Armati eli pistola si fanno dare quattro milioni da una cassiera

Armati eli pistola si fanno dare quattro milioni da una cassiera Due banditi assaltano l'ufficio postale in via Parella Armati eli pistola si fanno dare quattro milioni da una cassiera La fuga sull'auto con un terzo complice • Altra rapina in un negozio di via Tripoli - Due giovani entrano dopo che la cassiera è uscita con l'incasso, rubano il borsotto del proprietario « Mani in alto, questa è una rapina », una frase ormai di rito. L'hanno gridata ieri due uomini mascherati, impugnando le armi, nell'ufficio postale di via Parella 5, in barriera Milano. E' accaduto mentre i dipendenti dell'agenzia erano impegnati con gli ultimi correntisti della mattinata. In attesa agli sportelli c'erano: Norma Verzotti, Domenico Nobile, Nicola Baligia, Renato Cabutto e Domenica Scarna. Ore 12,45. I rapinatori arrivano a bordo di una « 1100 R » blu. L'auto si ferma davanti all'ingresso. Scendono due giovani con il viso coperto da passamontagna colorati, un terzo complice resta al volante. Nessuno li nota, neppure gli impiegati che, se alzassero gli occhi dalle carte, potrebbero vedere in strada attraverso le ampie vetrate. Entrano nel salone impugnando una pistola e un coltello. I presenti sì accorgono della loro presenza solo quando i banditi pronunciano la frase minacciosa. Alzano le mani e rimangono immobili. I due, sui vent'anni, piccoli di statura, prendono posizione. Uno passa dietro il bancone e punta l'arma contro il reggente dell'ufficio, Michele Traisci, 41 anni, via Paris 16, l'altro tiene a bada i clienti con il coltello. C'è un attimo di esitazione. Infine Domenica Demarìa, 28 anni, cassiera, consegna il denaro che ha sul tavolo: 4 milioni in banconote di piccolo taglio. « Erano giovani — ha detto il reggente —, uno di loro portava baffi alla mongola. Sono riuscito a vederlo anche se era mascherato ». Una volta in possesso del denaro i banditi ritornano sui loro passi e balzano sull'auto. Mentre si allontanano un impiegato riesce a leggere i numeri di targa. + Rapina ieri sera, poco prima della chiusura, nel negozio di abbigliamento « Ghisio » in via Tripoli 34. Alle 19 45 due giovani scesi da una « À 112 » vi hanno fatto irruzione pistola in pugno, mentre un complice li attendeva al volante dell'auto. Da alcuni minuti era uscita la cassiera portando con sé l'incasso della giornata, all'interno del negozio si trovavano solo il proprietario, Giorgio Ghisio, 36 anni, piazza Livio Bianco 8, ed una zia che lo aiutava a riordinare i capi, Margherita Barone, 37 anni, via Torricelli 35. « Appena entrati i banditi l'hanno fatta stendere a terra — racconta l'uomo — ordinando a me di aprire la cassa. Erano tipi decisi, ne ricordo bene uno: maglia gialla, jeans, baffi e viso scuro, da marocchino. Ho tentato di spiegare che l'incasso non c'era più ma quello si è messo a gridare: " Sbrigati, altrimenti sparo ". Dal cassetto hanno preso il denaro rimasto, 35 mila lire, poi sono stato costretto anch'io faccia a terra ». Visto l'esiguo bottino i rapinatori si sono impadroniti dell'orologio del proprietario, del valore di 400 mila lire, del' borsotto con altre 130 mila lire, i documenti e le chiavi di casa, mentre è sfuggito alla loro attenzione un vistoso brillante al dito di Margherita Barone. •k Uno sconosciuto armato di coltello e mascherato ha tentato di rapinare una coppia che si era appartata sull'auto. L'uomo ha reagito e il rapinatore prima di fuggire lo ha colpito alle mani. E' accaduto sulla direttissima per Caselle l'altra notte e il ferito si chiama Amedeo Romani, 21 anni, muratore, strada Lanzo 255. Ha raccontato alla polizia: «Stavo conversando con una mia amica quando un uomo sbucato dall'ombra mi ha intimato di consegnargli il portafogli. Era armato di coltello, ma ho cercato di difendermi e gli sono balzato addosso ». C'è stata una violenta colluttazione durante la quale il bandito è stato disarmato. Il muratore si è fatto medicare al Maria Vittoria: guarirà in 20 giorni. ★ Durante i lavori di demolizione dell'edificio in via delle Cacce 12, gli operai Francesco Porcu e Francesco Gulino hanno trovato in un sottoscala un cranio umano. E' verniciato con vernice fosforescente, la mascella è legata alla mandibola con un filo di ferro e ha due grossi fori all'altezza della tempia destra. Il brigadiere Guarene del commissariato di zona lo ha inviato all'istituto di medicina legale per gli accertamenti di legge. Le impiegate dell'ufficio postale minacciate dai banditi - Margherita Barone

Luoghi citati: Guarene, Milano