La folle minaccia a Padova di Clemente Granata

La folle minaccia a Padova La folle minaccia a Padova (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 6 agosto. Con ogni probabilità, stava per essere commesso un nuovo attentato in un luogo non molto distante dal tragico tunnel di San Benedetto Val di Sambro. Poteva essere forse questione di ore, o di qualche giorno, e ci saremmo di nuovo ritrovati a contare cadaveri, membra straziate e storpiate. Questa sera, durante una perlustrazione, i carabinieri hanno trovato infatti diciotto chili e mezzo di tritolo pronti all'uso, nascosti sotto uno strato di terriccio e avvolti in un sacco. La scoperta è stata fatta a due passi da Marzabotto, nei pressi di Vergato, che è il centro più importante dell'Appennino bolognese. Non si sa bene come i carabinieri siano giunti all'esplosivo, è probabile che la segnalazione sia venuta da qualcuno che aveva notato movimenti sospetti. Ci sono tante segnalazioni e tanti allarmi in questi giorni pieni di angoscia, di tensione e di rabbia: parecchie non danno esito, altre permettono di rintracciare una pista buona. Il tritolo era stato collocato contro un terrapieno a cinquanta metri dalla strada statale Bologna-Pistoia, la cosiddetta Porrettana e a venti metri dalla ferrovia che collega le due città percorsa da treni carichi di pendolari. L'esplosivo era in ottimo stato e risultava tolto da poco dalla sua « custodia ». I terroristi lo avevano diviso in cinque parti, forse volevano commettere altrettanti attentati. Un artificiere ha affermato che se i diciotto chili fossero stati usati nello stesso momento, sarebbero saltate per aria sia la Porrettana che i binari con conseguenze di incalcolabile portata. E' una scoperta che, da un lato, suscita un certo sollie¬ vo, dall'altro fa meditare ancora di più sulla pericolosità e la molteplicità di mezzi di cui dispongono i terroristi che da cinque anni insanguinano il Paese. L'allarme è accresciuto se pensiamo che proprio questa notte un individuo che si è qualificato appartenente ad Ordine nero ha telefonato al « Resto del Carlino », annunciando una nuova strage. Secondo la minaccia, presa di mira dovrebbe essere Padova per « vendicare » la esecuzione dei due missini Mazzola e Giralucci avvenuta nel giugno scorso nella sede di via Zabarella. La telefonata è stata registrata ed ora è all'esame degli inquirenti. Sembra che il portavoce di « Ordine nero » parli con accento lombardoveneto, qualcuno precisa anche due possibili città: Brescia e Verona. Ha detto ad un redattore: «Ricorda i due morti di Padova della se- zione del movimento sociale? Scriva che Padova pagherà duramente i due morti della federazione del msi come le Brigate rosse tutti pagheranno. Padova dovrà pagare grande, dovrà pagare una strage immensa. Due morti che saranno vendicati con altre duecento persone. Ogni persona vale cento. Sono due, sono duecento morti». Il misterioso personaggio ha detto di essere « lo scritturale di Ordine nero » e ha ripetuto che l'organizzazione estremista è responsabile del tragico attentato all'« Italicus ». Che valore dare a questa comunicazione? Può essere stato un mitomane, uno dei tanti che proliferano in questi momenti di ansia e di paura. Gli inquirenti non tralasciano naturalmente questa ipotesi, ma e chiaro che prendono anche in attenta considerazione l'altra più pessimistica, avvalorata appunto dalla scoperta del tritolo q:ii in Emilia e contemporaneamente anche in Val di Susa. Un fatto, comunque, omerge con sufficiente chiarezza. A circa settantadue ore dalla strage di San Benedetto Val di Sambro, gli elementi effettivi in mano agli inquirenti sono pochissimi. Si tenta disperatamente di trovare una traccia, un indizio che permetta di individuare uno degli anelli della catena criminale, ma le indagini sono appena ai primi passi. E la situazione è resa più confusa dalla ridda di ipotesi, di voci e di illazioni non sempre giustificate che si accavallano creando un viluppo nel quale è difficile individuare elementi che siano produttivi di conseguenze positive. La giornata di oggi è stata sintomatica sotto questo profilo. Si è discusso a lungo sull'esatto numero dei morti se dodici o più; poi secondo le affermazioni dei medici legali è risultato che sono dodici. Si è cercato Cristiano De Eccher, leader trentino di « Avanguardia nazionale », e vedremo in quali circostanze il suo nome è emerso ed ha interessato gli inquirenti. Il capitolo telefonate è stato Clemente Granata (Continua a pagina 2 in settima colonna ) MIIIIllllllir IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIII tlIlllIMlllI

Persone citate: Eccher, Giralucci