Colonia «diurna», un sistema per passare la vacanza in città

Colonia «diurna», un sistema per passare la vacanza in città Tra i figli dei dipendenti della Provincia Colonia «diurna», un sistema per passare la vacanza in città Una baracca e una tenda ai confini di Grugliasco presso i campi di granturco - I piccoli ospiti s'illudono di essere in campeggio - "I ragazzi imparano a inserirsi nel gruppo" Ma ci sono bambini ai quali è inaccessibile anche questo piccolo surrogato di evasione Un piccolo lembo di terra ai confini tra Torino e Grugliasco è stato trasformato dalla Provincia in « colonia diurna » per 1 figli del dipendenti. Una baracca In legno e una grande tenda, 1 rumori del traftìeo di corso Allamano che giungono attutiti attraverso 1 campi di granoturco. Cinque assistenti che animano le ore trascorse all'aperto e un pizzico di fantasia rendono perfetta l'Illusione del campeggio. Anche 1 luoghi di tutti 1 giorni possono diventare meta di vacanze. Si tratta di una struttura, ancora provvisoria, ideata dall'assessorato all'assistenza per offrire un complemento o anche soltanto una valida alternativa alle colonie « tradizionali » di Arma di Taggia e Pra del Torno. Alle 8 di ogni mattina, — dal 15 giugno al 15 settembre — un pullman trasporta i piccoli ospiti dal palazzo della Provincia al « campo » e 11 riconsegna ai genitori alle 16, ora di chiusura degli uffici. Il pranzo è assicurato da un furgone con carrello termico ohe distribuisce le porzioni prelevate dalla mensa Interna dell'ente. La spesa a carico delle famiglie è di 15 mila lire al mese. L'assistente sociale Venesia afferma: « L'esperimento ha successo. L'idea piace anche a quei genitori che sono contrari alle colonie in genere perché ricordano i collegi della loro infanzia, ispirati a concetti educativi assai diversi. La "colonia diurna" ha il pregio di inserire il bambino in un gruppo, di socializzarlo e nello stesso tempo di consentire a madri e padri apprensivi di seguirne l'evoluzione ed eventualmente di intervenire per correggerla ». In questo quadro è stato ten- iiiiiiiiiiiiiiniii iiiiiiihiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii tato un esperimento che ha dato risultati lusinghieri. Alcuni ragazzi « difficili », ospiti dell'istituto psico-pedagogico di strada del Mainerò, sono stati inseriti in questo nucleo 1 cui compo¬ nenti hanno un'età compresa tra i 4 e 1 13 anni. Dopo qualche giorno di incertezza, sono stati accettati dai compagni senza alcuna discriminazione. « La "colonia diurna" è una soluzione ideale — afferma una puericultrice della Provincia — mìa figlia di 7 anni ne è entusiasta. L'ho mandata ad Arma di Taggia ma è sempre triste, non resiste a lungo lontana dalia famiglia e non vede l'ora di tornare a Grugliasco perché riesce a svagarsi senza perdere le abitudini di casa e alla sera è di nuovo con noi ». Massimo, 9 anni: « Io vado a Varigottì con papà e mamma. Loro dicono che un bambino deve stare con t suoi genitori. Dicono che per diventare amici bisogna passare insieme anche giorni di svago. Io preferirei stare sempre con i bambini della mia età, l'importante è che mi lascino venire qui nella colonia diurna ». Una madre, forse più aperta ai problemi connessi all'età della figlia (10 anni), dice: « Ritengo che l'incomunicabilità sia una grave plaga. I bambini, anche a costo di far soffrire i genitori, devono staccarsi dalla morbosa protezione, cui troppo spesso sono sottoposti. Ho avuto l'esempio di alcune mie amiche che tengono i figli in una vera e propria prigione. Non capiscono che ognuno ha diritto di vivere la sua vita in modo indipendente e che è necessario esserci abituati da piccoli. Penso che anche solo un mese di distacco all'anno sia sufficiente ». A fianco di questi casi per modo di dire « privilegiati » esiste il risvolto di situazioni economiche difficili. I tre figli di un bidello di liceo non possono usufruire neppure delle colonie gratuite. Spiega il padre: « A gennaio mi sono ammalato e ho perso tre mesi di lavoro. Poiché sono avventizio, mi viene pagato intero soltanto il primo mese, dal secondo lo stipendio è dimezzato ». La sfortuna si è ancora accanita contro questa famiglia. « Mia moglie è stata ricoverata in ospedale a giugno per 15 giorni, io ho avuto una ricaduta. L'unica soluzione per arginare un poco la falla del nostro bilancio è stato di prendere le ferie per curarmi ». « Le spese — prosegue — vanno sempre aumentando. Oltre tutto io abito a Carignano e quello che risparmio sull'affitto lo spendo per il viaggio e per il tempo che perdo. Quest'anno non sono riuscito a comprare nulla per i miei figli. Sono piccoli, certe cose non le capiscono: se vanno in giro con i vestiti sdruciti si trovano a disagio. Pazienza, vuol dire che trascorreremo le vacanze a casa insieme ». Esempi come questo se ne po trebberò fare a migliaia. Basta guardarsi intorno, osservare il traffico nelle vie, 1 portici di via Roma e di via Po, i bar In col lina lo scorso anno deserti. Ora sono gremiti di gente. Niente va canze. Le vittime della situazione economica sono soprattutto i bimbi. Per loro non restano che le strade e pochi giardini. Carlo Novara Con un pizzico di fantasia i bambini non sentono il peso delle « ferie » in città

Persone citate: Carlo Novara, Venesia

Luoghi citati: Carignano, Grugliasco, Taggia, Torino