Presentati i prezzi massimi per le varie qualità di carne

Presentati i prezzi massimi per le varie qualità di carne Presentati i prezzi massimi per le varie qualità di carne Sensibili rincari - Il Comitato provinciale deciderà tra oggi e domani se accogliere le nuove tariffe - All'esame anche le quotazioni per la pasta, salita alle stelle Appello dei commercianti al buon senso della categoria - Il problema detersivi Entro la settimana conosceremo a che prezzo dovremo pagare la carne bovina (tagli di prima scelta, tagli di seconda e sanato). II listino è stato predisposto dall'Associazione macellai e consegnato ieri mattina al Comitato provinciale prezzi, che deciderà tra oggi e domani se approvarlo o meno. Le tariffe proposte dagli operatori per singola « voce » (carré, filetto, coscia, spezzatino eccetera) rappresentano il « tetto massimo » al di sotto del quale le quotazioni alle vendite dovrebbero oscillare per garantire ai circa mille macellai di Torino un minimo margine di guadagno. Spiega il presidente nazionale della associazione, Quirighetti: « Sulla carta, il guadagno è del 20 per cento. Al netto di spese scende al 7-8 per cento al massimo. Se non ci sarà garantito, chiuderemo bottega ». Non è una minaccia. La categoria sostiene di attraversare un momento delicato: il consumatore compera di meno; reagisce stringendo la cinghia alla morsa del rincari. « Negli ultimi due mesi — afferma Quirighetti — le vendite a Torino e nell'intera provincia sono scese del 40 per cento. Perché la gente è in ferie? Non è vero. I più sono rimasti. Non solo, ma anche chi è in Riviera ci pensa due volte prima di entrare in macelleria. Non è difficile immaginare le conseguenze. 10 posso soltanto aggiungere che duecento macellerie di Torino sono in vendita. I negozianti non se la sentono più di rischiare e cercano di salvare il salvabile ». I prezzi massimi proposti sono riportati nella tabella che pubblichiamo. Possono servire di orientamento alla massaia, quotidianamente impegnata con i conti della spesa. Purtroppo, si tratta di cifre poco consolanti. Alcuni « tagli » hanno subito rincari vertiginosi nello spazio di una stagione. E non parliamo soltanto del filetto. C'è da sperare che i macellai, se non altro per non vedere ulteriormente diminuire 11 loro volume d'affari, si tengano al di sotto del « tetto ». Se è possibile una consolazione, in tanti guai, è questa: a Torino e In Piemonte si mangia ancora carne di casa nostra. Cioè proveniente dagli allevamenti locali. In altre grandi città, nelle macellerie si vende carne estera, spesso congelata, che arriva In Italia da oltre oceano e ha perduto, se non sostanza, ogni sapore. Accanto al listino prezzi per la carne bovina di largo consumo ne è proposto un altro per il prezioso « sanato piemontese della coscia », di cui si macellano al massimo 6 o 7 capi la settimana. SI vende nelle « macellerie-boutique » come le definisce Quirighetti, cioè nel negozi per amatori. Il filetto costa 8 mila lire il chilo, 6500 il sottofiletto, 6 mila lire la coscia affettata, 5500 quella a pezzi interi, 5200 il carré con osso, 4200 la spalla, 3900 la sottospalla, 2900 il bollito. Insieme con il listino della carne bovina, il Comitato provinciale esaminerà anche i prezzi per la pasta. Le quotazioni sono salite alle stelle anche per questo prodotto di prima necessità. Il prezzo in alcuni casi si è addirittura raddoppiato nello spazio di tre mesi, passando da 200 a 400 lire il chilo. La scoperta ha sorpreso molte massaie. Non si contano le telefonate a La Stampa di lettori che parlano di soprusi. Purtroppo, pare che la pasta sia destinata a rincarare ulteriormente, n Si potrebbe arrivare fino a 500 lire il chilo », teme il vicepresidente dei commercianti, Giovanni Perfumo. Come si rileva in un