La Commissione non c'è ancora di Giulio Mazzocchi

La Commissione non c'è ancora IL DECRETO LEGGE SULLE SPA La Commissione non c'è ancora (Nostro servizio particolare) Roma, 8 agosto. Sono ormai passati 2 mesi dall'approvazione del decreto legge che ha attuato la miniriforma delle Società per azioni, inserendovi la cosiddetta cedolare sui dividendi pagati ai possessori di azioni industriali. Ma a tutt'oggi non sono stati nominati i membri della commissione nazionale per le Società e le Borse istituita dalla legge stessa. Essa costituisce, anzi, l'oggetto principale della legge, che senza la commissione resterebbe priva di pratica efficacia. La commissione, dice l'articolo 1 della riforma, «è composta da un presidente e da quattro membri, scelti tra persone di specifica e comprovata competenza ed esperienza e di indiscussa moralità e indipendenza, nominati con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio stesso». La legge, così precisa nell'indicare le caratteristiche delle persone da nominarsi e il modo d'effettuare le nomine, non pone un termine per l'espletamento del compito. In base a tale omissione non si può parlare di inadempienze del governo. Appare tuttavia strano — a questo punto — che la riforma sia stata attuata per decreto legge emanato dal Consiglio dei ministri l'8 aprile di quest'anno. Il Parlamento dovette effettuare sedute straordinarie per convertire in legge il decreto in tempo utile. Fu, poi, infatti approvato esattamente 6 ore prima che trascorresse il termine costituzionale dei 60 giorni di scadenza dei decreti-legge. E già la notte in cui il decreto era stato approvato dal governo, Giolitti aveva dichiarato: in giugno il provvedimento sarà pienamente funzionante. Entro quella data la commissione sarà stata nominata. A questa data d'agosto, invece, non v'è neppure un'avvisaglia ohe il Consiglio dei ministri intenda occuparsi delle nomine. Eppure la prima incombenza della vacante commissione è per il 30 settembre. A questa ormai non lontana data la commissione deve ricevere la comunicazione delle «partecipazioni incrociate» esistenti. Quegli amministratori che non adempissero a tale obbligo saranno multati al minimo per un milione: ma ancora non esistono le persone che, con ampi poteri d'interpretazione pratica della legge stessa, debbono indicare alle Società per azioni in quale modo, con quale formulario adempiere all'obbligo indicato. E' da aggiungere che la commissione stessa ha il dovere del segreto su molte delle notizie di cui dovrà venire in possesso. E' evidente che, per adempiere all'obbligo del segreto, la commissione dovrà pur dotarsi di uffici e d'un certo meccanismo di ricezione e archiviazione del materiale che dovrà ricevere. La commissione inoltre deve stabilire una serie di pratici e nuovi adempimenti, il cui scopo finale è di dare omogeneità e chiarezza ai bilanci societari: taluni di tali adempimenti richiedono decreti ministeriali di attuazione. Essi si riferiscono già ai prossimi bilanci, che dovranno pervenire con un mese d'anticipo alla commissione: non par una mera formalità, ma perché la commissione stessa possa esaminarli, e con ciò dare garanzia alle assemblee degli azionisti della veridicità di quei bilanci. Quando e come, per tutti questi adempimenti, inizierà a lavorare una commissione che ancora non esiste, a due mesi dalla legge che ne impone la costituzione? Parrebbe doversi immaginare che in Italia non esistano neppure cinque persone di «indiscussa moralità e indipendenza», come prescrive la legge. Il sospetto rischia di avvalorarsi, sapendosi anche che sono ormai ben 70 i posti vacanti al vertice di banche e casse di credito. Il sospetto rischia poi di diventare cer- ,, pei, che la commissione tribù-tezza quando si osservi, come nei giorni scorsi è stato rilevato da un'interrogazione del taria centrale è stata appena nominata con una scelta la quale fa sommare a oltre mille anni di età i suoi tredici membri (mezza dozzina dei quali ha superato 75 anni, mentre il più giovane del consesso ns ha superati 65). Che in Italia non ci siano più «giovani» dotati di «indiscussa moralità»? In tale condizione la polemica in atto sul modo con il quale, a suo tempo, si dovrà designare il successore del governatore della Banca d'Italia, Carli, rischia di essere del tutto sterile: già vi sono leggi che prescrivono i modi, il punto è che le leggi si lasciano dormire, i vuoti di cariche restano tali anche per anni. Giulio Mazzocchi

Persone citate: Carli, Giolitti

Luoghi citati: Italia, Roma