Odissea: i giudizi del pubblico

Odissea: i giudizi del pubblico CRONACA DEGLI SPETTACOLI ALLATELEVISIONE Odissea: i giudizi del pubblico La replica ha suscitato rinnovate polemiche - Ieri un "giallo" francese E' terminata la replica dell'Odissea, e di regola, per antica tradizione, di una replica non si parla. Ma stavolta faremo un'eccezione per un motivo ben precìso. Questa replica, a sei anni di distanza, ha suscitato — lo si è potuto constatare dalle reazioni degli spettatori, dalle loro lettere — un certo interesse rinnovato, non disgiunto da gualche polemica. Per cominciare registriamo le proteste di quelli che non erano d'accordo sul ritorno. La Rai ha ripescato Z'Odissea, dicevamo, semplicemente perché voleva occupare alcune serate, compresa la domenica, con un programma già confezionato e risparmiare così un po' di quattrini visto che ha intenzione di spendere miliardi in colossali co-produzioni; ma il programma era troppo sfruttato, nel '68 aveva avuto un pubblico enorme e poco dopo, sino all'esaurimento, aveva girato nei cinema una riduzione a colori... E' vero, facilmente criteri di « risparmio » possono aver determinato la scelta. E che una replica fosse il pezzo forte della domenica, può non essere stato gradito: in effetti la collocazione ha rischiato di far la figura del ripiego per la stagione estiva. Ne hanno beneficiato gli spettatori che sei anni fa avevano perso delle puntate e quelli che in quell'epoca erano troppo ragazzini. Abbiamo comunque l'impressione che le repliche, per quanto degne, siano sempre accolte male da una parte della platea come il classico piatto di vecchia minestra riscaldata. Quelli che l'hanno seguila per la prima volta o che avevano curiosità di rivederla, hanno espresso — almeno da quanto siamo riusciti ad appurare noi durante piccole inchieste volanti — parere favorevole sullo « spettacolo », che hanno trovato solido, chiaro, realizzato con mezzi cospicui, con buoni attori ed esterni estremamente suggestivi (qualcuno ha chiesto località, indirizzi per andarci di corsa a passare le ferie). Naturalmente si sono ripetute, e forse accentrate, le discussioni che erano venute fuori già nel '68. 1 rilievi riguardano la « prosaìcizzazione » — ci sia lecito il brutto termine — del racconto omerico: da Omero, dicono questi critici senza pietà, soìio stati presi i fatti, soltanto i fatti, e dell'incanto poetico, che ci aveva colpito ed affascinato persino sui banchi di scuola, sono rimaste le briciole. In queste condizioni, essi aggiungono, si può parlare di proficua impresa di divulgazione? O si dà a milioni di spettatori un'idea deformala e soprattutto immiserita a livello di film avventuroso di una sublime opera, « pilastro del patrimonio culturale dell'umanità »? A questo punto, radunati i soliti esperti, una tavola rotonda andrebbe avanti per un'intera giornata probabilmente senza concludere nulla. Sono interrogativi cui in 1 pratica è difficilissimo rispondere. La domanda, secondo noi, va posta a monte: si può avere il fegato, o la faccia tosta, di tradurre in immagini, con « fedeltà », una cosa come rOdissea? Evidentemente si può averlo. E poiché l'irreparabile è avvenuto, guardiamo al risultato. In questo caso — scontata la distanza d'ordine astronomico tra l'originale e una qualsiasi riduzione — va riconosciuto che si è lavorato con impegno e con rispetto e che il prodotto s'è riconfermato, dopo sei anni, più che decoroso e immune da ruzzoloni fumettistici. Un particolare — ma è un particolare importante — ha incontrato, ci pare, il consenso di tutti: la recitazione del vigoroso protagonista. Bekim Fehmiu, e di Irene Papas, straordinaria attrice che ha dato a Penelo¬ pe un volto e un'espressività da non dimenticare. E su un altro punto c'è stata unanimità di giudizi: il regista Franco Rossi e i suoi collaboratori hanno avuto, in ogni caso, ne/Z'Odissea un estro felice che nella successiva Eneide non s'è più ritrovato. ★ ★ Altri programmi della domenica, in sintesi: uno scadente telefilm U.F.O. e un cartone animato miserello per i ragazzi; bene Juliette Greco e Mac Ronay nello show dell'intramontabile Claudio Villa, ma nell'insieme la puntata era di serie B; in Settimo giorno un bel servizio sul teatro d'avanguardia in Italia (con la speranza che il pubblico non sia stato formato dai soli addetti ai lavori). Ieri, per il cinema del lunedì, un sofisticato (e imbrogliato) giallo di Jean Delannoy. L'appuntamento (1961 ) che aveva come maggiore e forse unico pregio un valido cast di interpreti. Sul « secondo » è andata in vacanza la rubrica I dibattiti del TG. ★ * Stasera, energico, scottante e generoso, il sindaco Anthony Quinn in un telefilm de Un uomo per la città. Indi Chi siamo?, un'inchiesta sulla popolazione italiana. Non molto meglio il secondo canale con l'inchiesta sui bambini e la replica di uno show. Più attraente la Tv svizzera con il film (alle 22) Perché sei arrivato così tardi?, protagonisti Michèle Morgan e Henri Vidal. u. bz.

Persone citate: Anthony Quinn, Bekim Fehmiu, Claudio Villa, Franco Rossi, Henri Vidal, Irene Papas, Jean Delannoy, Juliette Greco, Mac Ronay

Luoghi citati: Italia