Della donna coraggiosa: "Voglio un bimbo e ritornare sulla scena" di Remo Lugli

Della donna coraggiosa: "Voglio un bimbo e ritornare sulla scena" Incontro con l'attrice dopo l'operazione subita a Milano Della donna coraggiosa: "Voglio un bimbo e ritornare sulla scena" Dice: "Sto benissimo, non sono morta come hanno scritto" - Un messaggio di augurio da Eduardo De Filippo (Dal nostro inviato speciale) Viareggio, 3 agosto. Ride: « Per prima cosa scriva che sono viva. Secondo certi giornalacci dovrei già essere morta ». Altro che viva. E' giovane, bella, simpatica, piena di brio come noi milioni di telespettatori la ricordiamo. E' la Delia Scala di sempre. Giusto un mese fa è stata operata a Milano, nella clinica del prof. Bucalossi, per un nodulo al seno. Un intervento che si è svolto nella maniera più felice. Però è bastato saperla in clinica perché le voci allarmistiche e assolutamente infondate si diffondessero. Fa piacere parlarle, vederla in ottima salute e allegra e cortese. E' un'attrice che ha una grande carica di simpatia. Lei e il marito, il comm. Piero Giannotti, mi hanno accolto nella loro bella villa, nel quartiere residenziale Polo. La cortina di verde del parco trattiene lontani i rumori del lungomare, le tende filtrano nel salone la luce abbagliante del pomeriggio, che tuttavia arriva sufficientemente vivida per far brillare i suoi occhi mobilissimi e il suo sorriso. Si cede facilmente al desiderio di fare un po' di domande. Si vorrebbero sapere tante cose. Come si fa, ad esempio, a rimanere fuori dal mondo dello spettacolo dopo aver interpretato quarantacinque film ed essere stata la primadonna in sette commedie musicali che hanno tenuto cartellone quasi tutte per due anni interi, nei teatri di tutta Italia, e poi soubrette in due show televisivi di grande successo? « Quando ci siamo sposati, nel I960 — dice Delia Scala —, abbiamo deciso che avrei lasciato il teatro. Non era un'imposizione di Piero, era un accordo spontaneo. Ero stanca di quella vita, che è faticosa, snervante: sul palcoscenico fino all'una della notte, poi la cena, il riposo che iniziava verso l'alba, il sonno diurno che rubava la giornata. Non ne potevo dav vero più. Delle varie città italiane conosciute nel periodo in cui recitavo ricordo soltanto un palcoscenico, un albergo e un ristorante. Le città le sto riscoprendo ora ». Era un addio che lasciava qualche possibilità di ripresa? « Certo, per la radio e per la televisione: la rinuncia riguardava soltanto il teatro. E infatti ho lavorato ancora per la radio, e poi, quando la televisione mi propose uno show nel quale raccontavo la vita di un'attrice, decidemmo che era una proposta da accettare. Dopo venne Amurri a parlarmi di una storia di due sposi e dell'arco dei primi anni del loro matrimonio, da interpretare con Buzzanca, e ancora non seppi rispondere di no ». Tutti ricordiamo questi successi. Ma quando mai questa attrice non ha avuto successo? Ha incominciato la sua carriera come ballerina classica: già all'età di sei anni iniziava un corso alla Scala di Milano che sarebbe durato sette anni. Ma un anno dopo, ancora bambinella, poteva anche recitare: per un atto intero era la figlia di Beniamino Gigli in Zaza di Leoncavallo. « Ho un ricordo bellissimo di quelle recite: non vedevo l'ora di poter uscire, alla fine, a ringraziare il pubblico insieme con gli attori grandi. Il teatro mi è entrato nel sangue già da allora ». Ha danzato, cantato, recitato prima in cinema e poi in teatro. Quale di queste espressioni d'arte le piaceva di più? «All'inizio avrei voluto essere una grande danzatrice, come la Fracci di oggi, ma al corso non ero la prima, ero la seconda: la prima era Vera Colombo. Ma poi via via che passava il tempo, mi piacevano sempre dì più le parti nelle quali c'era rnche da esprimere qualcosa con il volto ». Qual è stato il lavoro che le ha dato più soddisfazione? Ci pensa un poco, si tocca la frangetta bionda che le rasenta le sopracciglia: « Forse il lavoro nel quale credevo meno, quello che mi preoccupava di più: "My fair lady ", di Bernard Shaio. Recitavo con Tedeschi e Carotenuto. Fu un grande successo. Mi servì come prova, dimostrandomi che potevo credere in me stessa ». Adesso, se ripensa a tutti i ruoli svolti, come ballerina, cantante, soubrette, in