Gialli "politici" e di costume

Gialli "politici" e di costume Gialli "politici" e di costume Roy Hayes: « Il gioco e la preda », Ed. Longanesi, pag. 386, lire 3500; Hans Hellmut Kirst: « Condannato al successo », Ed. Garzanti, pag. 359, lire 2500; Antonio Perria: « Delitto a mano libera », Ed. Longanesi, pag. 245, lire 2800. Ci sarà, tra autunno ed inverno, un cambiamento nel prezzo dei libri? Certamente un rincaro, a cominciare dalle « economiche » che non costeranno meno di 12001500 lire al volume, per arrivare anche alle 2000. Ma le novità non saranno solo di questo tipo. Si accentuerà, ad esempio, la tendenza a far pagare più caro il libro di « evasione » che quello « serio ». E' già evidente nei « gialli ». Da anni la Longanesi — seguita poi dalla Mondadori — pubblica i suoi autori migliori di poliziesco o di spionaggio in edizione rilegata, allo stesso prezzo di un romanzo letterario. Con l'autunno comincerà anche la Garzanti, mentre la collezione « gialla » della Rizzoli di cui da tanto si parla, probabilmente non è uscita per non avere ancora deciso tra prezzo popolare e prezzo rilegato. Cosa vuol dire? Prima di tutto i costi di produzione sono talmente alti, oramai, che la differenza possibile si è sempre più ridotta. Secondo, non tutti gli editori sono in grado di raggiungere tira- ture soddisfacenti ad un basso prezzo. Terzo, un pubblico « fedele » segue libri e autori preferiti anche su per le scala degli aumenti di prezzo. Quarto: i libri si vendono ancora, e dunque ventimila copie di un volume a 3000 lire rendono più ad editore ed autore di quarantamila a 1000 lire. Il processo che dalla rivoluzione del libro « economico » era maturato nel libro « economico di qualità » anche editoriale, si è saldato a se stesso, e procede. Vedremo in quale direzione. Per il momento ecco qua tre buoni libri « gialli » per la valigia delle vacanze, e nessuno al disotto di 2500 lire. Il migliore stavolta, in senso assoluto, è II gioco e la preda, storia di uno staliniano-ungherese scomparso e riaggallato in California, di un miliardario anticomunista finanziatore di controrivoluzioni, di due agenti della Cia, di un assassino di professione. E la persona più affascinante del gioco è costui: un maniaco tecnologico, un killer elettronico, che viaggia con un armamentario che va dalla balestra alle microminiaturizzazioni elettroniche, dalle mazze da baseball alle truccature più raffinate. Un giallo « di costume » è invece quello di Kirst, Condannato al successo, famoso finora per i suoi libri 08/15 sul militarismo tedesco. Stavolta Kirst è entrato nel mondo degli affari di Monaco, alla vigilia delle Olimpiadi, e disegna dei personaggi molto alla Grosz (capitalisti e poliziotti) che opprimono e perseguitano dei personaggi alla Wiechert (innocenti ed onesti), un po' fuori dalla realtà. Protagonista un cane, e non si può dire come. Romanzo di costume anche questo Delitto a mano libera, secondo poliziesco di Antonio Perria che sei mesi fa appena ci aveva dato senz'altro il miglior giallo italiano dell'anno (Incidente sul lavoro;. Anche questo è un buon libro, scritto dal solo professionista che regga il confronto con Scerbanenco. Ma la fretta di presentare un seguito è stata forse troppa. La qualità di Perria è che gli interessano i poliziotti-uomini, le piccole storie, i piccoli paesaggi, tutto quanto insomma è apparentemente « à coté » del delitto. Ma è successo che la storia rispetto al primo libro è ripetitiva: ancora un assassino « ricco » che alla fine non paga; e soprattutto ancora una polemica di tipo sodale-costume, a fianco di una sostanza letteraria crepuscolare, neogozzaniana se può dirsi. Il contrasto, il difetto sono qui. Per chi non ha letto il precedente, comunque, questo Delitto a mano libera è un libro di eccezione. E piacevole, molto, per tutti gli altri. Claudio Savonuzzi

Persone citate: Antonio Perria, Garzanti, Hans Hellmut Kirst, Longanesi, Perria, Roy Hayes, Scerbanenco

Luoghi citati: California, Quarto