comunicato dell'Associazione, per le paste alimentari « tutti i prezzi sono da ritenersi liberi Uno a che non interverranno i decreti dei competenti Comitati provinciali prezzi ». Nel documento, tutta- via, è contenuto un invito ai dettaglianti « a tener fermi i prezzi al consumo per tutto il mese di agosto a patto che i fornitori non li aumentino a loro volta ». Il Comitato provinciale prezzi, il 12 luglio, aveva emanato un provvedimento che, preso atto degli aumenti delle Industrie (autorizzati da Roma), consentiva ai dettaglianti dei listini al consumo con il « ricarico sulle fatture di acquisto dei margini commerciali fruiti lo scorso anno ». Per questa ragione, l'Ascom ritiene di « fare appello al senso di responsabilità della categoria perché nuovi aumenti non abbiano a verificarsi in questo delicato momento ». l'aggiornamento Altro argomento importante: 1 detersivi, da alcune settimane scomparsi dai negozi cittadini. « I prezzi in vigore al 31 luglio — si legge nelle norme che ne regolano la vendita — dovranno rimanere bloccati fino alla Immissione in commercio del detersivi unificati a prezzo Imposto ». La disposizione urta contro quella che gli esperti defi niscono « realtà di mercato ». I detersivi, cioè, non si trovano In vendita e — nota l'Associazione commercianti — « le Industrie hanno cessato le consegne ». La Confcommercio ha preso posizione inoltre contro il provve dimento con il quale si « fa obbligo al grossista e al dettagliante che non dispongano di prodotti a formula unificata di fornire al richiedente altre specialità detergenti ai prezzi previsti per quelli a formula unificata ». E' inammissibile — commenta la nota — far ricadere sul commerciante una responsabilità per fatti indipendenti dalla sua volontà. La Confesercenti, In un comunicato, definisce la situazione dei prezzi « caratterizzata da momenti di fortissima tensione e da un rinnovato aspetto di rarefazione artificiosa delle merci ». Il segretario Fresia si è recato ieri in Prefettura per esprimere la preoccupazione dei negozianti di fronte alle « richieste deliranti di copiosi aumenti ». Il dettagliante che intenda ricostituire le scorte si trova di fronte al 20 per cento di aumento per gli oli d'oliva e di semi, per la pasta e per i detersivi. Fresia ha chiesto « una immediata azione » per stroncare il fenomeno dei rincari, che finiranno per gravare sul consumatore, e ha denunciato: « In assenza di urgenti misure la città sarà in mano agli speculatori e agli avventurieri ». Nel comunicato della Confesercenti si afferma che in Prefettura è stato detto che gli argomenti discussi saranno esaminati dopo le ferie. * L'Associazione provinciale venditori ambulanti e dettaglianti lamenta la mancanza di turni per le ferie nella distribuzione commerciale. « Il disservizio nuoce soprattutto alle persone che non possono lasciare la città e che sì trovano di fronte a strade e quartieri interi senza un negozio aperto ». re. ro. Prezzi massimi proposti dai macellai Vitello di 1« Vitello dl 2* Marizo 1 e sanato al kg al kg al kg Carre con osso . . 4.000 3.500 2.800 Coscla pezzi lnterl . 4.800 3.800 2.800 Coscla affettata . . 5.000 4.000 3.000 Flletto 6.500 5.000 4.200 Sottofiletto 5.500 4.200 3.200 Spezzatlno scelto . 3.500 2.800 2.000 Spezzatlno mlsto . 3.000 2.400 1.800 Osslbuchl 3.500 2.800 2.000 Polpa spalla di I" . 4.000 3.400 2.600 Polpa spalla dl 2* . 3.200 2.800 2.200 Sottospalla e collo 3.500 3.000 2.500 Trltata mista . . . 2.000 1.800 1.500 Trltata comune . . 3.000 2.500 2.000 Trltata dl coscla . 4.000 3.500 2.500 Petto e panda . . . 2.500 2.000 1.200 Muscoll anterlorl . 3.000 2.500 1.800 Muscoll posteriori . 3.500 3.000 2.000

Persone citate: Carre, Fresia, Giovanni Perfumo

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Roma, Torino