quale ritiene di aver dato il meglio? « Mi considero un'attrice completa ». Ha qualche rimpianto, avrebbe voluto, ad esempio, sostenere ruoli diversi? «No, ho conosciuto solo successi, sono stata molto fortunata, tutto mi è stato porto su un piatto d'oro, non ho mai fatto gavetta, ho sempre avuto a disposizione i migliori autori. Sono stata anche sempre molto quadrata. Questo mi davano da fare e questo io facevo. Mi accontentavo, ed ero felice ». Che cosa è necessario possedere, prima di tutto, per ottenere successo? « La salute. Non mi stancherò mai di dire: la salute. Recitare nel¬ le commedie musicali è faticosissimo, molto di più che recitare in prosa. Se non si ha un fisico di ferro, si finisce col cedere e non si va avanti, anche se si possiedono altre qualità. Cantanti molto brave hanno provato e poi hanno ceduto. Si capisce che, oltre alla salute, ci vogliono buone doti: saper danzare, un fisico piacevole, un viso carino, una carica di simpatia. E poi bisogna avere l'istinto, la natura dell'attore; perché non basta la scuola, per saper recitare, bisogna esserci tagliati ». Su un tavolo c'è un ritratto di Eduardo De Filippo e alla base della fotografia è infilato un biglietto firmato dal grande attore napoletano. E' la risposta ad un telegramma che Delia gli spedì quando fu operato al cuore. « Il tuo ricordo è stato tra i quattro o cinque più importanti per me, e te ne ringrazio. Ma si può sapere perché non ti fai mai viva? Io recito all'Eliseo fino al 21 aprile. Vieni a trovarmi ». Delia me lo fa leggere commossa. « Se scrive qualcosa su di me, riporti questa dedica, è quella alla quale tengo di più ». Le chiedo se segue gli spet¬ tacoli televisivi. « Sì, la televisione mi facilita il sonno. Non mi fraintenda: non nel senso cattivo, voglio dire che mi è distensiva ». Quando assiste a qualche show di successo, sente nostalgia, oppure un pizzico di invidia? « No, solo, mi chiedo chi può essere quella soubrette che prende il mio posto. Brave, simpatiche, ma io vorrei vederle recitare in teatro. E' una cosa diversa dalla tv, sul palcoscenico non si può ripetere ». Milioni di telespettatori sperano di rivederla. Ha in programma qualcosa? « Mi hanno offerto tante volte di fare "Canzonissima", dopo che feci quella del '59 che molti chiamano ancora "la Canzonissima". Ma Garinei e Giovannini non hanno più voluto scrivere il copione per quella trasmissione, e io non ho mai accettato. A volte mi offrono di fare l'ospite d'onore, ma sono una artista seria, per una esibizione di cinque minuti mi dovrei preparare per giorni. Può darsi che capiti l'occasione per qualcosa di importante, io però non la vado a cercare. Non ho voglia di staccarmi da casa. Ho sposato un uomo che è mio amante, marito, fratello, amico, figlio, mio tutto. Quando rientro in casa chiedo dov'è il mio bambino. Stiamo tanto bene insieme ». Piero Giannotti sorride, commosso. Non resiste, si alza dalla sua poltrona, va a darle un bacio su una guancia. Lei glie lo ricambia. Dice Delia Scala: « Il successo e il pubblico vanno bene. Ma io mi sono sposata per fare un figlio, e il figlio ancora non ce l'ho. Non ho perduto le speranze: ho 44 anni, lui ne ha 54. Potremmo ancora averlo ». La sua voce ha un velo di tristezza. Mi racconta delle lunghe peregrinazioni dai ginecologi, in Italia e all'estero. Da anni, ma l'attesa continua a prolungarsi. « Eppure ci dicono che possiamo sperare, e noi speriamo. Non avendo un figlio, ho riversato tutto quello che ho dentro di me su Piero, ed è così che è diventato anche il mio bambino. Non possiamo stare lontani, quando viaggio voglio che venga con me ». Lui scuote la testa, dice: « E a volte non so proprio come fare, non posso chiudere bottega ». Giannotti è concessionario della Fiat per Viareggio, ha una sede importante, con decine di dipendenti. « Fortunatamente, ho buoni collaboratori, e posso seguirla nelle sue peregrinazioni ». L'argomento figlio ha cancellato il teatro. E' evidente che questo è, per Delia, un grosso cruccio. Ha conosciuto il grande successo, è ricca, amata dall'uomo che ama, ma ha questa spina nel cuore. Dice: « Fra un bambino e cento show televisivi, per carità, non ci penso un attimo, scelgo il bambino ». Remo Lugli

Luoghi citati: Delia, Italia, Milano, Viareggio