Finlandia, alle moto italiane il duello con le giapponesi

Finlandia, alle moto italiane il duello con le giapponesi Bilancio del "mondiale,, dopo Imatra Finlandia, alle moto italiane il duello con le giapponesi // motociclismo chiude un paio di capitoli della serie mondiale. £' un nonsenso nell'ottica italiana, che vede l'estate nel suo pieno e quindi l'ambiente più naturale per viaggiare a due ruote e a cielo scoperto, ma per chi ha passato una decina di giorni al Nord tutto diventa logico, poiché quassù è già tempo per maglia di lana e colbacco di pelo. Tiriamo il primo bilancio e poi puntiamo a Sud, quello relativo al Brno per la fine di agosto, e poi più giù, per settembre, In Jugoslavia e Spagna. Imatra, punto più settentrionale raggiunto dal * mondiale », quattro paralleli appena sotto il Circolo polare, ha siglato un doppio successo Italiano, successo di piloti sui rivali finnici, delle macchine su quelle giapponesi. Bonera e Villa erano gli unici italiani in gara, eliminati gli altri da Incidenti (Agostini e Grassetti), o dal costo troppo gravoso della lunga trasferta. Villa ha vinto facendo un gran passo avanti per la conquista del suo primo titolo mondiale, Bonera ha ottenuto la promozione a campione regalando II successo a Phil Read. I finlandesi, che come numero e qualità sono I secondi dietro gli Italiani, hanno buscato nel confronto diretto, cosi come sconfitti escono tutti gli altri, visto che la graduatoria stagionale non pifò che piazzare in linea assoluta Agostini al primo posto, con Villa e Bonera immediatamente dietro. La spiegazione può essere proprio nella lunga stagione, che da noi comincia a fine marzo e prosegue più o meno intensamente fino a tutto ottobre. La logica suggerisce questo fattore ambientale Insieme, è chiaro, con la giustificazione tecnica o industriale che le moto sono giapponesi o italiane sul mercato mondiale, pur con un rapporto enormemente favorevole alle marche nipponiche come volume d'affari. La marca Italiana sceglie I piloti in loco — l'eccezione dì Read conferma la regola, poiché I due titoli mondiali vinti l'Inglese li ha portati via rispettivamente ad Agostini e Bonera — gli dà fiducia, come è accaduto con Villa, o li inventa, ed è il caso di Bonera. Le giapponesi, siano Yamaha o Suzuki, o in futuro Kawasaki o Honda, spaziano su tutto l'arco mondiale, ma manca loro l'omogeneità, un pizzico di fantasia italiana, e anche la fortuna, il nostro proverbiale stellone. Il fatto nuovo è costituito dal successo Aermacchi, marca perduta per l'Infiltrazione del capitale straniero, ma comunque italiana per progettazione ed esecuzione del lavoro. La cilindrata da 250 è quella che ha più punti di contatto con la produzione di serie: c'è una limitazione nel frazionamento del motore (non più di due cilindri), e nel numero delle marce. Inoltre la media dei motocicli circolanti In Italia si orienta su queste dimensioni di motore e nel mondo ha medie di qualche centimetro cubo inferiori. Non per nulla le giapponesi, con le bicilìndriche Yamaha, prima con la Honda, dominavano da una dozzina d'anni. Buscarle tanto netto, domenica, con due Aermacchi al comando e dietro tutte le Yamaha Intruppate, ha rattristato e preoccupato dì più che non perdere con tanti alibi nella 500. E' difficile ora, per i giapponesi, puntando sul solo Katayama, poter rimontare uno svantaggio tanto forte. Per la prima volta la MV ha gareggiato in una sola classe e il ritiro nella 350, dopo qualche sconfitta, equivale ad una res,:. Nella «500» l'eliminazione di Agostini ha Influito in modo troppo determinante sull'esito della competizione. Mino avrebbe probabilmente vìnto ancora, malgrado tutta una serie di sprechi fatti durante l'arco delle prove disputate Due gare le ha buttate via per sciocchezze, un banale guasto a Clermont Ferrand e la benzina mancata a Imola, una terza per presunzione a Francorchamps. Il clan MV si rammarica delle occasioni perdute al Nurburgrlng, ma II giro record ottenuto da Bonera prima che si decidesse di non correre, non era poi cosi eccezionale, se si considerano le migliorie apportate alla pista e comunque Il calo di ogni primato su tutti I tracciati, indice d'una lotta esasperata e d'un migliorato livello tecnico delle macchine. Al momento decisivo è saltato fuori anche Lansivuorì nella gara delle 350 di Ieri per un banale incidente, correndo poi nella 500 se non sotto choc almeno piuttosto * suonato ». / meriti della MV comunque ci sono, e molti. C'è la tenacia nel reagire a sconfitte pesanti come quella di Assen, lo sfruttamento a proprio favore dei regolamenti come a Imola, il preparare sempre costantemente le moto al limite delle rispettive prestazioni. Lo solvevamo lo scorso anno, che difficilmente Agostini avrebbe trovato un'equipe dì meccanici tanto valida; lo confermano I fatti in questa stagione. Poi c'è la vittoria assoluta sull'altra casa giapponese, direttamente e massicciamente impegnata nella 500, la Suzuki. Qui non ci sono dubbi, le quattro cilindri azzurre, tanto potenti, hanno bisogno di qualcosa In più per battere MV e anche Yamaha. Un alleggerimento del pesi, un telaio migliore, piloti di provata serietà, o meglio parità di trattamento fra le stelle Barry Sheene e Paul Smart e I gregari Flndlay e Mandracci. Adesso aspettiamo di rivedere In pista Agostini, di avere la conferma matematica per Villa e poi metteremo in archìvio il mondiale motociclistico, pregustando la sfida del prossimo anno tra Agostini e Bonera, il campione che è al tramonto e quello che è cresciuto di dieci anni in uno sol¬ tanto. S- v.

Luoghi citati: Finlandia, Imola, Italia, Jugoslavia, Spagna