Emmanuelle la "femminista"

Emmanuelle la "femminista" Successo a Parigi per un film tratto dal romanzo Emmanuelle la "femminista" File di spettatori ai botteghini - "Avamposto dell'emancipazione femminile" (Nostro servizio particolare) Parigi, 3 agosto. Pochi anni fa, quando uscì per la prima volta, «Emmanuelle » fu considerato un peccato grave: che andava fatto, ma tenuto nascosto. Il libro era venduto nelle edicole, però sottobanco. Procurando miliardi all'autrice e agli editori, il maschio latino lo volle e lo ebbe: furtivo e sussurrante, chiedeva, comprava, pagava e mimetizzava. Le oneste pagine di un quotidiano servivano a salvargli la rispettabilità. Adesso lo sconosciuto ex fotografo di moda Just Jeackin ne ha tratto un film. Ansioso di procurarsi la propria dose di dollari, ha confezionato un « piccolo afrodisiaco sogno ad occhi aper- ti » condendolo, pare, con un populismo facile e falso e la solita filosofia spicciola. « Emmanuelle » è diventato l'avvenimento eroticoestivo di Parigi. In tre settimane lo hanno visto cinquecentomila francesi. Le code davanti ai cinema in cui la pellicola viene proiettata sono lunghe centinaia di metri. In fila, pazienti, tranquilli e severi, come se fossero alla stazione ad aspettare un treno noioso e in ritardo, pare ci siano soprattutto i buoni borghesi, la middle class parigina, sempre molto carica di borse e scarsa di fantasia. Meno scettici (o distratti di noi) gli americani hanno subito individuato il «fenomeno ». E si chiedono da dove stia venendo un successo così clamoroso, proprio in una città come Parigi che è disincantata, in cui gli spettacoli sexy sono una vecchia e ormai polverosa routine tanto che, contemporaneamente ad «Emmanuelle» una sessantina di cinema ha in programmazione ventisei pellìcole del genere: e nessuno se ne occupa. Il film offre, evidentemente, una notevole quantità di ragazze nude e molti incontri amorosi, gli uomini invece si presentano in tenute abbastanza castigate e l'amplesso non è descritto con particolari troppo minuti. Quanto al dialogo, è ispirato allo standard dei sexyfilm americani, inesistente la recitazione: l'insieme, oltre a cadere spesso nella banalità, è ritenuto un ibrido, tra l'erotismo di consumo e la pornografia edulcorata. La molla che ha scatenato le folle sarebbe, secondo Time, l'ambiente esotico, la Thailandia, l'Oriente, in cui si svolge la storia (che si dice autobiografica) della disinvolta giovane moglie di un diplomatico francese in missione nel Far East. «Jeackin ha capito che il sesso in Paesi lontani è molto meglio del sesso in uno "studio" di Parigi ». Così ha spostato la troupe tra il Vietnam, nelle retrovie della guerra, e le "zone erogene" di Bangkok. Di laggiù ha mandato la sua « corrispondenza erotica di viaggio », le avventure di una famigliola più che disponibile, impegnata in una serie di incontri, con partners di entrambi i sessi, che avvengono in notti stellate e segrete, tra vegetazione ricca di sensualità e di insidie, nei saloni delle ambasciate o nei templi, tra bonzi pochissimo distaccati dai richiami terreni. Un'atmosfera da fumetto antiquato e "osé" puntellato da qualche eleganza e raffinatezza manovrata, con la necessaria glaciale ambiguità, dalla protagonista che, sullo schermo, è l'olandese Sylvia Kristel, una bruna ex indossatrice molto occupata a suscitare intricate passioni, e terribilmente annoiata da questo polpettone erotico. Cosa che, certo, dispiace al suo regista il quale ritiene la pellicola tanto snob e cerebrale « da creare un'aura di legittimità se non di assoluta legittimità a tutta la storia. "Emmanuelle" piace anche per questo: la gente vede il film e se ne va via senza sentirsi colpevole ». Contro i detrattori della pellicola (Pompidou l'aveva proibita definendola abominevole «per il dialogo spietato e l'assoluta mancanza di rispetto per il corpo umano») pare ci sia anche una frangia dì intellettuali francesi: salutano in « Emmanuelle » « un avamposto dell'emancipazione femminile, una coraggiosa sfida alla fallocrazia ». m. a. Sylva Kristel

Persone citate: Pompidou, Sylva Kristel, Sylvia Kristel

Luoghi citati: Bangkok, Parigi, Thailandia, Vietnam