Scuola d'amore in Urss di Paolo Garimberti

Scuola d'amore in Urss IL PRIMO LIBRO D'EDUCAZIONE SESSUALE Scuola d'amore in Urss (Dal nostro corrispondente) Mosca, luglio. Il comunismo favorisce la felicità sessuale? Questa è la tesi suggerita da un libretto di 187 pagine del professor Svjadosh di Leningrado, nel quale si legge che, mentre nei maggiori Paesi capitalisti, come la Francia e l'Inghilterra, oltre il quaranta per cento delle donno non raggiunge mai l'orgasmo, in Unione Sovietica le « insoddisfatte » non sono più del 18 per cento della popolazione femminile adulta. E, aggiunge Svjadosh, il cento per cento degli uomini interrogati nel corso della sua indagine ha dichiarato di raggiungere sempre la piena soddisfazione sessuale. Il libro, intitolato Zhenskaja seksopatologija (La patologia sessuale della donna), è uscito qualche mese fa nelle librerie e nei chioschi dei giornali ed è diventato molto rapidamente il best seller sovietico dell'anno. Pubblicato in centomila copie, cioè una tiratura altissima per un'opera di divulgazione scientifica, è ormai esaurito da tempo, ma le venditrici delle librerie affermano d'essere assillate da continue richieste e al mercato nero una copia, il cui prezzo originale è di 65 kopeche (circa 600 lire), si vende a oltre 25 rubli, cir:a 23 mila lire. In un Paese dove Playboy viene sequestrato alla dogana quale « materiale pornografico », dove viene vietato il tango perché considerato un ballo « malsano », dove Ultimo tango a Parigi viene definito « un caso di aberra- zione cinematografica », è na-turale che un libro che contiene disegni di organi genitali, grafici sulla potenza sessuale dell'uomo e gli appetiti delle donne, fotografie di uomini e donne nudi, e che tratta, sebbene molto superficialmente, temi proibiti come la ninfomania, l'omosessualità, il sadismo e il masochismo, ecciti la curiosità popolare e diventi l'argomento d'obbligo nei salotti intellettuali. Mai, in passato, simili argomenti erano stati trattati in un'opera di larga diffusione e in libera vendita, né mai un libro sovietico destinato alla massa aveva ammesso che in Urss esistono i travestiti, pubblicando per giunta alcune fotografie a titolo esemplificativo. Qualche consiglio utile Svjadosh sembra aver attinto largamente dal Rapporto Kinsey e da altri studi occidentali e probabilmente il suo libro sarebbe giudicato ingenuo e primitivo da un sessuologo occidentale. Tanto più che egli si preoccupa di conciliare le esigenze sessuali della coppia con la puritana morale socialista e, soprattutto, con le necessità economico - produttive dello Stato. Così, l'autore sconsiglia le esperienze sessuali prematrimoniali (invece diffusissime tra i giovani sovietici, tra i quali l'amore libero è forse più praticato che tra i loro coetanei scandinavi), perché « possono essere fonte di gravi disturbi psichici e posso- \ no condurre ad un impoveri1 mento sociale della persona- lità ». Solo se una coppia si ama veramente, e legalmente, egli suggerisce, « tutto è permesso al fine di creare l'armonia sessuale ». D'altra parte, Svjadosh afferma che si può fare l'amore « ovunque e in ogni momento », a patto che ciò non incida sul rendimento fisico e psichico dell'individuo nel lavoro. « Mai di mattina, egli consiglia, salvo che si abbia il tempo di riposare adeguatamente prima di recarsi ul lavoro, e non più di una volta per notte ». Ma, nonostante la sua ingenuità e i frequenti compromessi tra il rigore scientifico e il rispetto dell'ortodossia politica e propagandistica, il libro risponde a un'esigenza d'informazione sui problemi sessuali sempre più sentita soprattutto dalla gioventù. Un anno fa, la Komsomol skaja Pravda lanciò una campagna in favore dell'educazione sessuale nelle scuole, affermando che la diffusa ignoranza in materia è fonte di un « oceano di drammi e di un mare di lacrime », sicché — aggiungeva il giornale, contraddicendo le statistiche ottimistiche del professore — in Russia vi sono « troppe ragazze frigide e troppi ragazzi sessualmente cinici». Svjadosh scrive, infatti, che la mancanza d'armonia sessuale nella coppia è quasi sempre « colpa dell'uomo », il quale « spesso sopravvaluta le esigenze sessuali della donna giovane, mentre sottovaluta quelle della donna più ma¬ tura ». Secondo i grafici del professore, la donna russa raggiunge la maturità sessuale verso i trent'anni e « mantiene un grande interesse per il sesso spesso fino ai sessantanni ». Mentre l'uomo tocca la massima potenza tra i venti e i trent'anni, dopo di che « comincia un lento e graduale calo ». Ma, secondo altre fonti, la virilità dell'uomo sovietico comincia a decrescere molto presto, appena dopo i vent'anni, in diretta proporzione all'aumento dell'alcol consumato. Le cure più efficaci Svjadosh nega che la frigidità femminile sia un problema statisticamente allarmante in Unione Sovietica (e, in verità, le donne russe hanno fama di possedere una calda passionalità), a differenza di quanto accade in Occidente, dove, secondo lui, il novanta per cento delle donne « è afflitto da frigidità, in un modo o nell'altro ». Egli suggerisce, tuttavia, una serie di cure, garantendo che esse hanno dato ottimi risultati sul 48 per cento dei soggetti trattati: bagni di fango, docce di acqua minerale « Narzan », che vengono pra- ticate nel Caucaso, e, come extrema ratio nei casi più gravi, i vibratori elettrici. « Ma, ammonisce Svjadosh, questi strumenti debbono essere usati soltanto sotto controllo medico e mai troppo a lungo, altrimenti diventano per la donna più attraenti del marito ». Paolo Garimberti

Persone citate: Kinsey

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Leningrado, Mosca, Parigi, Russia, Unione Sovietica, Urss