Praga, tanta storia e buon gusto di Franco Mimmi

Praga, tanta storia e buon gusto Praga, tanta storia e buon gusto Praga, 15 agosto. La minigonna elevata a sistema: a Praga l'invenzione di Mary Quant è arrivala jorse con qualche anno di ritardo, ma in compenso ha respinto validamente l'offensiva dei pantaloni: le ragazze in jeans sono turiste, le lunghe gambe nude che spuntano dalle sottanine appartengono alle bellezze locali, naturale complemento a una delle città più belle del mondo. Andarci, non costa molto, e le combinazioni sono molteplici. La « Franco Rosso », per esempio, presenta un viaggio di otto giorni che tocca, oltre la patria di Kafka, anche Vienna (il trattamento previsto nel prezzo è di mezza pensione a Praga, solo prima colazione a Vienna) e che costa 194 mila lire con partenza da Torino, 196 mila da Milano. 201 mila da Genova e 190 mila da Roma. Sempre della « Franco Rosso » un'altra combinazione che porta, in sette giorni, a Praga e a Budapest (mezza pensione) e costa 1S8 mila lire da Torino e Milano. 195 da Genova e 197 da Roma. Una combinazione, anche, tutta dedicata a Praga: sette giorni, mezza pensione, costano all'inarca 190 mila lire. L'« Italturist » non ha combinazioni di viaggi collettivi ma offre l'organizzazione di un inclusive tour personale: con partenza da Milano o da Torino, sette giorni a Praga vengono a costare 1S5 mila lire (mezza pensione) o 220 mila (pensione completa). Praga è un tuffo nella storia e nel buon gusto: è una città che stupisce per la lunga teoria dì edifici belli senza soluzione di continuità, senza fastidiose intromissioni moderne tra i palazzi testimoni di un tempo in cui Praga era l'ombelico dell'Europa. Il turista non ha bisogno di operare scelte: gli basta girare con il naso all'aria. Vi sono, naturalmente, alcuni punti obbligati: il Vicolo d'Oro, per esempio, una viuzza su un lato della quale si addossano casette quasi lillipuziane, policrome, destinate a ospitare la servitù di Rodolfo d'Asburgo, per la quale non v'era più posto nel palazzo imperiale allorché il monarca ospitò tutti i più famosi alchimisti dell'epoca (il che valse a Praga sia l'appellativo di « Città d'oro », sia quello di « Città magica »). Poi vi è, ricco d'atmosfera, l'antico cimitero ebraico, nel quale si trova la tomba del cinquecentesco Rabbi Lev, l'uomo che, secondo la leggenda, diede vita al Golem, un uomo di fango, una specie di Frankenstein ante litteram. Negli interstizi delia tomba del mago, i turisti, e non solo i turisti, depongono bigliettini sui quali hanno scritto i loro desideri: penserà Rabbi Lev, che forse — chissà — neppure è mai veramente morto, a esaudirli. Chi preferisca il sacro (anche se tinto di eretico) al profano, potrà recarsi in Piazza della città vecchia, un grande quadrangolo chiuso al traffico e in cui le panchine si assiepano attorno al monumento dedicalo a Giovanni Huss. In quella piazza Huss fu bruciato, e dopo la mesta cerimonia il terreno sul quale era avvenuta fu arato, perché fosse impossibile a chiunque raccogliere reliquie dell'eretico. Un'altra piazza famosissima è quella dedicata a San Venceslao (famosa anche tristemente, poiché ricorda la fine della primavera di Praga e l'olocausto di fan Palach). E' una piazza dalla conformazione del tutto atipica: non mollo larga, lunghissima, sale con avvertibile pendenza verso la statua del santo. Un ultimo itinerario d'obbligo: il ponte di re Carlo IV, che valica la Moldava (un fiume le cui sponde nulla hanno da invidiare, per l'architettura che le arricchisce, alla Senna). Si dice che per rinforzare l'impasto col quale il ponte venne costruito, l'architetto mischiasse alla malta milioni di uova. Forse solo una leggenda, fatto si è che il ponte è ancora lì, dopo tanti secoli, bello robusto. Sulle spallette, a intervalli di una decina di metri, gruppi scultorei dedicati a figure sacre o guerriere. Ma Carlo IV (che pare fosse mica tanto bello e forse anche gobbo, e che pure ebbe quattro mogli) non si accontentò del ponte, e si fece anche erigere un castello, a Karlstein, in cui la pietra e l'oro si accostano in una strabiliante alternanza di semplicità spartana e di sfolgorante ricchezza. Quello di Karlstein non è l'unico castello degno di nota: tra gli altri spicca quello di Konopiste, in cui risiedeva volentieri l'arciduca Francesco Ferdinando di Asburgo prima di andare incontro, a Serajevo, alla pallottola del Princip. Il castello è ricco di quadri di non grande valore, di monumentali e bellissime stufe di maiolica e soprattutto di trofei di caccia. L'arciduca, appassionato fuciliere, fece impagliare le più belle delle sue prede, riempì corridoi e corridoi di palchi di cervi, le zanne di ogni cinghiale ucciso (e furono centinaia) impediscono la vista delle pareti a chi sale le scale. Sotto ogni trofeo, il giorno e il luogo in cui la pallottola abbatté la preda. Un vero maniaco, l'arciduca Francesco Ferdinando. E ora: come spostarsi nella città per vedere tutto ciò? Non vi sono problemi. Frequenti i taxi, e a buon prezzo, e frequentissimi i tram che si arrampicano sui sette colli della città. Ultimamente è anche stato inaugurato il primo ramo della metropolitana, il cui capolinea si trova in piazza San Venceslao. E' pure assai semplice raggiungere località come Karlstein, Ko- nopiste, Pilsen e Karlovyvary. Praga è una città lutto sommalo a buon mercato. Si può mangiare ottimamente con meno di duemila lire (naturalmente vi sono anche ristoranti in cui si va più vicino alle diecimila). Il conto della spesa è assai diverso, a seconda che si spendano corone ottenute al cambio ufficiale (circa 125 corone per diecimila lire, ottanta lire a corona) o a quello clandestino (circa 250 corone per diecimila lire). Ma è ovvio che il cambio clandestino è un reato, per il quale si può incorrere in grossi guai, e inoltre spesso i cambiavalute abusivi rifilano banconoh false. Chi si reca a Praga con un viaggio collettivo non ha in genere problemi con le ricevute dei cambi; chi invece si reca in Cecoslovacchia con mezzi propri è tenuto a cambiare almeno cinque dollari al giorno. Infine: il visto. Tramite un'agenzia, che col corriere elimina l'inconveniente dei ritardi postali, lo si ottiene in una quindicina di giorni. Anche meno, in bassa stagione. Franco Mimmi Praga. Piazza San Venceslao, tappa d'obbligo per i turisti, luogo di raduno dei giovani