Una "legislazione chiara" per la riforma tributaria

Una "legislazione chiara" per la riforma tributaria Le norme superano largamente il migliaio Una "legislazione chiara" per la riforma tributaria L'attuazione della riforma tributaria, unica riforma finora attuata in Italia, richiede da parte degli organi legislativi e dell'amministrazione finanziaria una legislazione chiara. In particolare, l'entrata in vigore, nel breve periodo di tempo di 18 mesi, di un numero di norme che ha largamente superato il migliaio, non può non comportare problemi, anche solo in relazione alla conoscenza dell'esistenza stessa delle nuove disposizioni. Il problema c reso più arduo dalle continue modifiche alle quali è sottoposta la riforma tributaria la quale dovrebbe consistere in una serie di decreti organici, ma che, al momento attuale, si presenta anche con un insieme di norme modificative, alle volte non coordinate con le precedenti e che creano confusione. Per la verità, a trovarsi in difficoltà non sono solamente i contribuenti: la stessa Amministrazione statale — ed alle volte in particolare quella finanziaria — trova ostacoli anche solo nel reperimento della norma che regola il caso concreto. Per uscire dall'astratto, desideriamo far conoscere tre episodi che ci sembrano particolarmente indicativi: già abbiamo ricordato il parere del Consiglio di Stato, III Sezione, n. 154/73, con il quale veniva espresso avviso favorevole al provveditorato generale dello Stato, presso il ministero del Tesoro, per l'acquisto di macchine per scrivere occorrenti alle Amministrazioni statali, sotto la « condizione che l'obbligo del versamento dell'Iva non venga assunto dall'Amministrazione ». In tal modo, il massimo organo consultivo ha dimostrato di non conoscere i principi generali in materia di imposta sul valore aggiunto: un prefetto, commissario del governo, ha concesso il 21 marzo 1974 l'autorizzazione ad un ente ospedaliero per l'acquisto di immobili « subordinatamente al pagamento della tassa stabilita dal vigente Testo Unico delle leggi sulle concessioni governative ». L'alto funzionario sembra aver dimenticato che il Testo Unico da luì richiamato non è più in vigore dal 1" gennaio 1973, essendo stato sostituito dal Decreto 26 ottobre 1972, n. 641. Quest'ultima norma non prevede più il pagamento della tassa sulle concessioni governative in relazione al decreto prefettizio: Silvio Moroni su II Sole-24 Ore segnala il Decreto ministeriale 30 aprile 1974 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in cli.ta 17 giugno 1974, n. | lc" .on detto decreto viene abilito che ì documenti prodotti dai candidati agli esami per l'iscrizione nel ruolo dei revisori dei conti debbano essere conformi alle norme in materia di bollo di cui al Decreto 25 giugno 1953, n. 492. Il documento ministeriale, pur facendo cenno « alle successive modificazioni », ignora, quindi, che le norme richiamate sono state sostituite il 1° gennaio 1973 da quelle contenute nel Decreto 26 ottobre 1972, n. 642. Si tratta di tre esempi; ma, in base all'esperienza comune, essi potrebbero moltiplicarsi, dimostrando che le norme sulla riforma tributaria, ben lungi dal divenire di conoscenza comune, si stanno trasformando, anche in virtù delle numerose ed, alle volte, contrastanti interpretazioni ministeriali, in un qualcosa di riservato agli addetti ai lavori, ciascuno per un determinato e ristretto settore. Gianfranco Gallo-Orsi

Persone citate: Gianfranco Gallo-orsi, Silvio Moroni

Luoghi citati: Italia