Arrestato Ugo doppino uno della banda Osoppo
Arrestato Ugo doppino uno della banda Osoppo Stava cercando di rubare due casseforti Arrestato Ugo doppino uno della banda Osoppo A Milano ■ Colto in flagranza con due complici ■ Scarcerato nel 1970 dopo il famoso "colpo" degli Anni 50 che fruttò 114 milioni (Nostro servizio particolare) Milano, 29 luglio. E' finito di nuovo in carcere Ugo Ciappina, bandito di 46 anni, agli inizi degli Anni '50 affiliato alla banda «Dovunque» e, alcuni anni dopo, appartenente al gruppo di malviventi autori della famosa rapina di via Osoppo che fruttò un bottino di 114 milioni E' stato bloccato stanotte, in flagranza di reato, mentre stava rubando due casseforti della ditta Italcambio, in piazza Pio XI. Con lui sono finiti in carcere i complici: Rosario Termini, palermitano, 46 anni, residente a Milano in viale Famagosta 1, ed Eligio Tenca, 39 anni, abitante in via Ettore Ponti 62. La cattura dei tre è stata resa possibile grazie anche alla collaborazione della portinaia dello stabile, Maria Bazzoli, di 53 anni, e di suo figlio, Walter Piacentini, di 25. Verso le 5 e mezzo di ieri mattina, la donna, alla finestra, vede due uomini che, a passo sostenuto, escono dal portone sorreggendo una valigia e una grossa borsa. Nella casa, c'è la sede dell'Italcambio, la custode sospetta che i due siano ladri e che siano andati a rubare in questi uffici: immediatamente chiama il 113. Dopo pochi minuti gli agenti, con le chiavi fornite dalla stessa Bazzoli, controllano la sede dell'istituto. Tutto è in ordine, soltanto le due casseforti testimoniano il passaggio dei malviventi: una svuotata, l'altra ancora intatta, ma con evidenti tracce di fiamma ossidrica, segno che ì ladri erano stati «disturbati» e se n'erano andati prima di portare a compimento il loro disegno. Non restava altro da fare se non sperare che la notte tornassero, per sorprenderli in flagrante. Il figlio della custode, ed un suo amico, si appostano sul terrazzo ad attendere. Intorno alle 22,30 i due giovani vedono uscire dal portone del loro caseggiato quattro uomini che trasportano una valigia, una borsa marrone, una bombola. Salgono quindi su un'auto di grossa cilindrata di cui il Piacentini prende il numero di targa e lo telefona immediatamente alla polizia. Da questo, si risale al proprietario della vettura, Rosario Termini, abitante in viale Famagosta 1. Il funzionario di turno della «Volante» si reca a quest'indirizzo; la «pantera» viene nascosta in una viuzza laterale e il poliziotto comincia a camminare su e giù davanti alla casa, in maniche di camicia, come un milanese qualsiasi in cerca di un po' d'aria. Fino al¬ le due, quando giunge l'automobile attesa. Al volante, Ugo Ciappina; seduto al suo fianco, Eligio Tenca. Le perquisizioni effettuate subito dopo negli appartamenti dei due hanno permesso di ritrovare valigie, una borsa, bombole di ossigeno, ferri per lo scasso, cannelli ossidrici, maschere, plastica per copiare le serrature, suole speciali per non lasciare impronte. Sono state anche trovate, in casa del Tenca, sei tele antiche falsificate. Il Ciappina era uscito dal carcere nel '70, dopo avere scontato dodici anni di detenzione fra manicomio criminale e penitenziario, ed essersi diplomato geometra. Era uno degli otto banditi che, in via Osoppo, rapinarono il furgone blindato della Banca popolare; il bottino fu di 114 milioni, ne presero quindici a testa e li spesero in pochi giorni (la polizia ne ricuperò soltanto 18). Per quanto riguarda la banda «Dovunque» invece, l'adesione del Ciappina fu di breve durata e di tono minore, data anche la sua giovane età. Il colpo più clamoroso di tale banda fu messo a segno ai danni di un orefice di via Donatello, per compierlo i malviventi si erano travestiti da carabinieri. o. r. Milano. Ugo Ciappina
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