Il "piano,, per gli attentati fu preparato a Cattolica?

Il "piano,, per gli attentati fu preparato a Cattolica? Il vertice nero si era svolto nel marzo scorso Il "piano,, per gli attentati fu preparato a Cattolica? Gli inquirenti sulle trame nere sono riusciti ad avere i nomi di una ventina di partecipanti (Nostro servizio particolare) Roma, 12 agosto. « In questi ultimi due mesi e mezzo c'è stato uno spaventoso rilancio degli attentati. Sembra che tutto sia stato preparato con cura, a tavolino ». Così dice uno degli uomini impegnati a Roma nel tentativo di dare un volto ai dinamitardi. E aggiunge: « Forse bisognerebbe scavare più a fondo di guanto non sia stato fatto sulla riunione che 25 o 26 neofascisti di tutte le parti d'Italia hanno tenuto a Cattolica fra la fine di febbraio e i primi di marzo. E' soltanto un caso che quel Luigi Falica che, secondo le notizie da Bologna, aveva affittato per 50 mila lire al mese il "covo" di "Ordine Nero" fosse presente alla riunione di Cattolica? ». La questura di Roma su questa riunione ha indagato a lungo. E lo hanno fatto anche le questure e le procure della Repubblica di altre città, perché con regolarità sconcertante, nel corso di tutte le indagini sulle violenze fasciste di questi ultimi tempi hanno trovato un filo che li riportava a Cattolica, pensione « Giada », di proprietà di Mario Caterino Falzari, 47 anni, conoscenza quasi perfetta di francese, tedesco, russo e bulgaro (in Bulgaria, a Klissura, è nato e parla anche parecchi dialetti slavi). Falzari è stato più volte indicato come un uomo del Sid. In effetti, forse nella speranza che fosse in grado di raccogliere notizie durante i frequenti viaggi all'estero, un sottufficiale dei carabinieri, che di solito lo utilizzava corno interprete, lo mise in contatto con il controspionaggio. A Cattolica, l'albergatore ha anche un'agenzia di viaggi. Più volte, è stato scritto che da questa agenzia, attraverso il telex, i neofascisti di casa nostra tenevano i contatti con i camerati di altri Paesi e i vari « ordinovisti » che sono riusciti a fuggire all'estero prima del mandato di cattura. Sull'uso dei telex si indaga: finora pare che non ci siano prove decisive. Falica, l'uomo che a Bologna è stato indicato come l'affittuario del « couo », è in carcere per vari attentati. Era già in carcere quando il sostituto procuratore di Roma, Vittorio Occorsio, proprio pensando alla riunione di Cattolica, firmò per lui un mandato di cattura a conclusione della nuova inchiesta su « Ordine nuovo ». Falzari è un testimone. I due, Falica e Falzari, si conoscono bene. Fu per questa vecchia conoscenza che Falica si rivolse a Falzari quando si trattò di trovare un luogo tranquillo per una riunione che avrebbe dovuto restare segreta. A Cattolica, ai primi di marzo, non ci sono villeggianti. L'albergo di Falzari era addirittura chiuso. Fu aperto proprio per Falica e i suoi amici. I primi fascisti arrivarono la sera del 28 febbraio, giovedì, gli ultimi se ne andarono il 3 marzo, domenica. Le riunioni importanti furono tenute subito. Il cameriere doveva bussare per portare da bere. Sul tavolo, in un locale sotterraneo, una grossa pila di Anno zero. Si parlò del giornale, del cui ultimo numero erano state appena tirate 15 mila copie. Si parlò poi di scuole e di fabbriche. Ma soltanto di questo? C'erano Clemente « Lello » Graziani, responsabile nazionale di «Ordine nuovo», adesso latitante, Marcantonio Bezicheri, l'avvocato bolognese difensore di Franco Freda, ma adesso imputato di tentata ricostituzione del partito fascista. E poi: Salvatore Francia, latitante, torinese, direttore responsabile prima di Ordine nuovo-azione, poi di Anno zero, Alfredo Fioratti, uno dei più assidui frequentatori della « Compagnia del retaggio», circolo sul quale si indaga a Bologna; Elio Massagrande, para veronese, era invece assente, causa un ordine di cattura, ma si fece rappresentar» dalla moglie. Da Veiona arrivarono tre giovani. Altri da Roma, da Milano, da Bologna, perfino dalla Sicilia. Gli inquirenti sono riusciti, molto faticosamente, ad avere i nomi di una ventina di partecipanti alla riunione di Cattolica. Su qualche no¬ me l'indagine è ancora in piedi. C'era, ad esempio, Carlo Fumagalli, ora in carcere per gli attentati del Mar? E c'era la moglie di Amos Spiazzi, il colonnello coinvolto nell'inchiesta sulla « Rosa dei venti »? Queste ultime due presenze, se provate, porterebbero alla conclusione che a Cattolica non fu tenuta una riunione di « Ordine nuovo »fi « costretto » a trasformarsi in « Ordine nero » dopo la condanna penale e lo scioglimen to da parte del ministero dell'Interno, ma un vertice di rappresentanti, diretti o indi retti, di tutti i movimenti neofascisti più pericolosi. Ecco perché l'attenzione è puntata su Cattolica, specialmente dopo la scoperta del « covo » bolognese affittato, comunque di certo frequentato, da Luigi Falica. Andrea Barberi