Non saranno aumentati i "fondi" per le Regioni di Giulio Mazzocchi

Non saranno aumentati i "fondi" per le Regioni Si studia una legge sulla finanza locale Non saranno aumentati i "fondi" per le Regioni Giolitti, ai presidenti delle giunte regionali che presentavano scadenze urgenti: inevitabili riduzioni della spesa - Colombo: o si limita il deficit pubblico oppure l'inflazione del 20% diventa permanente (Nostro servizio particolare) Roma, 26 luglio. La violenza dell'inflazione nel '75 scenderà di alcuni punti sotto al 18 per cento di quest'anno. E' anche prevista una certa dose d'incremento reale del reddito nazionale che salverà l'occupazione: ma ne beneficeranno i nostri deficitari conti con l'estero, non '. consumi privati. Per raggiungere obiettivi pur così modesti i ministri finanziari hanno dovuto dire oggi alle Regioni che non è possibile aumentare il deficit pubblico e perciò non è neppure possibile aumentare i fondi regionali. Gli obiettivi del bilancio di previsione del settore pubblico per il '75, che il Consiglio dei ministri approverà e trasmetterà mercoledì 31 al Parlamento, sono stati illustrati stamane da Giolitti ai rappresentanti delle Regioni. Il deficit dello Stato, ha detto, non dovrà superare gli 8400 miliardi di competenza di quest'anno, sicché il deficit in percentuale sull'accresciuto reddito nazionale sarà inferiore all'attuale. Poiché l'incremento «naturale» della spesa pubblica l'avrebbe portata alle soglie di 15-16 mila miliardi, «ne conseguono decisioni estremamente severe e drastiche riduzioni della spesa, insieme a un'azione altrettanto rigorosa per il puntuale reperimento delle entrate fiscali». In autunno I fondi per le Regioni, ha continuato Giolitti, dovranno perciò «restare nelle dimensioni stabilite per l'esercizio i~ corso. Ma per migliorarne la gestione il governo s'impegna a far approvare in Parlamento, entro l'anno, una nuove, legge finanziaria regionale». Ci sarà, in seguito, uno stanziamento transitorio 1975 per le Regioni e si presenterà «entro settembre» una leggequadro per la contabilità re gionale. Le Regioni e i ministri sono rimasti d'accordo di rivedersi agli inizi di settembre per l'esame delle due leggi proposte, per l'esame più puntuale dell'insieme della spesa pubblica, e per vedere se vi siano spese (o enti) sopprimibili a vantaggio di maggiori entrate regionali. Ciò si potrà meglio vedere allora, perché la manovra fiscale sarà stata esaminata dal Parlamento. E' anche emerso, oggi, che tutta l'organizzazione contabi1: dello Stato non è ancora funzionante, nonostante vaste spese per dotarla di strumenta conoscitivi elettronici, e i molti corsi per l'uso di tali strumenti eseguiti dal personale. Di conseguenza sono ancora i ministri che debbono, in pochi giorni, falcidiare quella spesa pubblica che cresce mostruosamente per suo conto: oggi è stato comunicato che di sola contingenza nel '75 lo Stato dovrà pagare 300 miliardi in più. Per ridurre l'immensa spesa del settore saranno certamente tagliati molti promessi fondi agli enti d: Stato. Si apprende, inoltre, che nonostante gli aumenti delle tariffe ferroviarie, il deficit di questo settore (come di altre aziende) risulta ancora maggiore. Lamento contro lamento, le Regioni hanno esposto alcune drammatiche situazioni. Il Lazio ha detto che non si sa come pagare gli aumenti del costo del personale delle aziende trasporti. E' stato detto che la commissione centrale approva i bilanci comunali anche dopo 18 mesi, sicché non possono essere attinti mutui. Occorre dare almeno 500 miliardi all'apposito Fondo (privo nel '74 anche d'una sola lira) per sanare i vecchi deficit. La Toscana ha annunciato che non ha mezzi per pagare domani gli stipendi ai tranvieri, e non sa se riuscirà ad assicurare oltre agosto il servizio di sepoltura. Infine si teme che restando nel '75 l'erogazione di medicine a carico delle mutue, queste — per ri¬ sparmiare — manderanno assai più gente in quegli ospedali la cui gestione sta per passare invece alle Regioni. I presidenti delle Regioni hanno reagito alla «stretta di bilancio» con giudizi generali: è una prospettiva angusta; non c'è prospettiva; è un discorso contabile; non c'è spazio politico. Alternativa Ha replicato Colombo: quello del '75 è un bilancio politico perché frena l'inflazione e salva l'occupazione. «C'è un'alternativa: aumentare di duemila miliardi il deficit pubblico. Se c'è una maggioranza che lo vuole, non ne farò parte, perché non intendo dire ai miei elettori che l'inflazione del 20 per cento deve essere permanente, quando so che molti salari o pensioni (non tutti) sono ancora insufficienti a vivere». Inoltre, ha detto Colombo, se si vuole un deficit maggiore di quello di quest'anno, oltre a sopportare l'inflazione conseguente, bisogna reperire duemila miliardi l'anno di prestiti esteri oltre il previsto e reperirli per 5-6 anni: «Ma dall'estero ci viene un "no", s'incontra un ostacolo contro il quale abbiamo già cozzato» Giolitti ha infine chiuso la riunione, che è stata giudicata non negativa (ha detto il presidente dell'Emilia Fanti: «Non siamo qui per chiedere più spazio economico purchessia per le Regioni, ma per concorrere a un nuovo tipo di spesa pubblica»), «Abbiamo assunto l'obiettivo vincolante e fondamentale di non superare il deficit attuale — ha riassunto Giolitti —, per lasciare più spazio creditizio agli investimenti fondamentali, che abbiamo insieme selezionato nei mesi scorsi: Sud, agricoltura, edilizia, trasporti, energia. E' il solo modo per salvare l'occupazione e le prospettive di sviluppo democratico». Giulio Mazzocchi

Persone citate: Emilia Fanti, Giolitti

Luoghi citati: Roma, Toscana