La caccia non i solo uno sterminio

La caccia non i solo uno sterminio Una legge per regolamentare l'attività venatoria La caccia non i solo uno sterminio (Dalla redazione romana) Roma, 3 agosto. La commissione Agricoltura del Senato, presieduta dal senatore Arnaldo Cclleselli, ha concluso l'indagine conoscitiva sui problemi della caccia. Le informazioni e i suggerimenti raccolti saranno utilizzati per elaborare una legge-quadro che tenga conto non soltanto delle esigenze dei cacciatori e dei pescatori (circa due milioni), ma anche dei desideri di coloro — e sono molti di più — che vorrebbero abolire o almeno limitare e regolamentare meglio queste attività. Nell'ultima seduta sono stati ascoltati il presidente nazionale dell'Enpa (Ente nazionale protezione animali), il segretario generale di Italia Nostra e i rappresentanti regionali. Il presidente nazionale dell'Enpa Bruno Ghibaudi ha sottolineato la necessità ormai indifferibile di regolamentare diversamente la caccia, in attesa di abolirla temporaneamente o del utto, rinunciando all'ormai superato concetto della selvaggina come res nullius (bene di nessuno e in pratica di chiunque voglia catturarla), e considerandola invece res communitatis, cioè un patrimonio comune da gestire secondo i desideri di tutti Ugualmente indispensabile è il ricorrere al più presto allo ius prohibendi, che consiste nell'attribuire al proprietario di un terreno i agricolo il diritto di proibire | l'accesso ai cacciatori. Il gravissimo depauperamento della fauna selvatica I operato dalla caccia e da al-1 tre cause impone inoltre di li-1 mitare al minimo l'attività ve-1 natoria, spostando ì termini di apertura e avvicinando quelli di chiusura, evitando di considerare «n~civi» — e quindi da uccidere — certi animali che nel generale disegno della natura hanno invece una funzione equilibratrice insostituibile, aumentando il territorio destinato a parchi e riserve naturali e riducendo drasticamente quello destinato alle riserve private. Il presidente dell'Enpa ha quindi chiesto che venga mantenuta la proibizione per le cacce primaverili e che su tutto il territorio nazionale sia definitivamente abolita la pratica barbara dell'uccellagione. E dopo aver auspicato che le funzioni preminenti in materia di caccia e pesca vengano conservate allo Stato, date le discutibili esperienze legislative già fornite dalle Regioni, ha richiamato l'attenzione della Commissione sulle benemerenze acquisite fino ad oggi dalle guardie zoofile dell'Enpa, che con scarsissimi mezzi e con grandi sacrifici personali hanno sempre svolto un'efficace azione di controllo in materia. Bernardo Rossi Doria, di Italia Nostra, ha dichiarato che la caccia va considerata fra gli elementi inquinanti dell'ambiente, al pari dei prodotti chimici velenosi. E ciò non tanto per l'orientamento dei cacciatori, molti dei quali perseguono un effettivo contatto con la natura, ma per le pressioni di tipo consumistico e per una certa mentalità stimolata e condizionata da vari interessi. Si è inoltre dichiarato favorevole al mantenimento delle riserve private, purché assolvano alla funzione di protezione della fauna e perdano i loro attuali aspetti consumistici e speculativi. L'architetto Rossi Doria ha quindi condannato l'uccellagione, poiché l'uso dei volatili catturati, successivamente usati come richiami vivi, è a sua volta causa di ulteriore sterminio di altri uccelli. Contrario all'uccellagione si è dichiarato anche l'assessore all'Agricoltura della Regione Puglia Angelo Monfredi il quale ha espresso parere ne gativo anche sulle riserve private. L'eliminazione di questi «privilegi per pochi a danno di molti» è stata richiesta anche dal senatore Cassarino. Salvatore Casu, in rappresentanza della Regione Sarda, ha sostenuto la necessità di abolire al più presto il principio della res nullius e di introdurre quello della res communitatis. Enzo Savoldi, della Regione Lombardia, ha fatto ri¬ levare l'opportunità di ritardare l'inizio della caccia alla selvaggina stanziale, che risulta ancora immatura alla fine della terza decade di dicembre. In precedenza Giovanni Belli, della Confagricoltura, aveva già dichiarato che «di fronte alle esigenze della produzione agricola è assurdo considerare con carattere di preminenza gli interessi delle attività venatorie». Ha perciò sollecitato l'introduzione del principio della res communitatis e il riconoscimento del jus prohibendi. In questa richiesta è stato appoggiato anche da Leonardo Serra, per la Federcoltivatori-Cisl, Mauro Padroni dell'Alleanza contadini, da Cesare Dall'Oglio e da Attilio Parlagreco della Confederazione coltivatori diretti. Dopo aver ricordato che «i danni prodotti dai cacciatori sono comunque superiori a quelli prodotti dalla selvaggina», Giandomenico Serra della Confagricoltura ha chiesto che negli organismi competenti in materia di caccia gli interessi degli agricoltori vengano rappresentati e difesi come quelli dei cacciatori. Quasi tutti i rappresentanti delle varie categorie hanno richiesto la formulazione di un elenco dei prodotti chimici che siano nello stesso tempo utili all'agricoltura e innocui o almeno poco dannosi per la fauna.

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