Volkswagen: nuove "riduzioni" di Tito Sansa

Volkswagen: nuove "riduzioni" Difficoltà dell'industria automobilistica tedesca Volkswagen: nuove "riduzioni" (Dal nostro corrispondente) Bonn, 10 agosto. La maggiore industria automobilistica tedesca, la Volkswagen, sospenderà parzialmente la produzione nell'ultima settimana di agosto per adeguarla alle vendite, in continua diminuzione. Appena rientrati dalle ferie, i 119 mila dipendenti della Vw sono stati informati che 49 mila di loro dovranno fare un'altra settimana di vacanze forzate. In piena attività rimarranno soltanto le catene di montaggio del nuovo modello Golf a Wolfsburg e a Emden. Dalla riduzione del lavoro alla Volkswagen (la quinta dall'inizio dell'anno) sono colpite direttamente diverse piccole e medie industrie che forniscono pezzi e accessori: la fabbrica di freni Teves di Gifhorn, che già ha licenziato 400 dei suoi 3900 dipendenti (imitando la Volkswagen che nei mesi scorsi si era liberata di circa 12 mila lavoratori) è stata chiusa questa settimana; l'industria di pneumatici Continental ha sospeso 200 dipendenti fino al 19 agosto e prevede di chiudere nuovamente in settembre; la fabbrica di orologi Kienzle a Villingen ha annun- ciato il licenziamento di 180 operai del settore cruscotti, la più grande fabbrica di specchi retrovisori a Gruenenplan ha preparato un piano di riduzione dell'orario di lavoro. Un'altra dozzina di fabbriche di accessori è pronta a sospendere il lavoro se le principali industrie automobilistiche dovessero con trarre la produzione nelle prossime settimane. Nonostante questa situazione, che viene definita « allarmante » dai giornali vicini all'opposizione democristiana, il governo di Bonn ripete che non intende intervenire in alcun modo per rianimare il mercato automobilistico. A giugno erano state proposte — tra le altre misure — e si diceva che fossero «pronte nei cassetti ministeriali», una riduzione dell'imposta sui carburanti, l'abolizione dell'Iva per l'usato. Il ministro dell'economia Hans Priderichs, facendo eco al cancelliere Helmut Schmidt — che ha definito « buona » la congiuntura, nonostante quasi mezzo milione di disoccupati —ha detto stasera alla televisione che il governo vuole continuare la sua attuale politica « della mano tranquilla ». Secondo il ministro, « gli appelli lanciati dalle industrie automobilistica, tessile ed edite non costituiscono un problema congiunturale, ma denunciano soltanto problemi settoriali ». L'industria edilizia, ha rivelato Friderichs, si è adeguata, riducendo di oltre 200 mila unità la propria manodopera, le altre industrie dovranno adeguarsi. Il governo « non ha studiato né preparato alcun piano concreto per rianimare la congiuntura », ha detto Friderichs, aggiungendo di essere « perfettamente d'accordo » con il Cancelliere che « bisogna evitare un nuovo boom, e rinunciare a misure troppo rapide e troppo forti ». Obiettivo primo è la lotta contro l'inflazione, anche se le previsioni sulla disoccupazione sono pessimistiche. Pescando nel torbido a scopi elettorali (in autunno si voterà in Assia e in Baviera) i giornali dell'opposizione preannunciano un milione di senza lavoro. Ma lo stesso capo dell'ufficio centrale del lavoro a Norimberga, Josef Stingi, non esclude che alla fine dell'anno i disoccupati potrebbero essere 800 mila. Tito Sansa

Persone citate: Hans Priderichs, Helmut Schmidt, Josef Stingi, Kienzle, Teves

Luoghi citati: Assia, Baviera, Bonn, Norimberga