In Svezia varati corsi scolastici volanti per evitare gli ex atleti "emarginati" di Giorgio Viglino

In Svezia varati corsi scolastici volanti per evitare gli ex atleti "emarginati" Come è organizzato lo sport negli altri Paesi europei In Svezia varati corsi scolastici volanti per evitare gli ex atleti "emarginati" (Dal nostro inviato speciale) Stoccolma, 30 luglio. Lo sport è per tutti, ma dalla base larga è fatale crescano i campioni che possono anche essere fonte di orgoglio nazionale: tuttavia restano in una società progredita, non solo sportivamente, fonte di grossi problemi. Il professionista di diritto o quello di fatto vivono, nell'arco forzatamente breve di una carriera sportiva, il ciclo completo di una vita normale. Sono pensionati a trent'anni con i problemi di tutti i pensionati di questo mondo, economici in molti casi, di emarginazione sempre, quand'anche i quattrini siano stati abbondanti e prudentemente messi da parte. Parliamo con Bengt Wallln che non vuole escludere dalla propria giurisdizione anche i campioni più celebri, uomini fragili e più vulnerabili di tutti gli altri. » lo laccio parte della commissione creata per gli sport di élite e dopo un anno di studio nel prossimo ottobre partiamo con il nostro programma. Il campione sportivo in tanti casi deve smettere gli studi, e quindi interrompere anche la propria crescita personale. Abbiamo deciso che tutto questo non deve più avvenire. Il nostro problema emergente è costituito dagli sciatori. Ma poi ci sono I campioni dell'atletica, del tennis, del nuoto. Per tutti loro noi allestiamo da quest'anno dei corsi scolastici volanti. C'è chi scia e vuole fare l'ingegnere? Gli manderemo dietro gli Insegnanti adatti, e cosi per chi sceglierà altre strade. Per I calciatori, fin che restano in Svezia, il problema non si pone perché le società sono praticamente obbligate a seguire I ragazzi più giovani anche negli studi ». Finché restano, dice Wallln. ma il fenomeno dell'esodo dei calciatori dalla Svezia non è paragonabile a nessun altro. Dal '48 a oggi si sono trasferiti nei diversi paesi europei 127 atleti, tutti I campioni più qualificati di ogni epoca. Man mano che si è venuti avanti negli anni i « talent scouts » hanno preso ad Ingaggiarli sempre più giovani ed ovviamente il danno sul piano umano, oltre che su quello sportivo nei confronti della comunità, è stato più forte. Il primo a fare il nome di Skoglund è proprio Wallin malgrado la scomodità del caso. L'episodio emergente è di un paio d'anni fa quando Nacka fu trovato da un giornalista in uno dei dormitori riservati agli alcolizzati. Si fece una sottoscrizione, ma quando i fari della notorietà si spensero nuovamente, il signor Skoglund ritornò ai suoi compagni di adesso, fra gli alcolizzati che costituiscono la critica vivente di questo modello di società. • Per Skoglund II cadere nell'alcolismo è stato una torma di rifiuto del tramonto. Non possiamo condannare nessuno, semplicemente cerchiamo di capire e di evitare che casi umani simili possano ripetersi. Ebbene lo credo che se lui avesse avuto una istruzione adeguata, quindi la pos¬ sibilità di reinserirsi nella vita con una professione soddisfacente avrebbe trovato da solo l'incentivo per non cadere nella disperazione ». L'essenza del problema sta nel non drammatizzare lo sport, nel renderlo redditizio al punto giusto senza esagerazioni e lasciando poi all'iniziativa dell'individuo la possibilità di sfruttare bene i successi ottenuti. Wallin riprende: ■ Abbiamo deciso di dare a questi ragazzi che studieranno e faranno dello sport con noi uno stipendio di 1200 corone, circa duecentomila lire, al mese, e di riconoscergli i rimborsi spese per tutte le gare che faranno. Quanto alla pubblicità sono liberi di farla come meglio credono, senza sgarrare dalle regole olimpiche, ricavando quello che possono. C'è un giocatore di " bandy ", un hockey a undici giocato con la palla, che è diventato attore televisivo sull'onda del successo di una serie di caroselli pubblicitari, ed è ormai più attore che atleta. Lo stesso Borg potrebbe trasformarsi in indossatore, cantante, assicuratore se continuasse seriamente su strade intraprese soltanto per motivi promozionali ». Ancora sulla psicologia del campione Wallin chiude la sua chiacchierata. -Non è poi da molto tempo che noi abbiamo capito quanto sia stupido chiedere il record o la vittoria al campione. Se lo sport a livello "top" è lavoro, dobbiamo chiedere un rendimento buono, e questo è il primato precedente, o II successo già acquisito. I traguardi successivi debbono essere altrettante sorprese se arrivano, non un dovere. E' una filosofia diversa che i ragazzi più giovani hanno ben assimilato, forse anche spinti dal fatto che a livello propagandistico I nostri premi sono uguali per tutti, primo e ultimo ■-. Finisce qui il mini-panorama sullo sport svedese, somma di tanti piccoli flashes, collage di sensazioni, esposizione di dati. Lo svedese non è un buon spettatore per spettacoli sportivi, ma come praticante non ha molti rivali. Pensate che la disciplina di maggior successo assoluto è l'orientamento, sperdersi cioè volontariamente in una foresta e seguire con mappe e bussola un itinerario che tocchi cinque o sei punti di riferimento obbligatori prima di giungere al traguardo che è poi anche II ritorno nella civiltà. Sul percorso quindi lunghe marce, scalate di montagne, arrampicate sugli alberi, attraversamento di laghi o fiumi a nuoto, un incontro facoltativo con un cavallo cornuto che si chiama alce. A questo sportivo medio che accetta una disciplina nella quale bisogna sommare le doti di Arese, Bonatti, Menichelli, Dennerlein e, se in inverno, di Nones e Thoeni, si sta cercando di instillare un po' più di volontà di fare dello sport, quantomeno si cerca di portare tutti quanti a « orientarsi » meglio nella foresta della vita. Giorgio Viglino

Luoghi citati: Arese, Stoccolma, Svezia