Si incrociano le inchieste su Brescia e Ordine Nuovo

Si incrociano le inchieste su Brescia e Ordine Nuovo Trame nere; ramificazioni in tutta Italia Si incrociano le inchieste su Brescia e Ordine Nuovo Il punto di contatto nella persona di un avvocato di Domodossola, scomparso quindici giorni fa con la famiglia - Avrebbe cercato asilo in Svizzera - Lo cercano due giudici: Arcai (strage di piazza della Loggia) e Violante (campi paramilitari) Un altro arresto — è il nono — | nell'inchiesta sulle «trame nere». Si tratta di Emilio Ravallese, ha 19 anni, abita a San Severo e in questi giorni si trovava in villeggiatura a Rapallo. Appartenente al disciolto Ordine Nuovo, è amico di Felice Miranda e Giuseppe Stasi, i due studenti pugliesi catturati l'altro ieri a Lecce e a San Severo. Secondo l'accusa, avrebbe partecipato a costituzione di bande armate. Definito dalla polizia di Genova «un pesce piccolo», il suo nome va ad aggiungersi a quelli di Miranda e di Stasi, sospettati di aver preso parte, nell'agosto '72, al campo paramilitare «Sigfrido» organizzato sullo Jafferau da Salvatore Francia, il leader di Ordine Nuovo fuggito all'estero. Ricordiamo brevemente i nomi degli altri arrestati: Giovanni Pierri, di Torino, operaio, conosciuto all'Ufficio politico come elemento di estrema destra, amico di Miranda e Stasi; Gualtiero Pitton, di Torino, già interrogato con mandato di comparizione dal giudice romano Occorsio che si occupa dell'inchiesta sulla ricostituzione del partito fascista, amico del Pierri; Giancarlo Cartocci, in carcere a Roma, dirigente di Avanguardia nazionale, il movimento eversivo diretto da Stefano Delle Chiaie. Di lui si occupa il giudice Violante perché avrebbe partecipato al campo militare di Salvatore Francia. Il suo nome compare anche nei fascicoli delle altre inchieste sulle «trame nere». Sostenitore dei piani eversivi con Clemente Graziani, fu coinvolto negli atti terroristici del 12 dicembre '69 a Roma: un giovane tedesco affermò di averlo visto fuggire dal monumento al Milite Ignoto. La notizia però venne smentita, e il tedesco fu incriminato per calunnia. Implicato anche nelle indagini sulla «Rosa dei venti» a Padova, si sarebbe unito al gruppo Ordine nero, collaborando alla diffusione del periodico Anno zero, diretto da Salvatore Francia. Anche Paolo Pecoriello, arrestato a Livorno, appartiene a Ordine nero. Col Cartocci e una cinquantina di «capimanipolo» della destra romana, si recò in Grecia per elaborare — si dice — piani di eversione. In carcere sono ancora Emilio Garrone, arrestato alla frontiera di Modane, mentre cercava di passare il confine e consegnare a un emissario del Francia materiale e documenti; Adriana Pontecorvo, l'amica del leader latitante, accusata di favoreggiamento personale e cospirazione politica. Manca invece il leader. Salvatore Francia, organizzatore dei campi paramilitari in Val di Susa e direttore di Anno zero. Proseguono intanto le perquisi- I iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiii | zioni in tutta Italia ordinate dal .giudice Violante. La più impor- jtante, per il materiale sequestra- I to, è quella compiuta l'altro gior- no a Bologna in casa dell'inge- | gner Arturo Conti, comproprie- , tario di due appartamenti, uno a ! Cesena e l'altro a Rimini. I carabinieri hanno trovato elenchi di I nomi e carteggi che proverebbero l'appartenenza del professionista a movimenti di estrema destra. L'ing. Conti farebbe parte del consiglio di amministrazione «segreto» della società finanziaria «Centro italiano di sviluppo economico sociale» (Cises) alla quale apparterrebbero personaggi più o meno coinvolti nelle «trame nere». La succursale romana della Cises è aggregata all'ufficio del commercialista Romano Coltellacci, noto esponente del neofascismo, membro del comitato centrale del msi. Anche la sede milanese dei- . la Cisss è stata perquisita ed i ri- j sultati sono stati positivi. Dai do I cumenti trovati nella ditta è e merso, tra gli altri, il nome di | Giuseppe Picone Chiodo, già col , pito da mandato di cattura del ! giudice istruttore di Brescia, Ar- cai, per le Sam-Fumagalli. Con Giuseppe Picone Chiodo la pista torinese sulle «trame nere» s'interseca con quella di Brescia. Ieri mattina, infatti, si è tenuto un vertice tra magistratura, polizia e carabinieri, a Novara, per organizzare una vasta operazione in Val d'Ossola. Obiettivo principale delle indagini sarebbe il Picone Chiodo, professore di Domodossola, monarchico, ex partigiano transfuga nella cosiddetta «maggioranza silenziosa», personalità di primo piano nell'inchiesta sulla strage di Brescia. A lui gl'inquirenti sono arrivati attraverso due strade: della prima (documenti Cises) si è già detto. La seconda riguarda la perquisizione compiuta nella casa e nell'ufficio dell'avvocato Degli Occhi, arrestato recentemente a Milano, leader della « maggioranza silenziosa ». L'avvocato Giuseppe Picone Chiodo si è allontanato 15 giorni fa da casa, con la moglie e i due figli (il primogenito aveva appena terminato gli esami di maturità) poche ore prima che i carabinieri di Brescia suonassero alla sua porta. L'alloggio di via Gentinetta 3 è stato perquisito ma sembra non sia stato trovato nulla di interessante. E' probabile che il professionista sia fuggito in Svizzera che conosce molto bene avendovi trovato riparo già in due occasioni, 30 anni fa, all'epoca della lotta partigiana, quando Picone Chiodo militava in una formazione « verde ». Un altro arresto, che rientra sempre nelle indagini sull'attività eversiva di destra, anche se nulla ha a che fare con l'inchiesta torinese del giudice Violante, è stato compiuto ieri a Pinerolo. Il maresciallo Berardi con alcuni agenti del nucleo antiterrorismo hanno notificato un mandato di cattura del giudice istruttore di Napoli, all'alpino Raffaele Moschetto, 28 anni, nato a Falconara di Cosenza. Studente universitario fuori corso, è accusato di ricostituzione del disciolto partita fascista. Nel 1971, a Roma, era stato già processato con questa imputazione e condannato a due anni di reclusione. Sempre nel quadro delle « trame nere » c'è da registrare infine una vasta operazione eseguita ieri mattina nell'alto Verbano e nell'Ossola da oltre 250 agenti. A circa 2 chilometri da Miazzina, sopra Verbania, nello scantinato di una casa diroccata, sono stati recuperati armi, munizioni ed esplosivo, tra cui un mitra gliatore, 10 moschetti, candelotti di dinamite, caricatori, tutto in ottime condizioni. Il piccolo arsenale dev'essere stato nascosto di recente, perché solo 20 giorni fa la casa era stata perquisita dai carabinieri di Verbania i quali non avevano trovato nulla. In questura si afferma che l'operazione è stata ordinata dal Ministero dell'Interno e che rientra nei consueti controlli disposti dal nucleo antiterrorismo di recente costituzione. Raffaele Moschetto arrestato in una caserma di Pinerolo dove prestava servizio militare