Un mafioso siciliano sequestrò Torrielli?

Un mafioso siciliano sequestrò Torrielli? Ad una svolta le indagini a Milano Un mafioso siciliano sequestrò Torrielli? Indiziato un palermitano quarantenne già in carcere dall'aprile scorso Forse è lui uno degli autori materiali del rapimento a Vigevano (Dal nostro corrispondente) Milano, 9 agosto. Uno degli autori materiali del sequestro dell'industriale vigevanese Pietro Tornelli, rapito il 18 dicembre di due anni fa, sarebbe stato identificato: così almeno sostengono i carabinieri del nucleo investigativo di Milano che hanno trasmesso alla magistratura un lungo e circostanziato rapporto. Da parte sua l'indiziato, che si trova rinchiuso nel carcere di San Vittore dall'aprile scorso, respinge ogni addebito. Per il rapimento dell'industriale vigevanese sono sotto inchiesta parecchie persone, tra cui il noto boss mafioso Luciano Liggio, catturato la scorsa primavera in un lussuoso appartamento di via Ripamonti a Milano dove viveva sotto falso nome con la donna che gli ha dato un figlio: finora le indagini non sono però riuscite a ricostruire tutto il mosaico della grossa organizzazione mafiosa per l'omertà trovata non solo nell'ambiente ma anche da parte dello stesso Tornelli che teme per la sua vita. Il nuovo indiziato è un presunto mafioso, Antonio Quartararo di 38 anni da Palermo, da anni trapiantato a Corsico, legato all'ambiente delle altre persone coinvolte nell'inchiesta. I carabinieri del nucleo investigativo di Milano e quelli di Vigevano sono arrivati a lui attraverso un cappello con una piuma trovato sul sedile posteriore della «Citroèn-Maserati» del Tornelli, trovata a Corbetta qualche giorno dopo il sequestro che ha fruttato ai malviventi 1 miliardo e 250 milioni. II copricapo non apparteneva al rapito e dopo lunghe e pazienti indagini gli inquirenti erano arrivati al suo proprietario, il signor Enrico Galdoni di 37 anni da San Gimignano nei pressi di Siena. L'uomo interrogato dai carabinieri non ha avuto difficoltà a riconoscere il suo cappello ed ha dimostrato di essere estraneo al rapimento. Aveva lasciato il copricapo su una «125» noleggiata con il suo impermeabile e un paio di sci: la vettura gli era stata rubata alla vigilia della partenza per una breve vacanza e fino a quel momento non era stata rintracciata. Fu trovata qualche tempo dopo in via Ronfili a Milano e nel cofanetto del cruscotto venne trovato il libretto di circolazione dal quale risultava che la vettura era di proprietà di un certo Giuseppe Cipolla da Messina. Non era stato difficile accertare che il documento, rubato a Catania, era stato abilmente falsificato. Le indagini per parecchio tempo rimasero ferme a questo punto e nessun nesso venne trovato col rapimento del Tornelli: anche del fantomatico Giuseppe Cipolla nessuna traccia nonostante molti abitanti di Corsico lo avessero descritto come un uomo tarchiato con grossi baffi che si vedeva spesso nella zona. Le indagini presero una svolta decisiva nel gennaio scorso dopo una rapina compiuta a Piacenza contro due portavalori ai quali dopo una sparatoria alcuni malviventi erano riusciti a strappare 20 milioni in contanti. I rapinatori erano poi fuggiti su un'auto rubata e ritrovata qualche ora dopo: a bordo i malviventi avevano dimenticato una patente falsa, intestata a Giuseppe Cipolla, finita sotto un sedile. Il documento che portava la fotografia di un uomo con i grossi baffi veniva inviata al centro segnaletico di Roma e si poteva così accertare che la foto non era quella di Giuseppe Cipolla, ma di un noto mafioso, Antonio Quartararo evaso 4 anni fa dal manicomio criminale di Barcellona Pozzo (Messina) dove era stato rinchiuso per scontare 14 anni di reclusione per rapina e tentato omicidio. Le ricerche del pregiudicato da quel momento si sono intensificate sia in Sicilia che al Nord. Ai primi di aprile, i carabinieri avevano saputo da un confidente che un mafioso avrebbe dovuto incontrarsi il giorno 5 a Corsico con alcuni conoscenti: venne effettuato un appostamento e finalmente al Quartararo sono scattate le manette ai polsi. In tasca gli sono stati trovati documenti falsi e una pistola P.38. Tradotto al carcere di San Vittore il mafioso è stato più volte interrogato dagli inquirenti sui suoi rapporti con le persone implicate nel sequestro Torrielli, ma il detenuto ha sempre respinto con sdegno ogni addebito. Ora i carabinieri, dopo un paziente la¬ voro, sono giunti alla convinzione che il Quartararo sia uno degli autori materiali del sequestro dell'industriale di Vigevano e stanno cercando i suoi complici. I risultati dell'inchiesta sono già stati trasmessi alla magistratura per ogni decisione. In questi giorni, però, il sostituto procuratore della Repubblica, Caizzi, e il giudice istruttore Turone che si occupano dei sequestri di Pietro Torrielli e di Luigi Rossi di Montelera sono in ferie: al loro rientro, previsto per la fine del mese, esamineranno il voluminoso rapporto dei carabinieri e procederanno all'interrogatorio dell'indiziato. g. m. Pietro Tornelli