E stato uno strumento inefficace

E stato uno strumento inefficace L'operazione avviata ieri a Torino, in Puglia e in Toscana Trame nere: otto arresti, nove ricercati e 39 avvisi giudiziari per Ordine Nuovo Il giudice Violante ha preso i provvedimenti dopo l'esame del materiale sequestrato a Salvatore Francia e gli interrogatori della Pontecorvo e del "corriere" Garrone - Catturati in città due operai ; uno studente a Lecce e uno a S. Severo di Foggia ; un impiegato comunale a Livorno - Tra gli arrestati, due già coinvolti nell'inchiesta per piazza Fontana e poi prosciolti « Trame nere », scattano gli arresti. In tutta Italia da Ieri mattina, agenti dei vari uffici politici, carabinieri e funzionari del nucleo antiterrorismo, sono impegnati ad eseguire I 17 mandati di cattura firmati dal giudice Istruttore di Torino, dott. Vio- I lante, il quale ha anche emesso 39 comunicazioni giudiziarie. La | accusa, per tutti, è di cospirazione politica mediante associazione. Finora sono stati eseguiti otto mandati. A Torino la polizia ha arrestato gli operai Giovanni Pierri, di 22 anni, corso Orbassano 297 e Gualtiero Pitton. 18 anni, via Cuneo 35. A Lecce è finito in carcere Giuseppe Stasi, 24 anni, che fino a un anno fa frequentava l'Università a Torino; a San Se- i vero di Foggia, lo studente Felice Miranda, 20 anni. Agenti della questura di Firenze hanno arrestato a Livorno Paolo Peeoricllo, 29 anni, impiegato comunale, appartenente al movimento « Ordine nero » che, tra l'altro, ha rivendicato a sé la strage di Brescia. L'operazione è stata coordinata dal questore Santillo e dal dott. Criscuolo. La stessa imputazione è stata contestata, con mandato di cattura, ad Adriana Pontecorvo, la trentunenne amica di Salvatore Francia, e al « corriere » Eugenio Garrone, tutti e due già in carcere con l'accusa di favoreggiamento personale nei confronti dell'ex leader di «Ordine Nuovo», fuggito all'estero, pare a Chambery. Un altro mandato di cattura è stato notificato a Giancarlo Cartocci, dirigente di Avanguardia nazionale, in carcere a Roma. Complessivamente sono stati eseguiti otto mandati di cattura: per ordine del dott. Violante, gli arrestati non verranno subito trasferiti a Torino ma resteranno nel carcere della loro città, a disposizione della magistratura torinese. Il riserbo che circonda questa operazione a largo raggio è comprensibile, se non altro perché parecchie persone devono an- cora essere catiurate. La prima impressione, tuttavia, è che il colpo di scena cui si accennava nei giorni scorsi, non ci sia stato. Pitton, Pierri, Miranda, Pecoriello e Stasi sono tutti giovani già noti all'Ufficio politico della questura, per episodi che risalgono ad alcuni anni fa. A loro il magistrato è giunto dopo un esame del materiale sequestrato nel¬ l'ufficio di Salvatore Francia. Lettere, elenchi di nomi, fotografie, pubblicazioni sono stati controllati minuziosamente dal giudice Violante il quale si occupa di questa inchiesta da due anni, da quando cioè i carabinieri della Val di Susa scoprirono in località Pramand un campo paramilitare organizzato dal Francia. Da allora il cammino dell'i- struttoria è stato lungo e difficile e ha subito parecchie battute di arresto: dapprima la ricusazione del giudice da parte dell'ex leader di Ordine Nuovo, poi il proscioglimento di quest'ultimo dovuto alla sezione istruttoria. L'inchiesta segnò il passo per alcuni mesi, tutto sembrava essere sfumato a caua della scarsità e Inconsistenza degli indizi. Con d clamorosi sviluppi delle inchieste parallele a Brescia (Sam, Fumagalli) e a Padova (Rosa dei venti), anche quella di Torino si rimise in moto. Dichiarato fuori legge Ordine nuovo, prese vita l'organizzazione eversiva Ordine nero che teorizza le proprie idee sul giornale « Anno zero », di ! cui il Francia è direttore. Con paziente lavoro di ricerca, 11 giudice Violante h - rintracciato i legami tra Franc'T e i suoi collaboratori, alcuna dei quali hanno preso parte aiU esercitazioni nei campi paramilitari in Val di Susa. Perquisizioni in alloggi, sequestro di materiale, interrogatori di testimoni si sono susseguiti con ritmo incalzante, Ano all'emissione dei mandati di cattura. Ma quali sono gli elementi di accusa? Fino a questo momento pare che