Banditi sparano e feriscono un gioielliere uno blocca un'auto, fugge ma è arrestato
Banditi sparano e feriscono un gioielliere uno blocca un'auto, fugge ma è arrestato L'assalto a Milano poco prima della chiusura meridiana Banditi sparano e feriscono un gioielliere uno blocca un'auto, fugge ma è arrestato Grave il titolare del negozio - La cattura del rapinatore facilitata dall'intervento di un cliente (Nostro servizio particolare) Milano, 27 luglio. Tre banditi hanno sparato contro un gioielliere riducendolo in fin di vita; uno è stato catturato — e ciò è stato possibile anche per il coraggioso intervento di un passante; gli altri sono fuggiti e sono già stati identificati e vengono ricercati. Il bandito bloccato è Vincenzo Doria, 23 anni, da Catanzaro, residente in città in via Sangallo 32. Verso le 12,30 di stamane, Giorgio Camozzi, di 34 anni, gioielliere (residente a Milano in via Curia 17), in compagnia della moglie Maria Grazia Conti, 32 anni, sta riordinando il negozio, in viale Zara 118, quando entrano tre banditi armati di pistola, a viso scoperto. Ai coniugi non resta altro da fare se non rimanere immobili, con le mani alzate, mentre i rapinatori razziano tutti gli oggetti d'oro riponendoli in un sacchetto di plastica nero. Dopo pochi minuti sopraggiunge di fronte al negozio un cliente, Giuseppe Miolla, 33 anni, abitante a Bresso, in via Villoresi 50: pochi giorni or sono ha acquistato due « vere », ma non vanno bene; vuole chiedere al gioielliere di stringerle. Il giovane vede la vetrina senza un oggetto, pensa che i Camozzi abbiano riposto i preziosi prima di partire per le ferie, e spinge la porta del negozio. Vede un rapinatore con l'arma puntata contro la donna, rinchiude l'uscio e corre verso le « Cantine Ottolina » distanti alcune centinaia di metri; da qui, chia¬ ma il « 113 » avvertendo di quanto sta succedendo. Poi prende una sbarra di metallo — nel caseggiato sono in corso lavori di restauro — e di nuovo si avvia all'oreficeria: in tempo per vedere uscire due banditi. Sente tre colpi di rivoltella e fa per entrare nel locale: non ci riesce perché il terzo complice e l'orefice sono avvinghiati in una lotta che si svolge proprio dietro alla porta. Di colpo, l'uscio si spalanca e il rapinatore esce, inseguito dal Camozzi; subito il Miolla si affianca al gioielliere nel rincorrerlo: quando i due stanno per catturare il bandito questi si volta e spara. Un colpo raggiunge al ventre il Camozzi, che stramazza. In quel momento a pochi metri di distanza si ferma un'utilitaria, condotta dalla sessantacinquenne Giuseppina Bertucci Alberti, abitante in via Stradella 9; l'anziana signora fa per scendere quando il bandito in fuga le si para di fronte, con la pistola puntata: «Lasci le chiavi e se ne vada », le intima. La donna rimane immobile, esterrefatta; il rapinatore sale, si mette al volante ed avvia il motore. Il Miolla, intanto, ha raggiunto l'auto: con una mano s'aggrappa alla carrozzeria e con l'altra, brandendo la sbarra, mena gran colpi sulla lamiera proprio in corrispondenza della testa del bandito. Questi mette in moto e parte mentre giunge una « pantera » della volante che immediatamente si mette all'insegui¬ mento, finché nell'adiacente viale Arbe, « stringe » l'utilitaria bloccandola. Il rapinatore fa per scendere brandendo la pistola ma si trova puntata la rivoltella di un agente: getta l'arma e si lascia ammanettare. L'orefice è stato trasportato all'ospedale di Niguarda: la ferita gli ha provocato una lesione viscerale; per estrarre la pallottola e — si spera — salvargli la vita, è stato sottoposto ad intervento chirurgico. Non si ha ancora avuto modo di rilevare l'entità del bottino. Il Miolla è stato proposto per una ricompensa al valor civile. o. r.
Persone citate: Camozzi, Giorgio Camozzi, Giuseppe Miolla, Giuseppina Bertucci Alberti, Grave, Maria Grazia Conti, Ottolina, Vincenzo Doria
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