeno 40 famiglie hanno scelto il fresco clima di Diano, le gite al castello (510 metri, un panorama straordinario) o alla fontana. Anfitrione per tutti è Perrone, della trattoria Diana: « La pensione completa da noi costa 5 mila lire, più il vino. Stanza con bagno, naturalmente. Tutti chiedono piatti tipici e noi glieli diamo: 6 o 7 antipasti a scelta, 4 primi, 7-8 secondi. Anche per questo hanno rinunciato al mare ». Sono tornate a Diano famiglie che non si vedevano da dieci anni, non l'hanno abbandonata gli antichi ospiti, come il compositore Giovanni Raimondi («Piemontesina»), il cantante Mariolino Barberis, ora concertista di pianoforte; Caterina Paschetta, di Bra, da dieci anni viene a trovare Perrone: non ha perso la linea, misteri della cucina langarola. Da Nizza Marittima sono giunte tre famiglie, venti persone che abitano in una villa. Serenella Barberis, sorella di Mariolino, spiega come si svolgono le giornate dei ragazzi: in motorino si visitano i paesi della Langa, si ascolta qualche disco dagli amici, e quando il caldo è opprimente (a quest'altezza, mai), tutti ad Alba per un tuffo in piscina. E' così per tutta la Bassa Langa: a Barbaresco, a Mango, a Roddi. Nel capoluogo, quest'anno si sono fatti vivi anche i turisti tedeschi e per la prima volta chi giungeva da Torino, Genova, Trieste ha chiesto in Comune dove po| teva vedere le opere di Ma- crino e gli altri tesori d'arte. Purtroppo, l'amministrazione non dispone di dépliants o cartine che illustrino i monumenti; sono esaurite persino le piantine descrittive delle famose strade dei vini. Anche Alba è stata sorpresa dal boom del turismo nella Langa. Ai confini delle colline più dolci d'Italia, le cittadine sonnecchiano: Canale, ricca di nebbioli e pesche, attende i bambini in piazza Castello, tra il verde dei giardini, accanto al monumento « a un cavallo vecchio, onesto e lavoratore anonimo di nome Bianco »: sotto le annose pian¬ te, l'aria è frizzante, mentre a pochi metri il sole brucia l'asfalto. I bambini, spiega la guardia comunale, sono tra le colline, ospiti di parenti o amici nei cascinali. « Vengono in città di sera, per comperare un gelato, e passano ad accarezzare il cavallo, a scendere lungo lo scivolo, a bilanciarsi sull'altalena, poi tornano nelle cascine. Qualche pomeriggio vanno al santuario del Mombirone o ai tredici piloni dì Monta, tra i boschi e l'aria fresca. Non si annoiano e non sprecano le loro giornate: per loro, la Langa è tutta salute ». Piero Cerati Alba. Turismo e vacanze tra i vigneti e i frutteti delle Langhe (Foto «La Stampa»)