tutti gli arresti non siano suffragati da prove sicure, ma soltanto da indizi. Ci telefonano da Bari: Felice Miranda e Giuseppe Stasi sono stati accompagnati nelle carceri di San Severo di Lecce a disposizione del dott. Violante. Stasi è figlio di un noto avvocato civilista e abita in via Cavallotti nel centro di Lecce. Trascorre gran parte dell'anno a Torino, dove frequenta il secondo anno alla facoltà di Ingegneria. La questura torinese aveva già segnalato a quella di Lecce che il giovane, aderente a « Ordine nuovo », era sospettato di aver partecipato a campeggi paramilitari. Felice Miranda, figlio di un marmista, abita invece in corso Mucci, alla periferia di San Severo. Il giovane — che frequenta la terza magistrale — era già noto agli agenti del commissariato di pubblica sicurezza come uno dei fondatori a San Severo di « Ordine nuovo » (la cui sede era in via Normanni) ed è amico di Giovanni Pierri, nato a San Severo ed emigrato nel 1972 a Torino. I due continuavano a essere in contatto fra loro e con un amico anch'egli residente a San Severo e colpito da mandato di cattura emesso dal dott. Violante. Questa terza persona — della quale naturalmente non è stato reso noto il nome — è in villeggiatura con la famiglia e viene ricercata. | Il nostro corrispondente ci telefona da Livorno: Paolo Peccriello, 29 anni, dipendente delle Poste, di origine lucana e residente dal '71 nella nostra città in via del Fagiano 61, è stato arrestato verso le 7 di mattina. Il libro « Strage di Stato » gli ha dedicato tre pagine, contro cui ha presentato querela. Nel volume si afferma che nel '64 il Pecoriello partecipò al « Convegno romano della gioventù nazionale » come delegato, assieme a Mario Merlino, della sezione del msi Istria e Dalmazia; che si mise poi in vista sempre a Roma come militante di « Avanguardia nazionale » e che nella primavera del '68 partecipò al viaggio premio nella Grecia dei colonnelli, da cui, si dice, nacquero tutti gli attentati e la « strategia della tensione ». L'8 agosto '68 — sempre secondo « Strage di Stato » — il Pecoriello si trasferì da Roma a Reggio Emilia, ospite del convento dei Padri Serviti impiegandosi negli uffici della « Gioventù italiana». Per l'incendio alla libreria Rinascita fu condannato a 4 mesi con la condizionale. Allontanato dal convento e licenziato, trovò lavoro presso una ditta privata proseguendo nella sua opera di attivista di estrema destra. A Livorno Pecoriello si trasferì avendo vinto nell'agosto '71 il pubblico concorso delle Poste come « operatore Ula ». Anche nella nostra città si mise in mostra come agitatore di estrema destra, operando in modo particolare nel settore studentesco soprattutto fra gli « ultra » del liceo scientifico. Dieci mesi fa durante un tafferuglio fra studenti estremisti di opposte tendenze, venne arrestato per oltraggio a un maresciallo di pubblica sicurezza. Il processo per direttissima si concluse con la condanna. Ci telefonano da Roma: Giancarlo Cartocci e Paolo Pecoriello, ai quali ieri è stata contestata l'accusa di cospirazione politica, furono coinvolti nell'inchiesta per la strage di piazza Fontana e gli attentati del 12 dicembre. Entrambi sospettati di avere messo le bombe che scoppiarono all'Altare della patria, riuscirono a convincere il giudice istruttore Ernesto Cudillo della loro innnocenza. Cartocci fu accusato da un giovane tedesco, Udo Lemke, il quale testimoniò di averlo visto fuggire dal monumento al Milite Ignoto poco dopo gli attentati. Cartocci sostenne, invece, di essere rimasto per tutto il pomeriggio in un « cabaret » romano, con un giornalista di destra. Lemke, in seguito, fu incriminato per calunnia. Anche Pecoriello fu interrogato e, nonostante alcune contraddizioni e la testimonianza di un amico che lo smentiva, fu ritenuto alla fine estraneo agli attentati. Lasciato l'ufficio di Reggio Emilia, dove lavora, dicendo di essere malato, Pecoriello giunse a Roma alla vigilia delle esplosioni: sostenne di essere rimasto, al momento degli attentati, in casa di una zia, con la febbre: lo stesso alibi di Valpreda. Servizio a cura di Sergio Ronchetti Marco Marcilo I | i Giovanni Pierri e Gualtiero Pitton sono stati arrestati dagli agenti del nucleo antiterrorismo Salvatore Francia