Caso Berrino: è probabile un "colpo di scena,, finale

Caso Berrino: è probabile un "colpo di scena,, finale Ancora intricata la soluzione del giallo di Alassio Caso Berrino: è probabile un "colpo di scena,, finale Prove importanti contro il pittore? - Il prof. Pietro Nuvolone ha accettato la difesa dei fratelli Mombelli - L'avvocato ha detto: "Sono convinto della loro innocenza" (Dal nostro inviato speciale) Alassio, 13 agosto. «Ilo accettato questo incarico non tanto per difendere i Mombelli quanto per sostenere l'accusa nei confronti del Berrino». Con questa frase il professor Pietro Nuvolone, ordinario di diritto penale all'università di Milano, ha esordito sulla scena del «giallo di Alassio» affiancandosi agli avvocati Ramella e Bellando per patrocinare Ezio e Vincenzo Mombelli, in carcere da circa un mese quali presunti autori del sequestro del pittore Mario Berrino. Il prof. Nuvolone ha trascorso la mattinata nell'ufficio del giudice istruttore dottor Vincenzo Ferro per prendere conoscenza del fascicolo nei particolari. Più tardi ha detto: «Sono stato con l'avvocato Ramella a conferire con il giudice istruttore quindi a colloquio con Ezio Mombelli, ni carcere a Savona. Dal complesso delle circostanze venute a mia conoscenza mi sono ulteriormente convinto dell'innocenza dei Mombelli e mi auguro che una rapida istruttoria possa portare quanto prima alla scarcerazione degli stessi e all'imputazione dei veri colpevoli, secondo le linee tracciate dai valenti colleghi Ramella e Bellando»- Di importante in queste affermazioni c'è un particolare che a prima vista potrebbe sfuggire, e cioè il fatto che il professor Nuvolone condivide pienamente l'impostazione che gli avvocati Ramella e Bellando hanno dato alla tesi difensiva. Una tesi che non si limita a portare elementi atti a scagionare i due fratelli, ma passa decisamente al contrattacco chiamando direttamente in causa Mario Berrino il quale, secondo le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dal Bellando, «non è mai stalo prigioniero nel luogo da lui stesso indicato». Il che, in parole povere, equivale ad affermare che il pittore avrebbe raccontato delle fandonie. Da questo ad arrivare ad un'accusa di simulazione il passo evidentemente è breve. Su che cosa si basa la sicurezza dimostrata dal collegio difensivo dei Mombelli? I legali naturalmente non scopro no anzitempo le loro carte, anche se è presumibile che le avranno già messe sott'occhio al giudice istruttore. Comunque, da indiscrezioni filtrate ir tutti questi giorni di indagini e da alcuni dati di fatto scaturiti nel corso della vicenda, si può ragionevolmente prevedere che due potrebbero essere le strade percorse dai legali dei Mombelli. La prima tenderebbe a dimostrare senza equivoci che Mario Berrino conosceva già da tempo Ezio Mombelli con il quale avrebbe anche avuto diversi colloqui. Il pittore, invece, al momento dell'accusa lanciata verso il commerciante di Solva d'Alassio, aveva affermato di non averlo mai visto prima della sua prigionia sulla collina di Sant'Anna ai Monti. E' chiaro che se si arrivasse a dimostrare il contrario di quanto sostenuto dal Berrino, la posizione del pittore comincerebbe a vacillare. _ Ma non ci sarebbe soltanto questa freccia all'arco dei difensori. I legali, infatti, punterebbero molto anche sulle contraddizioni nelle quali Berrino sarebbe caduto raccontando agli inquirenti le varie fasi del sequestro, della prigionia e della liberazione. Contraddizioni che riguarderebbero anche la descrizione degli oggetti poi trovati sull'auto di Ezio Mombelli. Una di queste contraddizioni è stata rimarcata dai cronisti sin dal primo momento e sarebbe anche citata nel rapporto degli inquirenti al magistrato. Poche ore dopo la liberazione Mario Berrino, raccontando la propria avventura, ave va affeVmato"ché'al"momento I dei sequestro era stato incappucciato con un maglione marrone a maglie larghe. Quattro giorni più tardi, quando vennero arrestati i fratelli Mombelli, fra gli oggetti sequestrati ci fu anche un passamontagna che il Berrino indicò come quello usato dai rapitori su di lui a mo' di benda e bavaglio. Ora, un maglione non è facilmente confondibile con un passamontagna e una tale contraddizione non poteva non balzare agli occhi anche del più sprovveduto degli inquirenti. Abbiamo citato due particolari che potrebbero essere usati dal collegio difensivo, ma i legali dei Mombelli affermano di averne a disposizione una gamma vastissima. Stamane, intanto, Adriano Berrino, fratello minore del pittore, si è recato presso la tenenza dei carabinieri di Alassio rimanendovi a colloquio per un certo tempo. Sull'episodio i carabinieri hanno detto: «Adriano Berrino è venuto di sua iniziativa per parlare di una cosa non attinente direttamente la vicenda del sequestro di suo fratello». Il «giallo dell'estate» dunque continua a rimanere inso¬ luto. Una svolta decisiva ormai potrà aversi soltanto nei primi giorni della prossima settimana quando presumibilmente il giudice istruttore si recherà ad Alassio per un sopralluogo. In quella sede il magistrato potrebbe anche prendere delle iniziative tali da avviare rapidamente a conclusione la vicenda. Vittorio Preve

Luoghi citati: Alassio, Milano, Savona